E’ approdata in Irlanda, passando per Malta, alla ricerca del suo posto nel mondo dove realizzarsi nella professione di Infermiera
di Liliana Cerqueni
Dublino (Irlanda) – Nicole Dalla Santa, giovane ventiseienne di Primiero, deve avere un feeling speciale con il mare e le isole se è approdata in Irlanda, passando per Malta alla ricerca del suo posto nel mondo dove realizzarsi nella professione di Infermiera, esplorare nuove realtà, conoscere posti e culture. Lo ha fatto profondamente convinta, con la volontà di mantenere sempre e comunque un ponte invisibile con la sua terra d’origine, le montagne e la propria gente nella consapevolezza che ogni viaggio è un pezzetto di ‘noi’ in più, un lasciare temporaneamente per poi tornare e ripartire.
Sicuramente una vita non sedentaria, monotona e lineare la tua, Nicole! Cosa ti succede immediatamente dopo il conseguimento della Laurea in Scienze Infermieristiche a Verona, considerando questo un momento focale e una grande svolta nella vita di un giovane?
Dopo essermi laureata ho iniziato a lavorare immediatamente come infermiera in una clinica privata ad Ortisei. Il contratto prevedeva solamente 6 mesi di lavoro e una volta terminato ero molto indecisa sul da farsi. Non volevo continuare a lavorare nel precariato e avevo bisogno di fare qualche nuova esperienza di vita. La scelta di andare a Malta mi è venuta all’improvviso. Navigando nel web ho visto moltissimi annunci di posti di lavoro per infermieri sia in Inghilterra sia a Malta.
Quando poi il mio migliore amico mi ha detto che un nostro ‘compaesano’ lavorava a Malta come infermiere non ho esitato. Dopo due settimane ero su un aereo diretta a Malta. Sono sempre stata invogliata a viaggiare sin da quando ero piccola, forse merito di mio papà che ha girato il mondo per lavoro. Ovviamente non è stato facile lasciare la mia famiglia, ricordo ancora come fosse ieri gli occhi in lacrime di mia mamma in aeroporto. Ma la mia famiglia mi ha sempre supportata in tutte le mie scelte di vita ed è proprio grazie a loro se mi sono sempre spinta ad intraprendere nuove avventure e se oggi sono quella che sono.
La prima tappa della tua vita professionale è Malta: cosa ricordi del tuo arrivo sull’isola e del primo approccio con la gente?
La cosa che ricordo ora è stata il primo impatto con il caldo mentre scendevo dall’aereo e la terra bruciata dal sole nei attorno all’aeroporto. Decisamente diverso dal nostro clima di montagna. Le prime due settimane sono state impegnative, dovevo trovare l’appartamento, iscrivermi al collegio degli infermieri, aprire il conto in banca, cambiare residenza … A Malta la burocrazia è abbastanza lenta, sei mesi per aprire un conto bancario… Per quanto riguarda la registrazione all’albo degli infermieri ricordo che ho dovuto aspettare tre mesi; nel frattempo ho lavorato come barista in un locale maltese. Grazie a ciò ho avuto l’opportunità di perfezionare il mio inglese e di conoscere nuova gente. I maltesi sono persone davvero disponibili e solari, molto patriottiche, legate al loro Paese e per questo a volte tendono a differenziarsi.
Metà della popolazione maltese è ormai costituita da stranieri che arrivano sull’isola per motivi lavorativi. Gli Italiani sono benvoluti forse perchè Malta è molto vicina alla Sicilia e la presenza dei nostri connazionali è significativa. Quasi tutti i maltesi parlano o capiscono l’italiano, guardano la tv in italiano e vanno spesso in Italia per le vacanze. Non ho mai avuto problemi a relazionarmi con loro, sono sempre stati tutti davvero disponibili nei miei confronti e mi hanno sempre aiutata quando avevo bisogno.
Come vive a Malta chi arriva per lavorare o è alla ricerca di lavoro? Quali opportunità offre questo Paese e in quali settori ?
Dal punto di vista lavorativo Malta offre numerose opportunità. Se fai una passeggiata lungo mare, puoi subito notare nelle zone centrali di Sliema e San Julian (le zone più famose) centinaia di cartelli con scritto “staff wanted” fuori dai locali. Se qualcuno è in cerca di lavoro a Malta lo può sicuramente trovare in qualsiasi settore. Cercano moltissimo personale nel settore della ristorazione e in tutto ciò che è legato al settore turistico ma anche nel campo dell’edilizia. Per quanto riguarda il settore ospedaliero, c’è sempre grande richiesta di infermieri e altri professionisti sanitari. Io ho lavorato per un anno in un ospedale privato e l’anno successivo mi sono spostata all’ospedale pubblico (l’unico ospedale pubblico in tutta l’isola).
Il lavoro di infermiera nel pubblico è davvero pesante, si lavora 46 ore settimanali su turni di 12 ore al giorno ed essendo un ospedale pubblico, il lavoro è davvero tanto. Ho lavorato per due anni in un reparto di Day Care dove avevamo giornalmente 80 pazienti sottoposti a procedure chirurgiche e 70 pazienti sottoposti a procedure endoscopiche. Nell’ospedale pubblico ci sono moltissimi infermieri provenienti da tutta Europa: spagnoli, rumeni, italiani.
Il lavoro dell’infermiere maltese è abbastanza ridotto se comparato al lavoro svolto dall’infermiere in Italia. Gli infermieri maltesi non fanno prelievi, non inseriscono ‘ago cannula’, non fanno Elettrocardiogramma. Tutto ciò viene fatto dal medico o dagli infermieri stranieri come noi, dal momento che il nostro piano di studi prevede tutte queste competenze. Inutile dire che, per poter lavorare in questo settore, bisogna saper parlare e scrivere in inglese. E per lavorare in ospedale devi pure fare un corso base di lingua maltese. Il costo di vita a Malta è relativamente basso se comparato a quello dell’Italia. Gli affitti vanno da 700 a 1000 euro al mese in una zona abbastanza centrale dell’isola. Però anche gli stipendi sono di conseguenza molto più bassi rispetto a quelli italiani. Una persona che vive modestamente e lavora può benissimo riuscire a mettere da parte qualche risparmio e godersi anche la vita sul posto.
Le immagini più belle dell’isola che ti sei portata via quando ti sei trasferita in Irlanda? Luoghi, momenti, paesaggi…
Dopo tre anni e mezzo di permanenza sull’isola ho iniziato a pensare a tutto quello che avevo passato, momenti belli e brutti, momenti di forza e momenti di debolezza. Non potrò mai dimenticare i miei colleghi del Day Care. Ho passato così tanti momenti felici in quel reparto, anche quando il lavoro era stressante ed ero stanca morta, non ho mai avuto un momento di noia e di infelicità stando con loro. Ho imparato tanti modi di dire in maltese, quasi tutti naturalmente “naughty” (maliziosi) come direbbero gli inglesi. Mi ricorderò sempre della mia collega spagnola Andrea con cui ho condiviso alcuni dei momenti più belli della mia vita e del mio caposala Charlie, che ha provato fino alla fine a convincermi a restare a Malta (m’hemx taghmel Charlie! Che significa ‘non c’è niente da fare!’ in maltese). Oltre a loro, nel giro di tre anni ho conosciuto tantissime persone da tutte le parti del mondo.
Ognuna di loro ha contribuito a farmi crescere sia dal punto di vista professionale che dal punto di vista personale. Per quanto riguarda i paesaggi e i posti, mi ricorderò sempre delle bellissime spiagge sia di sabbia sia di roccia che Malta preserva (la mia favorita è sempre stata St Peter’s Pool a Sud dell’Isola, Dingli cliff e Xlendi bay a Gozo). Il mare blu che tutti invidiano. Le calde temperature che ci sono a Malta per quasi tutto l’anno. Il profumo di sale che si respira appena ci si siede in riva al mare, lontani dal traffico. Oltre a questo Malta offre una vita notturna che è davvero fantastica. C’è una zona chiamata Paceville, in cui ci sono solamente discoteche e locali notturni. È una delle zone più famose dell’Isola affollata di turisti e gente del luogo; questa è una delle mète più ambite dai giovani che vengono in vacanza a Malta.
Irlanda, la tua…’terza patria’ nel tuo girovagare. Perché proprio l’Irlanda? Come hai vissuto questo cambiamento radicale partendo dal Mediterraneo per approdare all’Atlantico? Quali le differenze, i vantaggi, le criticità?
Il pensiero di stabilizzarmi a Malta definitivamente non mi ha mai convinta molto. Non potrei abitare per tutta la vita in un Paese così piccolo e ho sentito l’esigenza di un cambiamento. Mi sentivo quasi stretta in quell’isola così limitata e sapevo che avrei dovuto muovermi da qualche altra parte. Guardando la cartina dell’Europa stavo valutando in quale Paese potessi andare. Ho valutato molto la possibilità di andare in Inghilterra, ma dopo aver sentito le recenti notizie riguardanti la ‘Brexit’ e l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, ho optato per la vicina Irlanda. Ho raccolto informazioni riguardanti la registrazione all’albo irlandese e mi sono messa subito al lavoro per raccogliere la documentazione necessaria dall’Italia (tutti i documenti devono essere tradotti in inglese e vanno certificati da un notaio o avvocato). Una volta iscritta, ho iniziato a mandare curriculum a delle agenzie lavorative tramite internet. Ho ricevuto numerosissime chiamate nei mesi successivi ed ho fatto sette interviste via skype, tutte a buon fine.
La scelta definitiva, non è stata facile. Avevo a disposizione tre ospedali differenti e dovevo sceglierne uno. Chiamavo la mia famiglia per avere dei consigli e chiedevo ai miei colleghi la loro opinione, ho consultato i siti internet e dopo alcune settimane ho scelto l’Hermitage Medical Clinic. Mi è piaciuta da subito la posizione dell’ospedale a Lucan, un paesino in periferia, dove alloggiavo in un bed and breakfast, coccolata da una fantastica signora irlandese che mi ha aiutata molto nei primi tempi con informazioni e consigli. Ora vivo in un appartamento a circa 10 minuti di bus dall’ospedale, ho comprato una bicicletta e vado sempre a lavorare con quella (pioggia, sole neve, freddo che sia): tutti gli irlandesi vanno in bici e non voglio sfigurare. Trovare appartamento a Dublino è davvero molto molto difficile. Devi essere davvero molto paziente e devi avere da parte un bel po’ di soldi dal momento che i padroni di casa vogliono sempre un deposito che di solito corrisponde a una mensilità.
L’Irlanda è un Paese che nell’immaginario collettivo rimane ancora avvolto da aspetti leggendari: la bellezza selvaggia dei paesaggi, la cultura musicale, la sua storia e i segni dell’origine celtica, i grandi scrittori (Swift, Shaw, Yeats, Joyce…), il carattere fiero, indipendente, risoluto ma anche molto gioviale della sua popolazione. Cosa hai trovato di tutto questo?
L’Irlanda è per me uno dei Paesi più belli che abbia mai visitato. I suoi paesaggi sono unici e in essi ha trovato ispirazione la letteratura. Appena fuori dalle grandi città ti trovi in immense praterie di color verde delle città ci sono sempre artisti di strada che suonano musica di vario tipo e naturalmente non mancano i famosi pub (c’è sempre tempo per una smeraldo che potresti vedere solo in una cartolina, colline, scogliere, litorali. Le montagne più famose si trovano in una zona a sud di Dublino (Wiclow Mountains) e non sono altissime. Ma il paesaggio che si nasconde all’interno del parco di Wiclow è davvero pazzesco; a Glendalough c’è un antico monastero che è assolutamente da vedere. Il paese è suddiviso in contee, accostabili alle nostre regioni. Ho girato anche con la mia famiglia da Galway a Donegal, da Wiclow a Wexford fino al Nord, a Belfast.
Nel centro ci sono sempre artisti di strada e la musica celtica è una parte importante della cultura irlandese; in qualunque casa irlandese sentirai sempre questa dolce melodia. Gli Irlandesi sono fantastici, sempre disponibili con gli altri. Non ti fanno pesare il fatto che non sei del loro Paese e ti accolgono sempre a braccia aperte, come turista e come lavoratore. Amano visceralmente la loro terra e sono orgogliosi delle loro origini.
Ci puoi parlare dei posti che meritano di essere visitati e frequentati a Dublino e nel resto dell’isola?
A Dublino, la capitale, ci sono moltissimi posti da visitare: il Trinity College che è l’università per eccellenza, la fabbrica della Guinnes e quella del whiskey Jameson, la zona del Temple bar dove ci sono tutti i pub tipici irlandesi con musica live ogni sera 8c’è sempre tempo per una Guiness, secondo gli irlandesi!), il Botanic Garden con migliaia di esemplari di piante differenti, la penisola di Howth a nord di Dublino (famosa per i ristoranti che offrono prelibatezze a base di pesce fresco) e moltissime altri luoghi. Galway è una bellissima città che si affaccia sull’oceano Atlantico, non lontana dalle famose scogliere di Moher e le isole Aran. Andando poi verso nord si trova la contea di Donegal (famosa per le aurore boreali, se ci si trova all’estremo nord dell’isola).
Cosa offre l’Irlanda di oggi a chi decide di stabilirsi là per lavoro o studio? Dove sono occupati in prevalenza i nostri connazionali?
Come per Malta anche in Irlanda le opportunità lavorative non mancano. Se una persona ha voglia di lavorare può trovare occupazione in qualsiasi settore. Lavorando comunque in ambiente ospedaliero, posso assicurare che stanno sempre cercando nuovi professionisti sanitari. Gli infermieri italiani sono sempre ben visti in questo Paese dal momento che hanno maggiori competenze derivanti dal piano di studio più completo. Non ho incontrato moltissimi italiani da quando mi sono trasferita in Irlanda. Ci sono invece moltissimi spagnoli. Nel mio ospedale ho quattro colleghi italiani che vengono dall’Italia Meridionale.
Vuoi descrivere brevemente la tua vita strettamente professionale?
Ho sempre preferito lavorare in chirurgia piuttosto che in medicina, e questa mia preferenza mi ha guidato lungo tutta la mia carriera infermieristica. A Malta ho iniziato a lavorare presso LiveLife, un centro riabilitativo privato, specializzato in riabilitazione di pazienti provenienti dalla Libia in seguito a ferite belliche. Successivamente mi sono occupata di pazienti sottoposti a chirurgia in day case e procedure endoscopiche.In questo contesto l’infermiere lavora a stretto contatto con i medici neolaureati (houseofficers) e stabilisce con il paziente un rapporto di fiducia accompagnandolo nel suo percorso terapeutico. In Irlanda la situazione è apparsa da subito molto diversa rispetto a quella maltese; l’Hermitage Medical Clinic è una clinica privata molto avanzata dal punto di vista sanitario. Io lavoro in John’s ward che è un reparto di chirurgia generale dove si svolgono operazioni di qualsiasi tipo (chirurgia generale, toracica, vascolare, otorino laringo chirurgia, fatta eccezione per la chirurgia ortopedica che viene svolta in un altro reparto). La clinica è molto moderna: tutte le cartelle cliniche sono sistematizzate, non esiste più alcun materiale cartaceo, ogni professionista sanitario medico o infermiere che sia utilizza il computer come strumento di comunicazione e documentazione. I professionisti sanitari collaborano tra loro come un vero team (infermiere, farmacista, fisioterapista, chirurgo).
Ogni figura professionale è apprezzata per il contributo che offre al paziente durante il percorso terapeutico. Dopo la procedura chirurgica noi infermieri ci prendiamo cura del paziente nel periodo post operatorio monitorando le funzionalità vitali e prevenendo complicanze. L’ospedale è stato accreditato per tre anni consecutivi da JCI che è una delle commissioni accreditanti più prestigiose e grandi al mondo (l’ultimo accreditamento è avvenuto lo scorso novembre). I turni sono sempre di 12 ore, alternati da day shift (turno di giorno, dalle 7 fino alle 19.30) e night shift (turno di notte, dalle 19.30 alle 7.30), durante il giorno naturalmente abbiamo un’ora e mezza di pausa divisa tra mattina mezzogiorno e pomeriggio. Complessivamente si lavora 39 ore alla settimana e ciò equivale a tre giorni lavorativi durante la settimana ( ho molto tempo libero). Abbiamo numerose settimane di ferie durante l’anno (circa 7 settimane), il che mi permette di poter viaggiare l’Europa come ho programmato. Le competenze dell’infermiere in Irlanda sono molto simili a quelle dell’infermiere in Italia. E le condizioni lavorative sono decisamente migliori rispetto a quelle maltesi.
Ci sarà una ‘quarta patria’ nel tuo futuro? Una nuova partenza, nuove mete, esperienze e scoperte di altri luoghi e altra gente?
Ora come ora sento di aver fatto la scelta giusta a trasferirmi in Irlanda. Come ho già detto in precedenza, amo il mio lavoro, mi piace la gente e adoro il Paese. Non so ancora se questo sarà il Paese che chiamerò definitivamente’ casa’ in futuro, però sicuramente si avvicina molto alle mie prospettive di stabilizzazione. Naturalmente la mia famiglia è ciò che più mi manca ma, grazie alle tecnologie che abbiamo oggi, posso sempre essere in contatto con loro (grazie a Whatsapp e Skype). E loro sanno comunque che io sono contenta delle mie scelte e quindi mi supportano in ogni momento. Di solito torno a casa due volte l’anno, per rivedere i miei vecchi amici e le mie montagne naturalmente. Inizialmente non è stato facile farsi dei nuovi amici a Malta e in Irlanda, ma io sono una persona davvero socievole e farei amicizia anche con un albero (questo è quello che mi dice sempre il mio migliore amico). Il bello di abitare in Irlanda è anche il fatto che ci sono moltissimi voli che partono da Dublino e vanno in tutti i paesi d’Europa. Da quando mi sono spostata in Irlanda sono infatti stata a Londra e ad Amsterdam per Natale. Il mio prossimo viaggio sarà a Malta, durante l’estate, ho promesso ai miei ex colleghi che sarei andata a trovarli e quindi, detto fatto!
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Vivere a Dublino
Ciao Nicole! Io anche sono infermiera, al momento lavoro in UK ma vorrei trasferirmi a Malta. Non ho trovato molte informazioni riguardo le competenze infermieristiche a Malta.. 🙁 Posso chiederti qualche info? Ad esempio come si svolge un turno tipo? Quanti pazienti ha ogni infermiere? E’ simile al sistema irlandese/inglese? Qual’e’ la “considerazione sociale” Dell’infermiere? (in Italia non siamo molto rispettati professionalmente, mentre in UK, come credo in Irlanda l’infermiere svolge un ruolo importante nell’immaginario collettivo..)
Grazieee :))
Ma come fa a piacerti l’Irlanda?Io proprio non ci riesco a farmela piacere(anche se, essendo costretta a viverci, lo vorrei veramente), la trovo un paese arretrato, burocratico e bigotto. Purtroppo, dopo brexit, è l’unico altro paese europeo (oltre a Malta, che però è decisamente una piccola isola e non può certo offrire la quantità di lavoro che possono invece offrire Irlanda o UK) in cui la lingua principale è l’inglese…ma ti assicuro che se non fosse per brexit tornerei subito in UK e lascerei questo posto senza più tornarci…anche se effettivamente il mio stipendio qui (in HSE) è il doppio di quello che percepivo a lavorare in UK (per NHS). E la mia non è una critica, veramente, vorrei solo capire perchè io odio questo posto e odio me stessa per averci trascinato la mia famiglia, la mia qualità di vita è crollata drasticamente, e tutte le volte che devi fare qualcosa ti chiedono un’enormità di documenti inutili che manco in Italia…a proposito un consiglio a chi volesse emigrare in Irlanda: portatevi una copia del certificato di nascita perchè qui te lo chiedono anche dopo che hai mostrato loro carta di identità, passaporto e patente…