NordEst

Ravenna invita Genova e Trieste ad un ‘fronte comune’

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Il vicesindaco di Ravenna Giannantonio Mingozzi ha proposto un incontro nella citta’ romagnola all’assessore e al vicesindaco di Genova Francesco Oddone e Stefano Bernini e al sindaco di Trieste Roberto Cosolini, ‘per valutare insieme il da farsi in merito alla possibile decisione della Camera di erogare al porto di Venezia un finanziamento di cento milioni per un non ben precisato progetto di piattaforma logistica’.
 
‘Apprezzo la Regione Liguria e i Comuni di Genova e Trieste, che hanno espresso perplessita’ circa un’ipotesi concorrenziale molto pericolosa per i nostri scali. Nonostante le smentite di Assoporti e della stessa amministrazione veneziana, che tendono a dare al nuovo terminal una funzione di supporto al progetto Mose (ma non si capisce in che modo la logistica c’entri con le problematiche di acqua alta ) e’ bene che le nostre tre realta’ si coordinino sia nell’immediato che per il futuro’.
 
Mingozzi ricorda ‘che alcuni parlamentari, tra i quali il senatore ravennate Vidmer Mercatali, si stanno muovendo per emendare in Senato quanto approvato alla Camera. In ogni caso una piattaforma che costa oltre due miliardi di euro e che dovrebbe essere insediata al largo di Venezia con funzioni commerciali e normative fiscali da porto franco e’ assolutamente inaccettabile e sarebbe uno schiaffo alla portualita’ adriatica e tirrenica che cerca di fare con mezzi propri quanto le e’ possibile in termini di nuovi investimenti e tecnologie’.
“Registro polemiche inutili e dannose a proposito della portualità veneziana e delle inevitabili decisioni che devono essere assunte in Senato. Ricordo a tutti, compresi i fautori di un blitz che servirebbe solo a far confusione tra i porti di Genova e di Venezia, che quanto deve arrivare per il finanziamento dell’offshore veneziano non è, e non deve essere, frutto di alcuno sconcerto”.
Lo sottolinea il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia.
 
“Come ha ricordato bene il presidente Paolo Costa – prosegue Zaia – sono 100 milioni già virtualmente decisi nel lontano 2003. Il progetto per la diga che deriva dai fondi per il Mose è già stato sottoposto a valutazione d’impatto ambientale e l’intero piano è stato comunicato al Cipe a settembre. Se fanno il Mose senza il terminal, ricorda Costa e non si può che essere d’accordo con lui, Venezia chiude”.
 
“Sappiamo – aggiunge Zaia -che attorno al porto di Genova e i suoi interessi, sia pure legittimi, si stanno preparando gli inevitabili ascari a sostegno. Diciamo semplicemente a loro e ad altre eventuali truppe cammellate, che questa è una battaglia che Genova non deve nemmeno immaginare di poter fare, che si tratta di fondi pensati per il porto di Venezia e sono certo che qualunque parlamentare, di qualunque estrazione o provenienza, non potrà che sostenerne la legittima e dovuta erogazione a favore di Venezia. Mi auguro – conclude il presidente del Veneto – che anche i genovesi non vogliano abbracciare lì’ipotesi dello sfasciamo distributivo. Verrà il giorno in cui sosterremo altre cause, purchè legittime: in questo caso la legittimità è esclusivamente veneziana”.
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