‘Per sapere serve condividere e significa civiltà e tolleranza’. Protesta con tanto di lancio di banconote finte per i costi dell’opera. Sette piani e 340 mila volumi su quasi 10 chilometri di scaffali
– Università e biblioteche trasformano le città in luoghi di civiltà
Trento – “Le biblioteche si sono evolute, ma una cosa resta ferma, il libro, resta un elemento fondamentale, aiuta a stare assieme, a condividere i valori. In una biblioteca si cerca e si sta assieme, perché sapere è anche condividere.
Non basta collegarsi a un computer e connettersi. Condividere porta civiltà e insieme tolleranza e l’aiutarsi l’un l’altro”. Così l’architetto Renzo Piano, che ha inaugurato la nuova biblioteca centrale dell’università di Trento.
Cristallo e acciaio, anima ecologica di bambù, con scaffalatura aperta per quasi 10 chilometri di volumi in fila, per un totale di oltre 340.000 libri e oltre 430 postazioni di studio nel quartiere delle Albere, a 300 metri in linea d’aria dal Muse, il museo delle scienze di Trento, opera dello stesso Piano, così come l’intero quartiere in cui sono inseriti.
Al taglio del nastro il rettore dell’ateneo, Paolo Collini, il presidente, Innocenzo Cipolletta, il governatore del Trentino, Ugo Rossi, il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta.
Gli interventi
Il rettore, primo ad intervenire alla cerimonia dopo il taglio del nastro, Paolo Collini ha esordito con un ringraziamento: «Alle persone che hanno creduto a questo progetto. Una biblioteca è un oggetto prezioso, dove il sapere si conserva, si tramanda, si rende disponibile alle persone. E una biblioteca a scaffale aperto lo è ancora di più, perché invita alla consultazione. L’apprendimento della conoscenza è un cammino. Una miniera di libri, come l’ha definita l’architetto Piano.
Piena di libri e di persone. Una realizzazione che è frutto di una comunità che sa investire nel futuro e sa lasciare un’eredità a chi viene dopo. Qualsiasi cosa lo sviluppo tecnologico faccia dei libri, questa biblioteca è destinata, per la bellezza e la gioia che si prova nel frequentarla, a rimanere un luogo di aggregazione, come edificio proiettato nel futuro indipendentemente dalla sua funzione originaria. Un progetto che non è nato come biblioteca, ma che grazie ad una geniale intuizione e a un grande impulso della Provincia autonoma si è trasformata. Oggi diamo alla comunità tutta un grande regalo. Una biblioteca in cui ci sarà gusto a venire, un luogo vivace, una parte importante della nostra città».
«Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di un’opera di così grande bellezza, a partire dall’Università e dal Comune – ha cominciato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi –. Abbiamo cercato di realizzare in tempi brevi un’opera utile all’università, che rivitalizzare l’intera zona, realizzando un obiettivo importante ed anche un risparmio di risorse pubbliche. Questo è un investimento importante, ma è a metà. Sarà compiuto quando i ragazzi utilizzeranno al meglio questo luogo per diventare la classe dirigente di domani. Un investimento in conoscenza e un investimento in democrazia e anche nella qualità della nostra autonomia. Il diritto allo studio, la valorizzazione delle risorse umane, la crescita culturale di una comunità si realizzano attraverso una serie di interventi, che riguardano tanto le infrastrutture e i servizi quanto i contenuti, la didattica, la ricerca. Però quando un “contenitore” è di questa qualità, possiamo essere certi del fatto che i risultati attesi arriveranno».
Per Rossi la biblioteca rappresenta un tassello: «La Provincia e l’Università hanno individuato infatti come azione strategica la messa a disposizione a favore dell’Ateneo del compendio dell’ex Cte. Questo nuovo intervento creerà un passaggio tra la zona universitaria di via Verdi, il Muse, il quartiere e il parco delle Albere e consentirà, entro il 2018, di insediare nell’area Cte la nuova mensa universitaria e quindi di realizzare nuove aule-studio. Ce n’è abbastanza per rilanciare il ruolo di Trento capitale della cultura, aperta agli studenti, agli studiosi, ai ricercatori del territorio e di tutto il mondo. Un capoluogo in rete con gli altri poli culturali del Trentino, orgoglioso del passato e proiettato senza timidezze verso il futuro».Una biblioteca «bellissima, maestosa, importante» per il sindaco di Trento Alessandro Andreatta.
La terza che si inaugura in città in un anno, dopo la biblioteca giovanile e il Vigilianum. «Tre progetti diversi, ma che ci dicono la vocazione di questa città: essere una piazza del sapere, far incontrare discipline e culture, umanisti e scienziati, passato e futuro per dar modo a tutti di essere cittadini consapevoli, accorti, sensibili, aperti».«Questa biblioteca – ha ripreso Andreatta – è l’immagine di come sia cresciuto il rapporto tra l’università e la città di Trento, tra l’università e tutto il territorio trentino. È l’approdo di un’idea di sviluppo che, pur tra mille difficoltà, abbiamo cercato tutti insieme – Provincia, Comune, Università – di tradurre in realtà. Che tanti sforzi abbiano trovato una convergenza non su un’opera qualsiasi, ma sulla costruzione del più “sapiente degli edifici”, su un luogo dedicato alla conoscenza e allo studio, credo sia di buon auspicio per il futuro di questa città. Una biblioteca che può essere volano anche per la candidatura di Trento a capitale della cultura 2018».«Qui c’era una fabbrica che faceva ruote per automobili – ha ricordato Renzo Piano nel suo intervento.
Questa è una fabbrica diversa, una fabbrica bianca. Una scatola dei libri – per richiamare l’etimologia greca – della parola biblioteca. Un architetto non è mai solo, è una voce narrante di un esercito di persone. Migliaia di persone hanno lavorato., C’è stata fermezza e volontà politica, una continuità per decenni, un’amministrazione comunale, le maestranza e un utente, l’università con cui c’è stato un dialogo costante». Piano ha dedicato un ringraziamento speciale a chi ha lavorato all’opera, per sottolineare il valore di coralità dell’opera e l’orgoglio di chi ne ha avuto parte. Costruire biblioteche, luoghi per la gente è un’esperienza fantastica. Dove città e civiltà sono la stessa parola. Gli scaffali aperti, quarant’anni fa sono stati una scoperta. Favoriscono la scoperta. Uno spazio per stare assieme. Un piccolo palazzo di luce. Qui la bellezza fa da collante all’esperienza di incontrarsi in un gioco di spazi».
Per il presidente del Cda dell’Ateneo Innocenzo Cipolletta «la costruzione della biblioteca universitaria è un impegno da parte dell’Università non solo per favorire lo studio degli allievi e la ricerca degli accademici, ma anche per la diffusione della cultura in tutto il territorio. Quest’opera, realizzata su disegno di Renzo Piano, è anche un tributo alla città di Trento che ci ospita e che tanto ha fatto per l’Università».
Il presidente del Consiglio di biblioteca di Ateneo Massimo Miglietta ha espresso «un ringraziamento al personale tutto del Sistema Bibliotecario di Ateneo, compresi gli studenti che hanno collaborato al trasferimento del materiale bibliografico, per l’enorme lavoro che ha sostenuto in questi mesi». Ha poi ricordato «che il traguardo raggiunto non sarebbe stato possibile senza anni di progettazione e di preparazione, il cui merito va ascritto alla passione dimostrata da tutti i settori dell’Ateneo nonché dalle autorità, senza dimenticare i professori Paola Villa e Andrea Leonardi che mi hanno preceduto nella carica di presidente del consiglio di biblioteca».«Credo che l’auspicio – ha detto il delegato per la comunicazione Claudio Giunta – sia di rendere questa biblioteca qualcosa di più di un semplice deposito di libri.
Intanto è un edificio molto bello. E poi ha spazi tali da poter essere il luogo perfetto per conferenze, seminari, proiezioni, e insomma per stare insieme parlando di libri, dipinti, film, scienza eccetera». Ha aggiunto: «E poi apre la città di Trento, nel senso che se uno viene da sud col treno, la nuova biblioteca è una delle prime cose che vede: le altre città si annunciano con grandi e grigie periferie post-industriali, Trento con una biblioteca progettata da Renzo Piano: non male no?».Ha chiuso la cerimonia un saluto particolare di Daria De Pretis, già rettrice dell’Università di Trento e ora giudice della Corte Costituzionale che ha fortemente voluto questo progetto.
L’intrattenimento musicale durante la cerimonia è stato a cura di alcuni studenti del Bonporti.
La Scheda dell’Opera
Sette piani (oltre al parcheggio interrato), facciate e tetto a vetrata, circa 340mila volumi disposti su quasi 10 chilometri di scaffali (per la maggior parte a scaffale aperto) e oltre 430 postazioni studio ospitate su cinque livelli in 6mila metri quadri di spazi di lettura in due grandi corpi di fabbrica collegati da una lobby che si affaccia sulla vista del quartiere e delle montagne.
Sono i numeri della BUC, la nuova Biblioteca di Ateneo che oggi viene svelata in una cerimonia di inaugurazione alla presenza dell’architetto Renzo Piano che l’ha progettata. La sfida era quella di adattare il progetto originario di centro congressi alle nuove esigenze di dare ospitalità, in un luogo accessibile e funzionale, al prezioso patrimonio librario dell’Ateneo e di accogliere gli studenti, gli accademici e i cittadini che vorranno consultarlo.Tra cristallo, acciaio e pietra, un edificio che fin dall’esterno si caratterizza per il un gioco di volumi, vuoti e pieni, la leggerezza dell’architettura e per la luminosità. Merito delle grandi vetrate e dei materiali chiari scelti per rivestire gli interni.
Scaffali, scalinate, corrimano e circa 9mila metri quadri di pavimenti sono infatti di bambù, un legno resistente ed ecologico (perché in natura cresce velocemente una volta tagliato) scelto anche per la colorazione che facilita la lettura. Un materiale simbolo della nuova Biblioteca che sorge a 300 metri in linea d’aria dal Muse e a pochi passi dal grande parco pubblico de Le Albere. Grazie a queste scelte rispettose dell’ambiente l’edificio ha ottenuto la certificazione energetica Leed® Gold ed è naturalmente anche certificato antincendio e antisismico.La cerimonia di oggi con il taglio del nastro ha luogo nella grande hall al piano terra, attigua agli spazi consultazione con una zona relax a diretto contatto con l’esterno, un’area destinata all’autoprestito dei volumi tramite supporto informatico e una postazione informatica abilitata per i bisogni speciali (dislessia, discalculia… ).
Da lì i visitatori entreranno poi nel cuore della biblioteca per assistere agli interventi in programma: dopo il benvenuto del rettore Paolo Collini, previsti i saluti del presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi e del sindaco di Trento Alessandro Andreatta. A seguire l’intervento dell’architetto e senatore Renzo Piano che racconterà il suo progetto. La parola poi passerà al presidente del Cda dell’Ateneo Innocenzo Cipolletta, al presidente del Consiglio di biblioteca Massimo Miglietta e al delegato per la comunicazione Claudio Giunta. Gli studenti del Conservatorio Bonporti cureranno l’intrattenimento musicale. Dopo la cerimonia, previste visite guidate all’edificio.Una biblioteca con scaffali aperti è un invito alla lettura.
È comunque previsto un deposito al primo piano interrato, dove è custodita una parte consistente della dotazione libraria pronta per essere messa a disposizione su richiesta degli utenti.Al primo piano si trova un’aula didattica multimediale con scaffali per la consultazione e buona parte degli uffici della Biblioteca, mentre al secondo piano, sono più numerosi gli spazi studio, affiancati da una sala che può essere usata come spazio polifunzionale o area a scaffale aperto. Anche il terzo piano, si caratterizza per la presenza di due ampi spazi per la consultazione entrambi illuminati da lucernari. Il quarto piano è dedicato ad ospitare le collezioni con due aree studio con lucernario.
Le due parti dell’edificio sono collegate da una passerella. Il quinto e ultimo piano ha copertura di cristallo, con scaffalature ma senza postazioni studio. Sul tetto, anch’esso in cristallo, sono stati installati pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. In tutto l’edificio sono presenti 28 bagni, di cui 10 attrezzati per disabili. Il secondo piano interrato è invece riservato ai parcheggi.
Tra i punti di forza del nuovo edificio la sostenibilità e le scelte green per molte delle soluzioni. Per favorire la mobilità di studenti e dipendenti la Biblioteca è stata attrezzata con una stazione per la ricarica dei veicoli elettrici e chi viene al lavoro in bicicletta potrà usufruire di alcune docce. Tra le curiosità, è presente un sistema di raccolta dall’acqua piovana allo scopo di alimentare gli impianti irrigui e le cassette dei servizi igienici. Novità anche sul versante del riscaldamento, che sarà a trigenerazione per produrre contemporaneamente energia elettrica, calore e energia frigorifera per la climatizzazione dei locali.
Dopo l’inaugurazione la Biblioteca rimarrà chiusa ancora per qualche giorno per consentire di ultimare i lavori di cablaggio e montaggio dei mobili, rallentato per permettere di accogliere i cittadini per la cerimonia di apertura. La nuova biblioteca riaprirà verso la metà di dicembre mantenendo invariati gli orari al pubblico. Sarà aperta alla comunità studentesca, accademica e cittadina dal lunedì al sabato dalle 8 alle 23:45, mentre la domenica dalle 14 alle 21.
In questa fase di transizione il prestito sarà garantito presso il punto distribuzione della vecchia biblioteca centrale all’ex Cavazzani anche grazie ad un nuovo sistema di prenotazione online.La sistemazione dei libri a scaffale aperto ha richiesto un lavoro supplementare nella fase di trasloco dei volumi, ma si è conclusa nei tempi previsti. I volumi sono stati infatti riordinati, nuovamente catalogati ed è stato apposto un sistema antitaccheggio.
La cerimonia di inaugurazione di oggi è stata trasmessa in diretta streaming sul sito: http://www.unitn.it/evento/inaugurazione-biblioteca