NordEst

Pedemonte sogna il Trentino

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La lista dei comuni di confine che vorrebbero diventare Trentino, è ormai sempre più lunga. Il comune di Lamon nel Bellunese ha fatto storia e così dopo la terra del fagiolo, anche la più blasonata Cortina ha chiesto l'annessione all'Alto Adige. Le dichiarazioni di queste ore del ministro Renato Brunetta, sembrano però spegnere l'entusiasmo i questi piccoli comuni che guardano all'autonomia come un tesoro da conquistare. Il 21 settembre prossimo anche Valvestino e Magasa, comuni lombardi, si esprimeranno con un referendum per il ritorno al Trentino.

Una storia comune

Il sindaco e il vicesindaco di Pedemonte, Daniele Carotta e Bruno Scazzeri hanno incontrato lunedì mattina il presidente del Consiglio provinciale Dario Pallaoro. Con loro alcuni esponenti del Comitato "Torniamo in Trentino", che sostiene le ragioni storiche e culturali alla base della richiesta di distacco dalla Regione Veneto per aggregarsi al Trentino/Alto Adige Sudtirol.

In effetti, nel marzo scorso, un referendum tra la popolazione del piccolo comune confinante con il Trentino, ha approvato con il 76% dei voti validi (oltre il 51% degli aventi diritto al voto), l'assenso al distacco. L'articolo 132 della Costituzione prevede che il Governo presenti al Parlamento un disegno di legge per dar corso alla variazione territoriale, dopo aver sentito i consigli regionali (nel nostro caso anche provinciali) interessati.

Queste le motivazioni alla base dell'incontro, nel quale il Sindaco Carotta e il Vicesindaco Scazzeri hanno tenuto a sottolineare le "ragioni speciali" della loro richiesta e la distinzione tra il comune di Pedemonte ed altri comuni (come Asiago) che hanno a loro volta avanzato simili istanze.

"Per noi si tratterebbe di un "ritorno" ha detto Scazzeri "e di correggere, attraverso un atto di giustizia una procedura applicata de imperio dal regime fascista nel 1929". Carotta ha precisato che il verbale della Prima Assemblea della Regione Trentino Alto Adige del 13 dicembre del '48 si espresse ufficialmente e in maniera unanime in tal senso, per riparare un'ingiustizia storica e per un diritto sacrosanto di una comunità ingiustamente smembrata, dopo oltre quattro secoli di storia amministrativa ed ecclesiastica comune.

Luserna favorevole all'aggregazione

Anche il comune di Luserna, con delibera bilingue (italiano – cimbro) del 24 maggio 2008, si è espresso a favore di un iter veloce che consenta al confinante Comune di Pedemonte, (con la sua Frazione Casotto, sino al 1940 Comune autonomo), di essere riaggregati al Trentino.

"Il nostro obiettivo principale" ha proseguito il sindaco "non è di natura economica". E' la forza della storia, delle tradizioni e della cultura che spinge il comune a fare pressione sui consigli di Trento e Bolzano affinché sostengano presso il Governo le popolazioni di Pedemonte ed evidenzino fortemente le giustificazioni storiche della richiesta. Accanto agli amministratori di Pedemonte anche Alberto Baldessari del comune di Folgaria, che sta affiancando la battaglia del comune veneto e le ragioni di ritorno al Trentino.

Nel volume "I nomi parlano", donato a Pallaoro accanto alla targa con lo stemma del Comune di Pedemonte, ci sarebbe la testimonianza della "trentinità" di numerosissimi cognomi del piccolo paese veneto, a sostegno delle origini storiche di questa appartenenza. Il presidente Pallaoro ha auspicato che le procedure si evolvano nella direzione giusta. "C'è da capire la volontà di questo Governo rispetto a queste richieste" ha detto. "Confesso che in un incontro che ebbi mesi fa con Violante, lo stesso non nascose le preoccupazioni per il rischio che iterate richieste di variazione territoriale potessero far saltare il sistema delle regioni".

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