I lavori in aula – Il Consiglio provinciale ha ascoltato e poi discusso la relazione del Presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, sulle linee generali del bilancio preventivo 2013 della Pat, prossimamente in aula per la discussione e il voto.
La relazione – 17 cartelle in tutto – ha tracciato anzitutto il quadro in cui si cala la manovra di bilancio della Pat, storicamente la prima caratterizzata da risorse in calo. Forti incertezze, economia italiana in recessione, proiezioni negative per il Pil nazionale.
Il Trentino sta meglio, ma nel 2012 anche il prodotto interno lordo provinciale calerà tra l’1 e l’1,3%. Costruzioni ed estrattivo sono i settori più sofferenti. Il tasso di disoccupazione cresce, ma è ancora circa la metà di quello nazionale. Nel 2013 si prevede per il Trentino una ripresa molto timida, dello 0,6%, ma la stima deve trovare conferma nei fatti.
L’impatto delle manovre governative sul bilancio della Pat – a prescindere dai molti ricorsi inoltrati alla Corte Costituzionale per violazione dello Statuto di autonomia – è nell’ordine del 30%: 698 milioni tagliati nel 2012, 791 milioni nel 2013, 568 milioni già prelevati in base all’Accordo di Milano. Totale: 1.266 milioni nel 2012, 1.359 milioni nel 2013, cui si aggiunge la manovra che pesa direttamente sulle casse dei Comuni trentini per 32 milioni di euro. Il Presidente ha ricordato che l’indebitamento della provincia è pari al 9% del Pil, "peraltro a fronte di coperture già iscritte nei bilanci".
Per una serie di fattori contabili e finanziari, le risorse di bilancio preventivo 2013 restano attestate ancora a 4.500 milioni di euro, con una riduzione del 3,1%. Occorre affrontare questa situazione senza isterie, con coraggio e contrastando il vento del centralismo che spira da Roma.
Nella seconda parte della relazione, Dellai ha spiegato come è stato costruito il documento di bilancio, come si muoverà il governo provinciale tra le inedite ristrettezze di budget. Si lavorerà intensamente sul fronte della razionalizzazione e qualificazione della spesa, si cercherà di mantenere alta la quota di bilancio destinata agli investimenti.
LE SCELTE DI BILANCIO:
Spesa corrente: -2%.
Agevolazioni Irap: confermate nel prossimo biennio, per 80 milioni di euro. Se possibile, altre ne verranno varate.
Incentivi alle imprese: verranno revisionati, con il varo tra l’altro di una nuova normativa per favorire l’internazionalizzazione delle nostre aziende. Proprio ieri la Giunta ha poi avviato un progetto per favorire la nascita e lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile.
Opere pubbliche: andranno avanti quelle urgenti, le altre verranno riconsiderate e ricalibrate nel tempo.
Sviluppo: si parteciperà al nuovo Fondo strategico per lo sviluppo del territorio, un fondo di investimento d’iniziativa regionale che sosterrà progetti di investimento capaci appunto di generare sviluppo economico, supplendo alla riduzione delle risorse del bilancio pubblico.
Welfare: l’obiettivo è mantenerne inalterato il livello, confermando anche sforzi nuovi come quello per il reddito di garanzia e per l’assegno di cura ai non autosufficienti. Certo, occorrerà adeguare in alto alcune tariffe ormai troppo contenute.
Pubblica Amministrazione: avanti, con la massima determinazione, nella razionalizzazione della spesa e nella riorganizzazione amministrativa, anche degli enti strumentali Pat. Saranno ridotte le sostituzioni del personale assente, ridotte le spese non obbligatori di beni e servizi, recuperate spese attuali per locazione, contenute le spese discrezionali.
Altre direttrici: coinvolgere il privato nella gestione dei servizi pubblici, valorizzare le donne, presidiare l’accesso al credito, non arretrare sul fronte del nuovo impegno per la gestione dell’Università trentina (il Presidente ha bacchettato a questo punto le "alcuni tratti del dibattito di queste settimane, apparsi non coerenti con le difficoltà e le incognite di questa fase sociale ed economica").
IL DIBATTITO E LA REPLICA DEL PRESIDENTE
Alla relazione letta in aula dal Presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, è seguito in mattinata un dibattito fondato su un intervento per ciascun gruppo consiliare e sulla replica finale di Dellai. Ecco una sintesi.
Franca Penasa (Lega Nord Trentino) – Mancano dati chiari – ha detto la consigliera – sull’impatto del debito diretto e indiretto cumulato dalla Pat rispetto alle disponibilità dei prossimi bilanci. I dati che ci sono comunque preoccupano. Credito: nulla si è fatto su questo fronte, le aziende stanno anche peggio rispetto ad un anno fa. Occupazione: la realtà è peggiore del dato statistico dichiarato. Turismo: i margini di guadagno sono crollati, altro che tenuta. E sono stati commessi errori gravi, ad esempio nel marketing.
Michele Dallapiccola (Patt) – Ha detto che è opportuno fare autocritica e che i trentini devono dimostrare più attaccamento alla propria terra, c’è bisogno ad esempio di spendere in provincia invece di uscire dai confini e portare ricchezza su altri mercati. Il Trentino è atteso da un periodo duro, in cui occorrerà rinunciare al sistema delle contribuzioni a pioggia, per fare invece più selezione. Un suggerimento: ragionare sulle nuove Comunità di valle. Agricoltura: massima attenzione al nuovo piano di sviluppo rurale. Costi della politica: è giusto ridurli e fare in fretta, anche se non è con questo che si risolveranno i problemi finanziari della Pat.
Giuseppe Filippin (Gruppo misto) – Ha lamentato di notare "trucchi di bilancio", ad esempio quelli per cui le risorse calano del 30% ma il bilancio solo del 3%. Ci sono a bilancio 3 miliardi di euro che lo Stato ci deve, ma questi denari non sono certi, così come quelli relativi alla contesa riserva all’erario. Il buon padre di famiglia – ha detto Filippin – queste voci attive non le avrebbe inserite in bilancio.
Giorgio Lunelli (Upt) – Ha invocato maggiore consapevolezza di tutto quello che sta succedendo in Europa, in Italia, in Trentino. Il Presidente ha ricordato che la spesa pro capite in conto capitale è il triplo, in Trentino, rispetto al resto del Paese. Ebbene, è la prova che il governo provinciale ha idee per rilanciare lo sviluppo, e in questo bilancio si notano, come quelle per riqualificare e garantire il welfare.
Walter Viola (Pdl) – "Sono molto preoccupato dalle scelte centralistiche che il Governo Monti sta facendo, dopo anni in cui era il federalismo la parola d’ordinanza. I parametri economici nazionali sono un bollettino di guerra, si va verso una stagflazione accompagnata da alto livello di disoccupazione. Il consigliere ha chiesto a Dellai di ripensare (non di eliminare) i parametri Icef per l’erogazione dei servizi provinciali. Con soddisfazione Viola ha poi notato che nella sua relazione Dellai non parla più di Metroland, mentre ha invece annotato criticamente altri passaggi (un esempio: le Apt d’ambito vanno ripensate radicalmente nel quadro delle politiche per il turismo. Ancora: no alla tassa di soggiorno).
Luca Zeni (Pd) – Ha commentato positivamente quanto fatto in questi ultimi due anni dal governo provinciale per arginare gli effetti della crisi economica. Razionalizzazione della macchina provinciale: compito estremamente difficile, ma da percorrere con coraggio. Accesso al credito: tema fondamentale, e l’idea del fondo d’investimento sovrano è sicuramente molto promettente. La crisi come opportunità, anche per rilanciare l’autonomia come modello più efficiente e funzionale per gestire la cosa pubblica. Le potenzialità per vincere la sfida ci sono tutte.
Bruno Firmani (Idv) – "Ci sono novità rilevanti in questo bilancio, e le condividiamo in pieno, perché coincidono con quanto diciamo da sempre. Il risparmio, per esempio, le economie di scala e le razionalizzazioni dei servizi della Pat, Il problema numero uno dev’essere la riduzione del numero dei Comuni, che poi farà venir meno anche la necessità delle Comunità di valle". E poi: basta incarichi professionali ai dipendenti pubblici. Taglio agli emolumenti degli alti dirigenti pubblici. Revisione e valutazione degli spin-off fin qui sperimentati dalla Pat. Il fondo strategico per lo sviluppo del territorio: idea magnifica, lo si utilizzi evitando i progetti ad alto rischio di fallimento.
Luigi Chiocchetti (Ual) – Ha commentato con favore diversi passaggi della relazione, lodando il fondo per l’imprenditoria giovanile, il mantenimento dei livelli di investimento in conto capitale, il piano di miglioramento della pubblica amministrazione, la riduzione del peso della burocrazia sulle imprese. Un’altra sottolineatura: positiva l’attenzione ai problemi di accesso al credito bancario, altro problema pesante del sistema imprenditoriale. Una proposta: rimettere mano alle Comunità di valle, non per farle fuori ma anzi per far decollare davvero la riforma.
Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) – Il consigliere ha chiesto al Presidente Dellai cosa succederà tra pochi anni, a fronte di una progressiva, pesantissima riduzione delle risorse e degli spazi sempre più risicati – quindi – per spendere negli investimenti. Bene gli incentivi allo sviluppo, ma attenzione a non ritrovarsi senza denari e senza sviluppo, dopo avere speso denari in realtà troppo deboli. "Riconosco, Presidente Dellai, la sua capacità di volare alto, a differenza di suoi assessori, che si presentano alla gente – ha anche detto Giovanazzi – portando il saluto della Giunta ma anche del consigliere Ottobre, confondendo istituzione e partito".
LA REPLICA DI DELLAI
In particolare a Penasa: credo che la consigliera non si accontenterà di nessun dato, finché non le dirò che qui siamo messi come in Sicilia. Ma non lo farò perché non è così, perché il nostro debito è del tutto sotto controllo.
In particolare a Dallapiccola e a Filippin: il Trentino già oggi è una terra stimata e ammirata e io sono orgoglioso del percorso fatto fin qui sviluppando la nostra terra. Curioso l’atteggiamento di chi in maggioranza parla di necessità di autocritica. Io sono orgoglioso del percorso fin qui fatto per un territorio all’avanguardia in Europa.
L’unica autocritica che dobbiamo fare è che dovremmo investire ancora di più in università e ricerca ed essere più esigenti nel chiedere che l’università contribuisca a generare sviluppo sul territorio. E’ ovvio che l’austerity generale ci obbliga a ripensare le modalità della spesa pubblica, ma dobbiamo tenere la barra dritta sulle cose che contano veramente nel lungo periodo, non smettendo di investire nel futuro, come hanno fatto i nostri nonni.
La questione dell’effettivo calo di risorse (30%, ma con una contrazione del bilancio 2013 solo del 3%): l’apparente contraddizione ha spiegazioni tecniche. Sottoscrivendo l’Accordo di Milano noi abbiamo accettato ad esempio di rinunciare a 565 milioni di euro, che però avevamo già inserito nei bilanci come crediti non esigibili. L’effetto del taglio era quindi già stato ammortizzato.
I lavori del Consiglio provinciale sono proseguiti nel pomeriggio con due designazioni, una nomina e l’esame di sei proposte di mozione.
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