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Ebola: il Veneto invia alle ullss protocollo per prevenzione del contagio

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Non si tratta di allarmismo ma di sacrosanta attenzione alla salute dei veneti

ospedale san paolo

Venezia – Il Settore Igiene Pubblica e Prevenzione della Regione del Veneto ha realizzato con il supporto di un gruppo di esperti, e inviato oggi a tutte le Ulss un protocollo contenente le prime indicazioni operative di risposta regionale per la prevenzione e le eventuali tipologie di intervento da attuare rispetto all’epidemia di Ebola che sta duramente colpendo alcuni paesi africani.

“Non si tratta di allarmismo ma di sacrosanta attenzione alla salute dei veneti che ho il compito costituzionale di tutelare in ogni modo e in ogni forma – ha detto il Presidente Luca Zaia – Insieme alle task force istituite nelle settimane scorse, questo protocollo completa un ventaglio di azioni di prevenzione e di profilassi”.

Il documento, contiene anche indicazioni utili per i viaggiatori diretti nelle zone colpite.

Ai viaggiatori si raccomanda di:
• evitare il contatto con malati e/o i loro fluidi corporei e con i corpi e/o i fluidi corporei di pazienti deceduti;
• evitare contatti stretti con animali selvatici vivi o morti;
• evitare di consumare carne di animali selvatici.

Il protocollo fornisce la definizione di caso e classifica il rischio di contrarre la malattia a seconda del tipo di esposizione, con particolare riferimento al rischio derivante dai viaggi verso i Paesi interessati dall’epidemia. Vengono poi illustrate le tipologie di intervento che devono essere attivate a fronte dei casi sospetti (possibili e probabili) anche in riferimento alla diagnosi differenziale con le altre malattie infettive febbrili di importazione quali la malaria.

Sono stati previsti percorsi di sicurezza per la gestione in ambiente specialistico dei casi probabili e confermati incluso l’invio dei campioni biologici ai centri di riferimento nazionale per la conferma laboratoristica.
I Dipartimenti di prevenzione sono stati allertati per coordinare la rete di sorveglianza sanitaria inclusa la gestione degli eventuali contatti e più in generale la gestione di ogni forma di allerta inerente la malattia

“Tale malattia – specificano gli esperti del Veneto – si trasmette attraverso il contatto diretto con fluidi biologici (sangue infetto, secrezioni, tessuti, organi o altri fluidi corporei di persone o animali infetti vivi o morti). Si manifesta dopo un periodo di incubazione che varia dai 9 ai 21 giorni, con febbre elevata, mialgia, vomito, diarrea e cefalea e nella fasi terminali anche con emorragie. Non è ancora stata dimostrata la trasmissione per via aerea. L’OMS non raccomanda nessuna restrizione per i viaggi di cose e persone da e per i Paesi che sono coinvolti nell’epidemia, in quanto vi è un rischio di trasmissione estremamente basso nei comuni rapporti relazionali”.

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