Il governo in serata prende le distanze dai testi circolati, sui quali è ovviamente ancora aperto il confronto politico. Ma nel testo della bozza al quale hanno lavorato i tecnici è scritto: "Forme di esclusiva nell’approvvigionamento sono nulle per violazione di norma imperativa di legge, per la parte eccedente il 50% della fornitura complessivamente pattuita e comunque per la parte eccedente il 50% di quanto erogato nel precedente anno dal singolo punto vendita".
Ma le novità non si limitano ai carburanti. Con "l’ampio" (come lo ha definito lo stesso Monti) decreto in arrivo con ogni probabilità il 19 gennaio in anticipo di un giorno rispetto al previsto, Palazzo Chigi, presidiato oggi dall’ex Garante della Concorrenza, Antonio Catricalà, avoca a sé nuovi poteri antitrust per privatizzare ed aprire i mercati a livello locale, superando l’ostacolo, finora praticamente invalicabile, rappresentato dalla normativa regionale.
Allo stesso tempo, facendo leva su una specifica facoltà di proposta in materia di privatizzazioni, la nuova struttura supporterà gli enti locali "nel monitoraggio e nelle procedure di dismissione delle loro partecipazioni societarie nei servizi pubblici locali". La presidenza del Consiglio avrà insomma un potere diretto per favorire l’apertura delle utility municipalizzate. Nella bozza è previsto anche l’utilizzo di strumenti incisivi come le ispezioni o la Guardia di Finanza, anche se Palazzo Chigi ha precisato che tali poteri non saranno in realtà conferiti a nessuna nuova struttura. Assumendosi il nuovo ruolo di ‘garante’ sugli enti locali, il governo affianca e rafforza così l’azione dell’Antitrust che fino ad oggi non aveva poteri diretti, se non di segnalazione o, in base al decreto ‘salva-Italia’, di ricorso al Tar contro gli atti amministrativi delle Regioni.
Intanto è però il capitolo taxi a scatenare le polemiche più agguerrite. Riuniti a Bologna in un inedito ‘parlamentino’, i rappresentanti di una trentina di sigle sindacali hanno optato per la linea dura e decretato unitariamente il fermo della categoria per il 23 gennaio per protestare contro la mancata convocazione e contro le misure annunciate per il settore. Una protesta che da Bologna arriva anche a Napoli dove in serata alcune centinaia di taxi hanno bloccato la centrale Piazza Plebiscito per una protesta spontanea. Ed è alta tensione anche per i farmaci con un plico contenente un piccolo ordigno scoperto ieri in una farmacia di Milano di proprietà della presidente di Federfarma.