I carabinieri della Stazione di Borgo Valsugana hanno denunciato per truffa aggravata un 57enne italiano di origini marocchine che, presentandosi quale santone in grado di guarire mali fisici e psicologici, era riuscito a farsi consegnare 26.000 euro da una donna di 60 anni con problemi di depressione
Borgo Valsugana (Trento) – L’uomo ha avvicinato la vittima presentandosi come venditore ambulante e poi, una volta entrato in confidenza, le ha proposto la guarigione attraverso l’incontro con un presunto guaritore.
Non contento del lauto guadagno, il 57enne, durante un secondo incontro, ha convinto la donna di essere affetta da tumore, richiedendo per la guarigione ulteriori 40.000 euro.
Questa volta la signora si è insospettita e ha deciso di fare dei controlli medici, che hanno dato esito negativo, inducendola a denunciare l’accaduto ai carabinieri.
In breve
Austria, troppi ubriachi in pista: direttore impianti lascia. Troppi sciatori che di notte scendono ubriachi lungo le piste da sci: per protesta il direttore degli impianti di risalita del centro sciistico Grossarl nel Salisburghese si è licenziato. Secondo Josef Gruber, le responsabilità e i rischi legali sono troppi. Il direttore si riferisce a un fatto avvenuto lo scorso 26 dicembre quando un gatto delle nevi ha sfiorato uno sciatore ubriaco che dormiva in mezzo alla pista. Il conducente – racconta Gruber – è tuttora sotto shock perché in un primo momento pensava di aver travolto l’uomo. E’ rimasto comunque traumatizzato e quasi non riesce più a svolgere il suo lavoro. I dirigenti, come anche i tecnici, temono conseguenze penali in caso di incidenti. Anche il medico del distretto sanitario Ernst Toferer, che deve intervenire sulle piste di notte in caso di incidenti, ha gettato la spugna. “La situazione – dice – è diventata insostenibile. Quasi ogni settimana ci sono sciatori feriti perché scendono ubriachi lungo le piste. E’ solo una questione di tempo che scappa il morto”. Il sindaco Johann Rohrmoser tenta di gettare acqua sul fuoco, ma ammette che è molto difficile correre ai ripari. E’ infatti impossibile imporre un orario di chiusura ai rifugi, soprattutto se offrono anche pernottamenti.