«Recepiamo e discutiamo il Disegno di legge per la riduzione dei costi della politica, però mettiamo anche l’accento sul fatto che i costi della politica devono essere funzionali all’organizzazione dell’Ente locale!». Con queste parole Marino Simoni, Presidente del Consiglio delle autonomie locali, ha sottolineato l’importanza del documento approvato oggi dall’assemblea che è entrata nel merito del recente schema di Disegno di Legge “Misure urgenti di contenimento della spesa pubblica e riduzione dei costi della politica negli enti locali della regione”.
Un documento che evidenzia come il sistema delle autonomie locali trentine non intenda accettare passivamente il Disegno di legge, e voglia essere, invece, protagonista responsabile con una propria idea sul tema della riduzione dei costi della politica. Il documento si articola su due grandi temi: la riforma dell’ordinamento e la riforma dei compensi agli amministratori.
Sulla riforma dell’ordinamento la proposta per la riduzione dei Consiglieri prevede un massimo di 35 Consiglieri nei Comuni sopra i 100mila abitanti; 30 per i Comuni sopra i 30mila abitanti; 20 nei Comuni sopra i 10 mila abitanti; 15 nei Comuni sopra i 3mila abitanti; 12 nei Comuni da 1.000 a 3mila abitanti e 9 nei Comuni fino a mille abitanti.
Si prevede altresì di eliminare l’incompatibilità tra Assessore e Consigliere nei Comuni sopra i 13mila abitanti. Gli Assessori, in questo caso, manterrebbero la carica di Consigliere con il mancato subentro del primo dei non eletti in aula.
Il documento prevede anche la riduzione del numero degli Assessori. Sarebbero non più di 2, compreso il Vicesindaco, nei Comuni fino a 3mila abitanti; non più di 4, sempre compreso il Vicesindaco nei Comuni da 3001 a 10mila abitanti; non più di 6, compreso il Vicesindaco, nei Comuni da 10.001 a 100mila abitanti, e non più di 8, sempre compreso il Vicesindaco, per gli altri Comuni e capoluoghi di Provincia.
Particolare attenzione viene posta alla figura del Sindaco, per il quale si chiede di valutare la possibilità, mediante contributi volontari, di partecipare alla previdenza complementare oggi garantita ai Consiglieri regionali.
Sul tema della riforma dei compensi degli amministratori locali la proposta è quella di ridurre del 6 per cento tutte le indennità fissate dal DPReg 20 aprile 2010 n.4/L .
Non si concorda, invece, sulla prevista gratuità della carica di Assessore per i Comuni fino a 2mila abitanti. Un passaggio che creerebbe ingiustificate differenziazioni tra le diverse Municipalità. In questo caso, poi, si evidenzia come si tratti di un’indennità di modesta entità che verrebbe sostituita da un gettone di presenza per
ogni riunione dell’esecutivo.
Il documento prevede, invece, un taglio del 50 per cento, rispetto a quanto percepito dai Consiglieri comunali, per i membri delle Commissioni. Con la possibilità di ulteriore riduzione a discrezione dei Comuni.