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Autonomia, Zaia firma lettera referendum: “Autonomi come Trento e Bolzano”

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Governatore, entro 60 giorni Roma deve darci una risposta

zaia

Nordest –  Il presidente del Veneto Luca Zaia ha firmato la lettera ufficiale di avvio del negoziato col Governo per l’effettuazione del referendum sull’autonomia della Regione. “Da oggi – ha spiegato – parte il conto alla rovescia dei 60 giorni durante i quali Roma ci dovrà dare una risposta: o dice sì, e facciamo il referendum, o dice no, ma lo facciamo lo stesso, forti della sentenza della Corte Costituzionale”.

“Vogliamo un nuovo Veneto, perché quello che conosciamo è quello a cui il centralismo e la burocrazia statali hanno tarpato le ali. Oggi iniziamo a muovere i primi importanti passi lungo quel percorso che da tempo stiamo tracciando con rigore legislativo e istituzionale per creare la nuova, moderna, efficiente casa dei cittadini veneti. Questo non è l’ultimo, è l’unico treno e non intendiamo perderlo”.
Lo ha detto il governatore Luca Zaia, presentando stamane Venezia la richiesta formale della Regione del Veneto al Governo italiano per negoziare un federalismo a geometria variabile in base all’art. 116 della Costituzione, al fine di riconoscere ambiti di maggiore autonomia al Veneto rispetto alle altre Regioni a Statuto Ordinario, avviando una procedura che, successivamente al negoziato, porterà all’indizione di un referendum consultivo, “perché comunque – ha precisato Zaia –, sia che Roma ci dica sì, sia che ci dica no, abbiamo il dovere di sentire il parere dei veneti: vogliamo che il popolo si esprima”.

“E’ dal 2006 che con provvedimenti di diversa natura la Regione del Veneto chiede a Roma maggiore autonomia – ha puntualizzato il presidente – e la Legge di Stabilità dello Stato del 2015 fissa un tempo massimo di 60 giorni entro i quali il Governo ha l’obbligo di evadere anche tutte le istanze pregresse. Ma nella capitale nulla si è mosso. Noi non ci siamo scoraggiati e come Giunta abbiamo deciso di rilanciare questa ormai storica richiesta, ispirandoci a un modello che si chiama Trento e Bolzano, dove i nove decimi delle tasse rimangono lì e dove non esiste un residuo fiscale, cioè la differenza tra tasse versate allo Stato e il ritorno di risorse nel territorio, di oltre 20 miliardi all’anno, come purtroppo accade nel Veneto. Venti miliardi che lo Stato ha interesse a lasciare nell’attivissima realtà veneta in quanto ne producono 60 in termini di Pil”.

Zaia ha ringraziato il professor Luca Antonini e il comitato che ha lavorato con lui al progetto di autonomia, nel cui ambito rientra il referendum consultivo al quale la Corte Costituzionale, lo scorso anno, ha dato il via libera. Ha, quindi, firmato la nota ufficiale che, con posta certificata, è stata immediatamente inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, insieme alla delibera approvata dalla Giunta regionale. “Parte il conto alla rovescia, scattano i sessanta giorni entro i quali il Governo deve esprimersi nel merito – ha spiegato il governatore – e poi, piaccia o non piaccia, i veneti andranno alle urne. Siamo talmente seri che abbiamo già stanziato i primi due milioni di euro per la consultazione che, nelle nostre intenzioni, andrebbe effettuato in un ‘election day’, presumibilmente il prossimo ottobre, insieme al referendum popolare sulla cosiddetta riforma Boschi”.

Nella sua proposta la Regione chiede nuove forme di autonomia nella gestione di settori come quelli della sanità, dell’istruzione, dell’università e della ricerca scientifica, dei tributi, punta alla riduzione della burocrazia e alla regionalizzazione delle strutture e dei fondi statali, prevede diverse fonti di finanziamento.

Antonini ha evidenziato che due sono le coordinate da valorizzare attraverso l’ottenimento dell’autonomia: il forte tessuto economico e sociale del Veneto e la sua efficiente amministrazione: “Se quest’ultima venisse presa a modello da tutte le regioni italiane – ha detto – e fossero adottati i suoi standard di spesa pubblica, otterremmo in Italia risparmi per quasi 28 miliardi di euro all’anno, che potrebbero essere dirottati sugli investimenti e sui servizi per famiglie e imprese”.

“Questa non è un’iniziativa populista e demagogica, come molti cercano ancora di dipingere – prosegue Zaia –, ma un processo legittimo e rispettoso delle normative vigenti. E non ha un colore politico. E’ un progetto che, come disse l’allora Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, parlando di federalismo, equivale a una vera assunzione di responsabilità. Sia chiaro: noi a questa sfida ci crediamo, ci stiamo muovendo con concretezza, non stiamo creando illusioni ma stiamo costringendo chi ha la responsabilità politica e di governo di dare finalmente una risposta alla forte e ormai storica domanda di autonomia della gente veneta”.

“Se nella capitale prediligono il modello greco a noi piace quello tedesco dei länder – ha concluso Zaia –. Per la prima volta nella storia i veneti potranno votare per decidere sulla propria autonomia: o vince Roma o vince il Veneto”.

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