Referendum in 13 comuni della Val di Sole. La consultazione popolare sugli orsi infiamma il dibattito tra pro e contro grandi carnivori. Legambiente: «La convivenza non si pratica con soluzioni semplicistiche». Enpa diffida la Provincia di Trento, ‘M91 è un bersaglio facile’
Val di Sole (Trento) – Risultato netto al referendum su orsi e lupi in valle di Sole, in Trentino. Per 7.731 persone, il 98,58% dei votanti, la presenza di grandi carnivori in zone densamente antropizzate come le Valli di Sole, Peio e Rabbi è “un grave pericolo per la sicurezza pubblica ed danno per l’economia e la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni locali”.
I voti validi sono stati 7.842 con un’affluenza del 63,16% nei seggi allestiti domenica 27 ottobre in 13 Comuni. La consultazione, dopo le richieste di associazioni e cittadini, è stata indetta con una deliberazione del Consiglio dei sindaci lo scorso settembre. Il Comitato Insieme per Andrea Papi – il 26enne ucciso dall’orsa Jj4 in valle di Sole nel 2023 – aveva raccolto e consegnato alla Comunità della Valle di Sole oltre 6.000 firme per chiedere l’attivazione della consultazione.
Ai seggi si sono così recati gli iscritti nelle liste elettorali previste per le elezioni comunali dei Comuni di Caldes, Cavizzana, Commezzadura, Croviana, Dimaro Folgarida, Malé, Mezzana, Ossana, Peio, Pellizzano, Rabbi, Terzolas e Vermiglio. L’affluenza più alta si è registrata a Cavizzana (75,51%), Rabbi (73,07%), Terzolas (71,72%) e Caldes (71,13). Sotto il 60% Ossana (59,71%), Vermiglio (59,65%), Malé (57,45%) e Pellizzano (53,64%). L’esito della consultazione non cabia le cose a livello giuridico. Orsi e lupi sono infatti specie protette. Ma si tratta certamente di un segnale politico, come ha sottolineato il presidente della Comunità di Valle, Lorenzo Cicolini.
I commenti dopo il voto
Risultato netto quello uscito dalle urne della val di Sole che ora, dice l’assessore provinciale Roberto Failoni, la politica non può ignorare. Duro è invece il giudizio di uno che di orsi se ne intende: Alessandro De Guelmi di orsi se ne occupa da decenni. Per lui la consultazione è “la certificazione del fallimento della politica sugli orsi degli ultimi 20 anni”. Per risolvere la questione serve monitoraggio, ricerca e comunicazione. Perché la gestione degli orsi – dice ancora – oggi è un problema: altissima consanguineità e spesso confidenza con l’uomo.
Animalisti e ambientalisti critici sul risultato
Legambiente in una nota conferma: “Il risultato emerso dal referendum è frutto di un clima di paura e odio cresciuto negli ultimi anni e alimentato da politica e istituzioni miopi. Sul fronte coesistenza uomo-animali selvatici, è evidente che le comunità locali in questi anni si sono sentite abbandonate e lasciate sole. Bisogna recuperare il tempo perso e fare rete: l’unica strada da percorrere è quella della convivenza tra uomo e animali selvatici attraverso un approccio scientifico. Prima pietra migliorare e aggiornare il Pacobace con dieci azioni preventive”.
Un referendum inutile quello che si è svolto ieri in Val di Sole. Gli orsi non cambiano il loro status di animali protetti, com’è ovvio, una consultazione locale non potendo certo cambiare la normativa europea e nazionale che dà loro la massima tutela. Così, l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che fa notare come la reintroduzione della specie è stata voluta dalla politica trentina del tempo, e ora la stessa politica dovrebbe darsi da fare per limitare con la prevenzione, e non con gli abbattimenti, l’insorgere dei problemi. «La valenza di questa votazione è tutta da dimostrare», osserva il responsabile per la Fauna selvatica Oipa, Alessandro Piacenza.
«Serviva quantomeno rivolgersi all’intero elettorato provinciale: limitarsi a chiedere un parere su un animale tutelato da leggi europee a una fetta di popolazione così piccola porta a poco. Con tutto il rispetto per la gente della Val di Sole, stiamo parlando di 15 mila persone. Ci fosse anche stato un plebiscito per il sì, cosa che non è stato non sarebbe cambiato nulla. Si sta generando ulteriore paura e insoddisfazione quando le strade da percorrere sono ben altre e non sanguinarie. La convivenza uomo-orso è possibile e va promossa a tutela delle vite e della biodiversità».