Entra nel vivo la manifestazione “Archeologia di Sera 2016” proposta dal Civico Museo di Storia ed Arte
Trieste – L’evento è organizzato dal Civico Museo di Storia ed Arte – Orto Lapidario di Trieste nei martedì di agosto, con apertura serale dalle 20 alle 23, ingresso da piazza della Cattedrale 1.
Il percorso di riallestimento del Civico Museo di Storia ed Arte si è arricchito quest’anno della nuova sezione dedicata alle raccolte di antichità classiche, in un allestimento che ha consentito di realizzare al tempo stesso un importante recupero storico museografico unitamente a un’ampia valorizzazione espositiva delle collezioni, adeguata all’importanza e bellezza dei vasi di produzione cipriota, campana, lucana e soprattutto apula, accanto alla coroplastica tarantina e al favoloso rhyton (se prima erano visibili solo 180 pezzi ora più di 1.100 sono sistemati nelle luminose vetrine).
L’edizione 2016 di “Archeologia di Sera” si propone una più puntuale illustrazione tanto delle diverse produzioni, quanto dei singoli capolavori e dei loro maestri “visti da vicino” grazie alla campagna fotografica che ha permesso di valorizzarne tutti i particolari.
Sotto il titolo di collezione di vasi greci del Civico Museo di Storia ed Arte di Trieste rientrano centinaia di esemplari, quasi tutti integri e anche di notevoli dimensioni, databili tra VII e III secolo a.C., il risultato della passione per il collezionismo e le cose belle dei nostri antenati.
Nella seconda metà dell’Ottocento i mercanti triestini amarono raccogliere nelle proprie case oggetti d’arte e reperti archeologici, tra i quali una posizione di rilievo ebbero le ceramiche antiche, allora facilmente acquistabili in Etruria e in Puglia. Queste raccolte vennero poi, con grande generosità, donate al Museo per arricchire il Comune e permettere ai concittadini di ammirare l’arte antica della quale questi grandi e piccoli capolavori sono spesso gli unici testimoni superstiti, in quanto l’arte pittorica greca è andata quasi del tutto perduta.
È importante conoscere come siano stati realizzati: una tecnica sapiente permise di creare al tornio vasi dalle forme perfette spesso ardite sulle quali si stagliano le immagini realizzate con le tecniche a figure nere e rosse, dipinte con la cosiddetta “vernice nera”, che altro non è che argilla fine e diluita, che poi il forno con l’alternanza di ambiente ossidante, riducente e ossidante, cuoceva in modo perfetto tanto che i vasi sono arrivati intatti fino ai nostri tempi. Conservati in quelle che possiamo chiamare a tutti gli effetti delle “camere del tempo”, le tombe a camera in muratura con tetto in pietra, i vasi costituivano il ricco corredo dell’aristocrazia benestante delle città magnogreche ed etrusche.