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Macroregione Alpina, posizioni condivise tra Trentino e Governo

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A Trento l’incontro tra l’assessore all’ambiente Mauro Gilmozzi e il sottosegretario Cirillo

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Trento – Il Trentino e il Governo italiano sosterranno una posizione comune a Bruxelles per la realizzazione della macroregione alpina, con l’obiettivo di creare uno strumento di incentivazione di politiche a favore delle popolazioni montane. E’ questo il risultato dell’incontro che si è svolto a margine del convegno sulle foreste alpine e i servizi ecosistemici, organizzato dal Consorzio dei Comuni trentini – tra l’assessore provinciale all’ambiente Mauro Gilmozzi e il sottosegretario all’ambiente e alla tutela del territorio e del mare, Marco Flavio Cirillo. Il colloquio è stato chiesto dal sottosegretario per discutere di alcune questioni legate all’ambiente: “Il territorio – come ha riconosciuto il sottosegretario – richiede degli interventi nazionali che devono trovare l’intesa e la condivisione di Regioni e Province autonome”.

I temi trattati nel corso dell’incontro – al quale ha preso parte anche il dirigente generale del Dipartimento territorio, ambiente e foreste, Romano Masè – hanno riguardato la gestione sistemica del territorio, con particolare riferimento al modello trentino, e l’azione di semplificazione e depenalizzazione di alcune irregolarità formali, trattate dal legislatore come reati penali.

Il Governo italiano sosterrà dinnanzi alla Comunità europea la posizione della Provincia autonoma di Trento per la costituzione della Macroregione alpina. Lo ha ribadito il sottosegretario all’ambiente e alla tutela del territorio e del mare, Marco Flavio Cirillo, nel corso dell’incontro avuto con l’assessore provinciale all’ambiente, Mauro Gilmozzi.
“Le attuali macroregioni europee – ha sottolineato l’assessore Gilmozzi – sono pensate su aree metropolitane che presentano dinamiche e problematiche del tutto diverse rispetto alle aree montane.

E’ necessario, partendo dall’esperienza della Convenzione delle Alpi, creare una macroregione alpina, basata sul territorio e sulle popolazioni locali, in grado di garantire ad un’area molto estesa dell’Europa condizioni favorevoli al lavoro e alla qualità della vita”. In altre parole, la macroregione alpina deve essere strumento per favorire delle politiche in grado di consentire agli abitanti vivere le Alpi, grazie ad opportunità di lavoro e di qualità della vita, fondata su sanità, scuola, cultura e servizi.

Una posizione, quella trentina, fatta propria del sottosegretario Cirillo: “Il Governo sta lavorando per una posizione comune tra le diverse Regioni e Province autonome, perché è necessario proporre a Bruxelles un modello di macroregione basato sulle persone e con obiettivi specifici”.
Nel corso dell’incontro, l’assessore Gilmozzi e il sottosegretario Cirillo hanno discusso della gestione sistemica del territorio, ovvero di quel modello che valorizza le componenti locali, grazie anche al decentramento delle responsabilità, e favorisce la condivisione di scelte ed obiettivi.

Il caso, portato ad esempio, è quello delle aree protette trentine, dove si è riusciti a coniugare tutela ambientale con esigenze di sviluppo, servizi ed opportunità. “L’idea – ha aggiunto Gilmozzi – intende sostenere un modello che vede l’ente centrale quale soggetto attivo di progettualità, e condivisione con le realtà locali. E’ questo il modello che ha ispirato la creazione della Fondazione Dolomiti Unesco. I piani faunistici forestali rappresentano – a detta di Gilmozzi – l’esempio di gestione corretta delle aree protette, e che hanno permesso attività integrate tra loro, quali la caccia e il turismo.

Il sottosegretario Cirillo si è reso disponibile a sostenere le richieste di semplificazione (ad esempio, il sistema di tracciamento dei rifiuti) e depenalizzazione di alcune irregolarità formali in materia ambientale, oggi trattate come reati penali: “L’ambiente è un bene che va tutelato in maniera ferma dagli abusi – hanno convenuto Gilmozzi e Cirillo -. La stessa attenzione deve essere però riservata ai casi in cui mere irregolarità formali sono oggi perseguite con il codice penale. E’ opportuna la loro depenalizzazione in sanzioni finanziarie”.

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