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Croci in vetta e polemiche, Messner: ‘Le montagne sono di tutti’

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Esistono solo su Alpi, anacronistico il dibattito su proposta Cai. I ministri Santanché e Salvini: “Guai a toglierle”. Il Cai chiarisce: “E’ tutto un equivoco”

Reinhold Messner

NordEst – “Le montagne sono di tutti, nessuno ha il diritto di metterci il cappello”. Lo dice Reinhold Messner che definisce “anacronistico e inutile” il dibattito suscitato dalla proposta del Cai sulle croci di vetta. “Le mie posizioni in merito sono ben note”, aggiunge Messner, che appunto ha dedicato un museo e un libro alle montagne sacre.

“Il fenomeno delle croci di vetta – spiega il re degli ottomila – è relativamente recente, è iniziato circa 200 anni fa con l’Illuminismo. Prima la gente aveva, infatti, troppo rispetto della bellezza e della maestà delle montagne”. Dopo la Seconda guerra mondiale sono stati “soprattutto i movimenti giovanili cattolici nei paesi di montagna a portare le croci sulle vette”, prosegue Messner.

“Le croci – aggiunge – esistono praticamente solo sulle Alpi, in Asia la gente del posto non saliva sulle montagne sacre, mentre sulle Ande si facevano sacrifici alle divinità”. Messner non si dice sorpreso della proposta del Cai, “che da tempo si occupa dell’importante questione ‘di chi sono le montagne’? Purtroppo anche questa volta si è sollevato il solito polverone di polemiche anche sui social”, conclude Messner.

I Cai spegne le polemiche

Tutto un equivoco – ha tagliato corto il presidente del Cai italiano Antonio Montani – che ha voluto chiarire con una nota la posizione del Cai: “Non abbiamo mai trattato l’argomento delle croci di vetta in alcuna sede, tantomeno prendendone una posizione ufficiale. Quanto pubblicato è frutto di dichiarazioni personali espresse dal direttore editoriale Marco Albino Ferrari durante la presentazione di un libro. Personalmente, come credo tutti quelli che hanno salito il Cervino, non riesco ad immaginare la cima di questa nostra montagna senza la sua famosa croce.  Voglio scusarmi personalmente con il Ministro per l’equivoco generato dagli articoli apparsi sulla stampa e voglio rassicurare che per ogni argomento di tale portata il nostro Ministero vigilante sarà sempre interpellato e coinvolto”.

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