Sono passati vent’anni, ma l’assassino l’ha sempre fatta franca. Adesso, la Procura di Trento ha deciso di riaprire il caso e di avviare nuove indagini.
La speranza, per quanto flebile, è che le nuove tecniche di investigazione, che nel corso di questo ventennio si sono molto sviluppate, possano contribuire ad aprire nuove strade per l’accertamento della verità.
Vent’anni dopo la procura di Trento ha deciso di riaprire il caso per cercare di dare un’identità all’uomo che il 16 agosto del 1990 brutalizzò la ragazza, allora 28enne originaria di Sovramonte nel Feltrino, ma residente per lavoro a Cornuda, in provincia di Treviso. Il procuratore capo Stefano Dragone ha infatti incaricato la Squadra mobile di Trento di riprendere in mano gli atti, studiare i reperti, verificare se ci possano essere piste ancora da battere.