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La vita di Francesco Baracca nel segno del cavallino rampante

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Presentata in conferenza stampa al Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni la mostra temporanea

Cavallo

Trento – In occasione delle commemorazioni del Centenario della Grande Guerra, il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, la Provincia autonoma di Trento, il Museo “Francesco Baracca” di Lugo di Romagna (RA) e l’Aeronautica Militare organizzano a Trento una mostra per raccontare la figura del maggiore asso della caccia italiana durante la Prima Guerra Mondiale e la storia del cavallino rampante, recentemente riconosciuto come il simbolo italiano più famoso al mondo

Dal 25 ottobre 2014 al 12 aprile 2015, la mostra “Nel segno del Cavallino Rampante” racconterà la vita di Francesco Baracca e gli avvenimenti della Grande Guerra letti attraverso il vissuto dell’asso dell’aviazione italiana. Sarà inoltre l’occasione per parlare della storia del Cavallino Rampante, dalle origini del simbolo fino al suo impiego quale emblema distintivo di Baracca sugli aeroplani da lui pilotati, nonché dell’evoluzione – sotto il profilo iconografico e simbolico – del famoso emblema dopo il suo passaggio dal mondo aeronautico a quello delle corse automobilistiche e motociclistiche. Completerà il percorso una trattazione sulla persistenza del simbolo nell’ambito aeronautico, in quanto identificativo, da sempre, di alcuni tra i più importanti Stormi Caccia dell’Aeronautica Militare.

La mostra “Nel segno del Cavallino Rampante” sarà un’occasione senza precedenti, con tutti i più importanti cimeli presenti sul territorio nazionale e riconducibili alla figura dell’asso dell’aviazione Francesco Baracca esposti insieme a Trento.
Lungo il percorso espositivo troveranno dunque spazio cimeli e documenti provenienti dal Museo “Francesco Baracca” di Lugo (RA) – chiuso fino alla primavera 2015 per lavori di adeguamento antisismico – dalle collezioni di Aeronautica Militare, dal Vittoriale degli Italiani, una Alfa Romeo RL Targa Florio e una Fiat Chiribiri provenienti dalla Collezione Righini e una Ansaldo 4C Torpedo in prestito dal Museo Nicolis.
Integrati nella sagoma, a misura reale, del velivolo austro-ungarico Hansa Brandenburg C.I. matricola 61.57 troveranno posto i cimeli della prima vittoria di Baracca che fu anche la prima dell’aviazione italiana in combattimento aereo durante la Grande Guerra.
Come da tradizione del Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni – dove le mostre temporanee rappresentano un’occasione per valorizzare il patrimonio non ancora esposto al pubblico – la mostra “Nel segno del Cavallino Rampante” porterà in esposizione anche importanti cimeli e pezzi appartenenti alle collezioni del Museo Caproni.
L’iniziativa, realizzata con l’amicizia del Museo Enzo Ferrari di Modena, vede inoltre la collaborazione della Ducati, della Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani”, della Fondazione Ansaldo e del Museo Nicolis, che collaborano con la messa a disposizione di importanti pezzi e la redazione di contributi per i pannelli e il catalogo che verrà edito contestualmente alla mostra.

Il percorso della mostra

Il percorso narrativo della mostra e i pezzi esposti permetteranno di affrontare contenuti relativi alla storia di alcuni grandi marchi industriali del nostro Paese: Ansaldo, Fiat, Ducati e, ovviamente, la stessa azienda Caproni, che hanno operato a cavallo tra i settori delle costruzioni meccaniche, automobilistiche, motociclistiche e aeronautiche.
Scopo degli approfondimenti è fare emergere l’eredità trasmessa dall’esperienza del settore delle costruzioni dell’aviazione a partire dalla Grande Guerra, ad altri settori dell’ambito metalmeccanico. Tra i marchi, per il contributo dato allo sviluppo dell’industria nazionale, verrà posta l’attenzione a Caproni, Ansaldo (della quale saranno esposte un’autovettura coeva dei due aeroplani originali – un esemplare del famoso S.V.A.5 del volo su Vienna e l’A.1 Balilla, primo caccia di progettazione italiana – facenti parte delle collezioni del Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni) e Fiat, che per concentrazioni successive con Aerfer e Selenia ha portato all’attuale Alenia Aermacchi.
Il pubblico avrà a disposizione una libreria digitale dove scorrere fotografie, filmati e documenti storici relativi alla vita e alle imprese di Francesco Baracca.
Un film d’animazione, realizzato dalla Fondazione Casa di Enzo Ferrari, racconterà con linguaggio facilmente comprensibile anche dai più piccoli, il dono che la famiglia di Baracca fece del suo cavallino ad un giovane Enzo Ferrari.
Il forte legame che, da sempre, lega l’Aeronautica Militare alla scuderia di Maranello sarà ripercorribile attraverso filmati d’archivio messi a disposizione dal Centro Produzione Audiovisivi dell’Aeronautica Militare e relativi alle diverse sfide auto-aeroplano che hanno avuto luogo negli anni.
Particolare attenzione è stata posta per la fruibilità del percorso espositivo anche da parte di bambini e ragazzi. In quest’ottica, saranno a disposizione simulatori di volo ambientati nelle cabine di pilotaggio dello SPAD di Baracca e tra loro collegati; installazioni multimediali, 3D e di realtà aumentata che permetteranno di rivivere l’ultima battaglia dell’asso dell’aviazione o di provare un’esperienza diversa dal solito “entrando” nel famoso quadro che ritrae l’eroe, nel 1918, orgogliosamente in posa davanti al suo aeroplano sul campo volo di Padova.
I più piccoli potranno inoltre costruire il SPAD XIII sia virtualmente – con un gioco multimediale realizzato allo scopo – sia materialmente, assemblando i pezzi di un grande modello in scala.
La mostra “Nel segno del Cavallino Rampante” rappresenterà un contesto espositivo e culturale a partire dal quale alimentare riflessioni più ampie, oltre al tributo a una figura importante come quella di Francesco Baracca.

La storia del Cavallino Rampante

Il cavallino rampante – di colore argenteo su campo rosso, rivolto a sinistra e con la coda abbassata – era lo stemma araldico del “Piemonte Reale Cavalleria”, uno dei più prestigiosi reparti dell’Esercito Italiano, presso il quale Francesco Baracca prestò servizio ad inizio del Novecento.
Di lì a poco, il giovane cavallerizzo volle diventare aviatore e fu proprio il suo amore per i cavalli che lo portò negli anni successivi a scegliere di adottare, sebbene con alcune varianti, lo stesso stemma quale simbolo per i suoi aeroplani. Il cavallino rampante nero apparve per la prima volta su di un aeroplano pilotato dall’asso a inizio 1917 e divenne definitivamente l’insegna applicata sulla fusoliera degli aerei da lui pilotati nell’ambito della neo-costituita 91ª Squadriglia.
Il 19 giugno 1918 Francesco Baracca non rientrò da un volo di guerra sul Montello e il suo corpo fu trovato solo alcuni giorni più tardi accanto ai resti bruciati dello SPAD su cui volava.
Da quel momento, furono i genitori dell’asso a tenerne vivo il ricordo e fu un incontro – il 16 giugno 1923 durante il Circuito del Savio – tra il
padre Enrico e un giovane Enzo Ferrari (all’epoca al volante di un’Alfa Romeo) a preparare la strada a quello che diventerà un mito a livello mondiale. Da quell’incontro derivò, infatti, il successivo tra la madre di Francesco e il costruttore modenese, al quale la contessa Paolina Biancoli donò il prezioso emblema accompagnandolo con queste parole: “Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna”.
“Conservo ancora la fotografia di Baracca, con la dedica dei genitori con cui mi affidano l’emblema” – scriveva Enzo Ferrari il 3 luglio 1985 allo storico lughese Giovanni Manzoni – “Il cavallino era ed è rimasto nero; io aggiunsi il fondo giallo canarino che è il colore di Modena”.
Il Cavallino Rampante tornò ad apparire come stemma della 91ª negli anni ’20, per ricevere poi una definitiva consacrazione quale insegna del 4º Stormo della Regia Aeronautica per volere di Amedeo d’Aosta che allora lo comandava. Lo stesso stemma fu inoltre impiegato per un periodo anche sulle moto Ducati, su richiesta dell’allora progettista Fabio Taglioni, originario di Lugo di Romagna. Il cavallino rampante vola tuttora sul timone di coda degli Eurofighter Typhoon dell’Aeronautica Militare e, come noto, corre sulle auto di Maranello.

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