NordEst

“Belluno in Trentino”, lo chiede un Comitato per il distacco dal Veneto

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Un nuovo comitato di Bellunesi che si occuperà dell'annessione di Belluno alla provincia di Trento. L'ennesima provocazione è stata lanciata lunedì mattina a Feltre all'hotel Doriguzzi. "Chiediamo la partecipazione dei Bellunesi- tiene a precisare Renzo Poletti, anima di Lamon e del suo referendum per il Trentino -, se non ci sarà la volontà popolare, tutto cadrà e si penserà ai comuni. Ma è tempo che Roma ci ascolti, la montagna bellunese è dimenticata e il referendum proposto dal presidente Sergio Reolon, è fine a sè stesso e non porterà da nessuna parte".

E' davvero entusiasta Poletti con i suoi radunati ad ascoltarlo. Un tema caro ai media locali e nazionali, un po' meno alla politica che cerca di non essere troppo coinvolta per non rischiare troppo. 

Guarda l'intervista a Renzo Poletti

Tecnicamente, il comitato, quando sarà realmente costituito (si pensa entro fine gennaio), lavorarerà per raccogliere le firme necessarie al referendum di annessione della provincia di Belluno al Trentino.

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Ecco altri commenti sull'iniziativa 

"Un referendum per l'annessione – precisa Poletti -, per coinvolgere il Parlamento, le diverse Commissioni, per dare voce alla montagna bellunese". L'idea di fondo, oltre all'immediata risonanza mediatica, è quella di far ottenere l'autonomia alla provincia di Belluno. Tra le strade percorrbili, il referendum per l'annessione dell'intera provincia di Belluno al Trentino.

Nelle scorse settimne era stato il presidente della provincia di Belluno, Sergio Reolon, a lanciare la proposta di una consultazione popolare per chiedere l'autonomia del territorio bellunese. In molti sembrano però non averlo ascoltato. A primavera inoltre, il Bellunese dovrà rinnovare il presidente della provincia e la sfida elettorale sembra ormai già entrata nel vivo.

  • La procedura referendaria

Referendum sulla modifica delle circoscrizioni territoriali

Ve ne sono di due tipi:

a) il referendum che, in caso di voto favorevole, costituisce il presupposto di una legge costituzionale per le fusioni di più regioni o per la costituzione di una nuova regione (art.132.2);
b) il referendum che, in caso di voto favorevole, costituisce il presupposto di una legge ordinaria che consente a una provincia o a un comune di staccarsi da una regione e aggregarsi ad un'altra (art.132.2).
 
Referendum regionali

Ai sensi della legge 352/1970 il referendum per la fusione fra regioni dovrà essere richiesta da almeno tanti consigli regionali che rappresentino 1/3 della popolazione delle regioni interessate. Il Referendum sara' indetto nei territori delle regioni interessate, e la sua approvazione, a maggioranza assoluta dei voti, avra' fine con l'emanazione di una legge Cost. Nel caso di distacco di una o più province o uno o più comuni per la formazione di nuove regioni, il referendum dovrà essere richiesto da Consiglio regionali e comunali che rappresentino 1/3 della popolazione del territorio richiedente il distacco e 1/3 del territorio che rimarrebbe distaccato dal primo. Il referendum è indetto nel territorio della Regione o della Provincia dal quale ci si vuole distaccare, e la votazione positiva a maggioranza assoluta avrebbe come conclusione l'approvazione con una legge Cost. Invece per annettere Province o Comuni a una regione gia' pre-esistente, il referendum dovrà essere richiesto oltre che da 1/3 dei Consigli prov. e comun. del territorio volente aggregarsi, da 1/3 dei Consigli prov. e comun. della Regione a cui annettersi. In caso di esito positivo, la procedura finirà con l'emanazione di una legge ordinaria.

Ai sensi dell'art.123, comma 1 della Costituzione sono possibili Referendum regionali su leggi e provvedimenti amministrativi delle Regioni; ai sensi del comma 3 sono previsti Referendum confermativi su eventuali modifiche dei rispettivi Statuti regionali.

Referendum comunali e provinciali

Ai sensi dell'art. 8 del Testo Unico Enti Locali: D.Lgs. 267 del 18 agosto 2.000, sono stati introdotti i Referendum abrogativi o consultivi, sulle Delibere degli Enti locali: sia delle Province che dei Comuni. I Referendum provinciali e comunali sono sottoposti però alle normative, più o meno restrittive, stabilite dalle singole Amministrazioni, negli Statuti e nei Regolamenti attuativi. Pur essendo un importante strumento di azione popolare, dei comitati civici e della società civile, vengono sempre più spesso "neutralizzati" da Regolamenti sempre più restrittivi; modificati di volte in volta dalle singole Amministrazioni che ne temono gli eventuali risultati.

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