Un’esposizione dedicata a due visionari imprenditori del vetro
Fino al 30 giugno 2025 il Museo del Vetro di Murano ospita una bella mostra dal titolo “Storie di fabbriche. Storie di famiglie. Donazione Carlo e Giovanni Moretti 1958-2013”. Un’esposizione dedicata a due visionari imprenditori del vetro che ambivano dialogare con la contemporaneità, travalicando i confini dell’isola di Murano, alla ricerca di una promozione internazionale per le loro creazioni artistiche

di GianAngelo Pistoia
NordEst – Fino al 30 giugno 2025 il Museo del Vetro di Murano ospita una interessante mostra dal titolo “Storie di fabbriche. Storie di famiglie. Donazione Carlo e Giovanni Moretti 1958-2013” a cura Chiara Squarcina, Mauro Stocco e Marta Moretti. La mostra permetterà per la prima volta di presentare al pubblico la maggior parte dell’importante e cospicua donazione di 453 opere della ditta Carlo Moretti, pervenuta al Museo del Vetro nel 2020.

Fondata il 30 ottobre del 1958 da Carlo e Giovanni Moretti, due giovani muranesi appartenenti a una famiglia di imprenditori del vetro, la Carlo Moretti si distingue da sempre per la creazione di oggetti in cristallo – calici, bicchieri e contenitori di varia destinazione – caratterizzati dalla ricerca costante di linee pulite ed essenziali, unita a innovazione tecnica e messa a punto degli strumenti di lavorazione più idonei.

L’azienda inizia la propria produzione concentrandosi sulla fabbricazione di vetri trasparenti incisi e di bicchieri colorati, decorati con motivi in oro, abbandonando la tradizionale produzione familiare. All’inizio degli anni Sessanta la Carlo Moretti mette in produzione le prime serie di articoli in vetro bicolore (lattimo interno e colore esterno) e successivamente la fortunata serie dei “Satinati”, destinate ai grandi magazzini Bloomingdale’s di New York. Si avvia così il processo di affermazione dell’azienda sui mercati esteri. Cifra stilistica della Carlo Moretti è l’adozione di forme semplici e basilari e di linee essenziali per calici e coppe, composte per lo più da geometrie basate su cilindri e sfere.

Gli anni Settanta rappresentano per la Carlo Moretti il periodo di maggiore innovazione, che si manifesta anche nella ricerca tecnica volta al miglioramento della qualità della materia prima e nella volontà di affermazione di un preciso linguaggio espressivo. In questi anni si attua in azienda la ripresa del tradizionale cristallo muranese, che diventa un vero marchio di fabbrica per la Carlo Moretti, identificata con l’eleganza e la leggerezza dei suoi prodotti. Nascono allora straordinari progetti come il bicchiere “Ottagonale” del 1974 e l’“Ovale” del 1976.

Un momento di svolta nel repertorio formale si verifica nel corso degli anni Ottanta con i vetri che meglio identificano la produzione dell’azienda e la sua cifra stilistica: oggetti sobri in cristallo, di grande raffinatezza, spesso finiti a sola molatura, quali le serie “Millemolature” e “Bande molate” del 1984. Sono presenti in mostra anche la celebre serie di “Calici da collezione”, lanciata in occasione del Natale 1990, frutto di un’intuizione di Giovanni Moretti. Ogni anno rinnovati nei colori, nelle forme e nelle decorazioni, i Calici ottengono subito un grandissimo successo commerciale.

Dal punto di vista delle creazioni più propriamente artistiche risale agli anni Novanta anche il progetto “Monolite”, sculture in vetro pesante ispirate al paesaggio urbano notturno di Manhattan, realizzate con una tecnica particolare di fusione nel forno termico. Gran parte della produzione degli anni Duemila è caratterizzata dai vetri in pasta. Ogni oggetto è firmato a mano a punta di diamante, in modo da renderlo inconfondibile e unico. La mostra è quindi l’occasione per ripercorrere in modo puntuale ed esaustivo le vicende storiche dell’azienda Carlo Moretti e l’evolversi della sua fortunata produzione dagli anni Sessanta a oggi.

Il Museo del Vetro di Murano
Palazzo Giustinian – attuale sede del Museo del Vetro – nasce come residenza patrizia nelle tipiche forme del gotico fiorito, di cui resta traccia nella colonna con capitello dell’atrio e nelle finestre della facciata sul cortile. Nel 1689 il vescovo di Torcello, Marco Giustinian, trasferisce qui la sua sede e poi acquista il palazzo per donarlo alla diocesi. Viene allora radicalmente ristrutturato, su progetto dell’architetto Antonio Gaspari. Di quegli anni, al primo piano nobile, resta il soffitto del salone centrale, affrescato da Francesco Zugno (1709-1787), con quadrature (motivi architettonici) di Francesco Zanchi (1734-1772), raffigurante il Trionfo di San Lorenzo Giustiniani, antenato della famiglia e primo patriarca di Venezia. Il palazzo rimane la sede della diocesi di Torcello fino a quando questa viene soppressa, nel 1805; passa allora al Patriarcato di Venezia, che lo vende nel 1840 al Comune di Murano, di cui diventa la sede.

Nel 1861 l’abate Vincenzo Zanetti fonda il Museo del Vetro di Murano: il primo nucleo del museo-archivio dell’isola trova spazio all’interno del palazzo, nel salone centrale, estendendosi poi, poco alla volta, a tutto l’edificio. Nel 1923 Murano entra a far parte del Comune di Venezia, che acquisisce quindi anche il palazzo. Il Museo del Vetro viene quindi incluso nei Musei Civici Veneziani (MUVE). Le sue collezioni sono state riordinate nel 1932, con l’aggiunta dei vetri delle collezioni Correr, Cicogna e Molin. Oggi le collezioni del museo, oltre che per mezzo di acquisti, vengono incrementate da donazioni da parte delle fornaci dell’isola, che vanno ad arricchire soprattutto la raccolta contemporanea. Il museo è stato recentemente restaurato per ospitare le collezioni del Novecento.