Apre ad Ala a novembre la prima casa della comunità

La prima aprirà ad Ala il mese prossimo, altre tre saranno attivate entro Natale, a Sèn Jan in Val di Fassa, a Mezzolombardo e a  Malè in Val di Sole. Nelle nuove sedi, ci saranno i medici di base, gli infermieri, servizi diagnostici di base. In tutto saranno 14 le case che apriranno in Trentino entro il 2026, 12 di queste finanziate dal Pnrr. Tonina, le Case della Comunità una sfida per il futuro della sanità territoriale

Trento – A novembre ad Ala aprirà prima casa della comunità in Trentino Sarà anticipata anche un’altra apertura, altre partono nel 2026 Lo ha confermato l’assessore alla salute della Provincia di Trento Mario Tonina in occasione del convegno “Verso la casa della comunità. Forma o sostanza”, organizzato dalle Acli Trentine nella sede della Caritro.

Le dieci comunità finanziate con le risorse del Pnrr, invece, entreranno in funzione la prossima primavera, assicura Tonina. “Oltre a queste dieci case di comunità, vogliamo completare e garantire il servizio anche in altri territori, che nella scorsa legislatura non potevamo prendere in considerazione per via dei numeri. Ne prevediamo altre quattro: una in Primiero, un’altra a Tione e due a Trento”, spiega Tonina. Oltre a quella della casa della comunità di Ala, sarà anticipata anche un’altra apertura “a Mezzolombardo, San Jean o Malé”, aggiunge l’assessore. “Vorrei che potessimo anticiparne qualcuna proprio per tararle, per capire se ci sono delle correzioni da apportare per garantirne la funzionalità”.

Il direttore del Servizio governance processi delle professioni sanitarie dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) Simone Cecchetto ha spiegato che le dimensioni dei territori in cui le case della comunità si troveranno ad operare in Trentino “saranno molto diverse. Il decreto ministeriale diceva una casa della comunità ogni 50.000 abitanti. È chiaro che mettere in piedi una casa della comunità per 12.000 o per 70.000 abitanti è una cosa diversa”, ed è quello che si verificherà in provincia. Il punto critico nella messa a punto delle case della comunità, ha aggiunto Cecchetto, “sono gli ostacoli di natura contrattuale e giuridica”. Dentro le case della comunità, “dovrebbero andare altre figure, come l’infermiere di famiglia e comunità. Al momento ce ne sono 17 di attivi, che sono pochi, però in prospettiva contiamo di allargare gli spazi”.

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