Un coro di critiche arriva dal Veneto per la decisione del Coni di candidare Roma ai Giochi Olimpici del 2020. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha gia’ espresso il suo disappunto ribadendo di voler indagare sui metodi usati per arrivare alla candidatura di Roma.
Orsoni attacca dopo l’esclusione – Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni ha commentato prima a caldo la "vergognosa" decisione del Coni, poi ha affidato a una nota il suo parere: "Prendiamo atto che a fronte di una candidatura di Roma non puo’ esserci alcuna competizione seria – dice Orsoni – e’ questo un modo sbagliato di affrontare le questioni, dividendo un Paese che sopporta sempre meno i soprusi di una classe dirigente autoreferenziale.
Mi riferisco in particolare ai vertici dello sport nazionale i quali non hanno certo dato prova di saperlo guidare verso quei risultati che tutti ci attendavamo come italiani e come sportivi, e come hanno dimostrato le recenti competizioni internnazionali. Una forte riflessione sotto questo profilo andra’ fatta per rilanciare tutto il settore dello sport, troppo influenzato dal desiderio di compiacere alla politica e troppo poco sensibile alle vere esigenze del Paese in questo campo. La politica, vera attrice di questa scelta, dovra’ interrogarsi se ha veramente fatto l’interesse della nazione e dello sport, mortificando delle realta’ economiche importanti riconosciute a livello mondiale quali sono il Veneto e Venezia". "Tiferemo in ogni caso per Roma – aggiunge Orsoni – citta’ alla quale ci sentiamo profondamente legati e che e’ essa stessa vittima di un errato modo di intendere l’interesse nazionale".
Zaia: "Penalizzato il Nord" – Zaia puntualizza: "Ha ragione chi dice in queste ore che il risultato delle votazioni del Coni di stamane penalizza il popolo veneto e tutto il Nord. Fino all’ultimo abbiamo provato a trovare una soluzione avanzando anche proposte che avrebbero reso piu’ forte la candidatura della stessa citta’ di Roma. Ad esempio abbiamo proposto il ticket Venezia-Roma, che avrebbe dato il senso di una comunita’ capace di presentarsi, con cordialita’ e amicizia ad un consesso mondiale così autorevole.
Poi, abbiamo proposto che la parte acquatica dei Giochi fosse assegnata a Venezia, ferma restando la candidatura di Roma. Ci e’ stato risposto che il regolamento non lo consentiva: una lettura, tuttavia, che molti esperti ci stanno dicendo essere sbagliata. In ogni caso, non sarebbe stato cosi’ impossibile come e’ stato raccontato. Mi chiedo se questa continua penalizzazione del Nord sia davvero utile e se si considerino gli effetti negativi che essa puo’ provocare".
Delusi gli industriali – Piu’ sfumato Andrea Tomat, presidente degli Industriali veneti che pero’ non nasconde la delusione: "È una decisione che accetto con spirito sportivo – ha detto – nella convinzione che, come Comitato Venezia 2020, abbiamo fatto tutto quanto era in nostro potere per presentare un progetto compiuto, credibile e fattibile in grado di gestire l’evento olimpico nella sua interezza e accogliere al meglio atleti, giornalisti e pubblico. Non e’ mia intenzione entrare nel merito delle valutazioni della commissione tecnica mi auguro abbiano preso in coscienza la decisione migliore per dare all’Italia la reale possibilita’ di vincere una gara internazionale che si presenta tanto importante quanto agguerrita".
Il presidente di Confturismo Veneto Marco Michielli tuona: "Il Veneto ha meno punti di Roma sul piano della capacita’ ricettiva? Panzane! Tra le scuse che il Coni poteva trovare questa e’ di certo la più esilarante. La Lupa la spunta sul Leone con l’astuzia, ma se dovevano trovare giustificazioni per la scelta del progetto Roma, potevano scovarne di migliori. Non si e’ voluto vedere che uno dei punti di forza del progetto Venezia e’ proprio una ricettivita’ alberghiera (e non solo) diffusa sul territorio".