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Abusivismo e contraffazione sono mali da combattere: meglio tardi che mai,

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Zaia: “Ben venga il riveglio dello Stato in questo campo,  purchè non sia solo un ‘contentino’ ferragostano ”

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Venezia – “Ben venga anche questo improvviso ridestarsi da un lungo e colpevole torpore dello Stato e dei suoi organismi periferici sul fronte della lotta alla contraffazione e al commercio abusivo, purché si dia finalmente inizio a una attività decisa e duratura, che non sia un’effimera campagna ferragostana per tacitare ipocritamente i tanti cittadini, operatori e turisti che chiedono vivibilità, sicurezza e legalità nelle nostre città e nei luoghi di vacanza del Veneto”.

E’ il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ad ammonire ancora una volta sulla necessità di presidiare con continuità il territorio, in particolare le aree sensibili come quelle di interesse turistico, e di fronteggiare con fermezza quei fenomeni diffusi di abusivismo e irregolarità che generano un crescente degrado e il conseguente svilimento delle nostre ricchezze ambientali, culturali, turistiche ed economiche.

“Il Commissario di Venezia e le forze dell’ordine – ribadisce Zaia – sappiano che hanno il mio pieno appoggio e quello della Regione del Veneto in questa azione finalizzata a contrastare una situazione indecorosa, squallida e intollerabile, che se affrontata per tempo sarebbe stato più facile estirpare e che comporta oggi un maggior dispendio di energie e risorse, ma alla quale non possiamo assolutamente rinunciare. Il lassismo di questi anni ha già fatto sin troppi danni”.

Il Governatore veneto ritorna, così, anche sulla questione del centro storico veneziano, assediato e offeso non solo dall’invasione di venditori abusivi di merce contraffatta e di paccottiglia, ma anche dalle torme incontrollate di visitatori e turisti: “Abbiamo il dovere non solo morale ma amministrativo di tutelare la città, una delle più belle del mondo, da queste che sono delle vere e proprie piaghe – conclude Zaia – e per farlo basterebbe da una parte applicare le leggi che già ci sono e dall’altra dotarci di strumenti in grado di razionalizzare i flussi. Senza però obbligare la gente a pagare un ticket per entrare a Venezia, semplicemente attraverso una prenotazione gratuita: chi ha prenotato accede, chi non ha programmato la sua visita sta fuori e la volta successiva imparerà a usare questo sistema. Non credo sia impossibile liberare la città dall’assedio, ma chi ha il compito e le responsabilità di farlo agisca subito e passi dalle chiacchiere ai fatti”.

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