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“Ramadan” al via anche in Italia: digiuno, preghiera e purificazione per 1,7 milioni di persone. Il messaggio del Patriarca Moraglia

Nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 giugno ha preso il via il mese sacro del calendario islamico. Può essere, infatti, verificato tramite complicati calcoli astronomici anche tramite il reale avvistamento del primo spicchio di luna, tanto che le diverse autorità del variegato panorama islamico mondiale non sempre concordano con il momento esatto

Nordest – Secondo la tradizione, è durante il Ramadan che l’arcangelo Gabriele dettò al profeta Maometto le sure del Corano. E l’osservanza del digiuno, sawm, praticato in questi giorni è uno dei cinque pilastri dell’Islam, insieme alla professione di fede, all’elemosina, al pellegrinaggio alla Mecca e alla preghiera quotidiana.

Dall’alba al tramonto non è prevista solo astinenza dal cibo e dall’acqua, ma anche da tabacco, rapporti sessuali e in generale da azioni e pensieri “cattivi”. La giornata è scandita da un pasto frugale, suhur, prima dell’aurora, dalla rottura del digiuno, iftar, quando fa buio, e naturalmente dalle preghiere, compresa tarawih, recitata solo in questa occasione. Ormai da molti anni il Ramadan si celebra anche in Italia, dove secondo le ultime stime i musulmani sarebbero 1,7 milioni, per la stragrande maggioranza immigrati e figli.

Nelle città dove sono in tanti, i fedeli si organizzano per celebrare insieme ogni sera la rottura del digiuno. Intanto, il Coordinamento delle Associazioni Islamiche CAIM vorrebbe coinvolgere nelle celebrazioni di questo mese anche i tanti profughi arrivati dalla Siria.

Il messaggio del patriarca di Venezia

Da poche ore è iniziato il periodo di Ramadan, di particolare significato per l’Islam. Ogni tempo di intensa preghiera e di autentica ascesi è, oggi più che mai, rilevante per la promozione dell’uomo nella sua integralità. Siamo, infatti, immersi in una società che fatica sempre più a comprendere e ad assumere quei valori che superano la dimensione economica, edonistica e materiale della vita. In tale contesto, perciò, ogni percorso di preghiera e ascesi costituisce un importante motivo di costruttiva e comune riflessione. A tutte le persone e comunità che – anche nel nostro territorio veneziano – si apprestano a vivere il tempo di Ramadan rivolgo l’augurio cordiale di vivere questo periodo nella serenità e nella pace.

+Francesco Moraglia – Patriarca di Venezia

 

 

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