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Lutto a Rovereto per il noto architetto Fabio Andreatta

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L’uomo, 72enne di Rovereto (Tn) ha perso la vita nella forra del torrente Sorna, un canyon attrezzato che si sviluppa nel Parco del monte Baldo per un tratto breve che comprende un totale di quattro salti.


Rovereto – L’uomo aveva deciso di scendere da solo lungo il canyon, partendo dal Ponte del Diaol (Brentonico). Da una prima ricostruzione, l’uomo potrebbe essere annegato dopo essere rimasto bloccato con la corda mentre si stava calando lungo la prima cascata. L’allarme al Numero Unico per le Emergenze 112 è arrivato intorno alle 15.20 da parte della compagna che lo stava aspettando nei pressi del Ponte del Diaol, allarmata per il mancato rientro dell’uomo, non rintracciabile poiché senza telefono.

La Centrale Unica di Trentino Emergenza ha chiesto l’intervento delle Stazioni Vallagarina e Ala, oltre che del Gruppo tecnico forre del Soccorso Alpino e Speleologico. Sul posto anche i Vigili del Fuoco volontari di Mori e Brentonico e il nucleo SAF. Dopo aver raggiunto la compagna della vittima, i soccorritori sono scesi nel canyon e lo hanno percorso in discesa per cercare la persona dispersa. Intorno alle 16, lungo la prima calata, i soccorritori hanno trovato il corpo ormai senza vita dell’uomo. Sul posto è stato fatto arrivare l’elicottero con l’equipe medica che non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo. Una volta ottenuto il nullaosta delle autorità, la salma è stata recuperata e trasferita a Brentonico. Per dare supporto alla compagna della vittima sono stati attivati gli Psicologi per i Popoli.

Il ricordo di Andreatta

L’uomo, architetto in pensione molto conosciuto che aveva lavorato a lungo nel settore delle case Itea e aveva anche fatto parte di diverse spedizioni con la Protezione Civile trentina in Italia e all’estero. La Giunta provinciale e la Protezione civile del Trentino si stringono attorno alla famiglia dell’architetto Fabio Andreatta, vittima di un incidente in forra nel Parco del monte Baldo. Un lutto che colpisce profondamente quanti hanno conosciuto il professionista – 72 anni – e hanno avuto il privilegio di affiancarlo nei diversi scenari in cui ha operato nel corso della sua carriera.

Fabio Andreatta in uno dei suoi tanti viaggi umanitari [fb]

Al cordoglio, di cui si fa portavoce il dirigente generale Raffaele De Col, si unisce anche il capo della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio. Già in forze ad Itea, in più occasioni era intervenuto con il Dipartimento della Protezione civile in aiuto delle popolazioni in difficoltà sia in Italia sia all’estero, fino alla pensione nell’aprile 2014. Si definiva un “costruttore di ripari per chi ha perso tutto” oltre che un “tessitore di relazioni per comprendere”. I colleghi lo ricordano come una persona schietta e concreta: Andreatta era stato un esempio per la sua disponibilità e per la sua capacità di allacciare rapporti di collaborazione e amicizia con chi incontrava lungo il proprio cammino. Nelle diverse ‘missioni’ portate a compimento si era occupato della progettazione e della realizzazione di opere in favore di quanti hanno perso tutto a causa di calamità naturali. Era stato anche uno dei promotori della nascita dell’area addestrativa di Marco di Rovereto.

Tra i principali interventi promossi dall’architetto Fabio Andreatta, si ricordano Valtopina in Umbria (1997, realizzazione della scuola primaria Anna Frank); Pec-Peja in Kosovo (1999-2000, ricostruzione di edifici a seguito dell’emergenza umanitaria); Sri Lanka (2004, progettazione e realizzazione di una scuola a seguito dello tsunami); Sicilia (2007, supporto alla campagna antincendio boschivo); Libano (2010, supporto alla campagna antincendio boschivo); Rocchetta di Vara in Liguria (2011, progettazione e realizzazione della scuola a seguito dell’alluvione); Onna in provincia de l’Aquila (2009, progettazione e realizzazione dell’asilo); Concordia sul Secchia nel Modenese (2013, progettazione e realizzazione di chiesa e oratorio a seguito dell’alluvione); Azraq in Giordania (2013, progettazione e realizzazione dell’Hospital Refugee Camp per l’emergenza umanitaria Siria).

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