Lettera aperta ai candidati: “La sterile politica dei grandi eventi e il futuro ‘green’ e ‘white’ che ci aspetta”
Primiero San Martino di Castrozza (Trento) – “Nei giorni scorsi i consiglieri delegati della Comunità di Primiero Francesca Franceschi e Daniele Gubert intervenendo in più occasioni hanno spiegato i motivi per cui alcune manifestazioni, su tutte il “Rally di San Martino”, non sono state inserite nei “Grandi Eventi Primiero” per l’anno 2016.
Le motivazioni addotte trovano giustificazione nella volontà di perseguire un modello di sviluppo turistico definito dagli stessi consiglieri “green” in base al quale il Rally di San Martino “appare distonico e non coerente con la vocazione del territorio”. Il modo in cui è stata stilata la graduatoria “Grandi Eventi Primiero” ci ha stupito perché crediamo che la giusta ricerca di una equa modalità di assegnazione della contribuzione pubblica sia stata trasformata in una cattiva graduatoria di merito stilata in primo luogo in base alla ideologica convinzione che “green” e “white” siano alternativi o addirittura conflittuali tra loro, in secondo luogo in base all’assegnazione di una importanza turistica delle singole iniziative che non rispecchia le priorità socio-economiche e turistiche di Primiero.
Escludere dai “Grandi Eventi di Primiero” alcune tra le più importanti manifestazioni organizzate a San Martino di Castrozza rappresenta un grave errore di valutazione che non poteva lasciarci indifferenti. Molto più della mancata contribuzione economica, quello che ci preoccupa è la volontà di imporre un modello di sviluppo turistico sterile, basato su un concetto di “green” astratto ed ideologico, fine a se stesso e non finalizzato alla valorizzazione di quelle attività economiche che sono realmente in grado, numeri alla mano, di sostenere il comparto turistico locale garantendo alla maggior parte della società residente nella Comunità di Primiero, lavoro, benessere e coesione sociale.
Per garantire la sopravvivenza e la sostenibilità economica futura delle imprese turistiche di San Martino di Castrozza e dell’intera Comunità di Primiero è necessario recuperare le presenze turistiche perse nel corso degli ultimi dieci anni: non meno del 20%. Farlo non sarà semplice. Dobbiamo cambiare passo per tornare ad essere appetibili sul mercato turistico internazionale andando a creare un prodotto turistico valido, competitivo, economicamente e socialmente sostenibile.
Diciamo le cose come stanno: il “white” con il suo indotto è l’unico settore attualmente in grado di garantire i livelli occupazionali e di generare un fatturato sufficiente a sostenere l’economia locale e per questo l’attuazione del “Protocollo di Intesa” sottoscritto con la P.A.T. deve rappresentare la “road map” da seguire. Il potenziamento dei sistemi di innevamento, l’ammodernamento degli impianti a fune e la realizzazione dei collegamenti mancanti rappresentano la condizione necessaria al mantenimento della qualità delle strutture alberghiere, dei negozi, dei ristoranti ed in generale dei servizi offerti.
Protocollo per il quale serve da parte di tutti maggior entusiasmo e da parte degli amministratori maggior impegno attivo nel coinvolgere la popolazione. Va dimostrato di crederci con i fatti e non solo a parole. In questo contesto il “green” deve rappresentare un valore aggiunto che vada a qualificare ulteriormente l’offerta e che aggiunga valore al prodotto turistico che con fatica dobbiamo inevitabilmente cercare di ricostruire.
I turisti che frequentano il nostro territorio vogliono sciare in un contesto paesaggistico ed ambientale di pregio, vogliono respirare aria pulita, bere acqua non clorata, mangiare cibi sani e possibilmente prodotti in loco, camminare su sentieri curati ed utilizzare la mountain bike lungo percorsi dedicati diversi dalle polverose strade forestali. Questo è il prodotto che dobbiamo riuscire ad offrire, e per questo è sbagliato ritenere il “green” non compatibile con lo sci, il freeride, la mountain bike o il Rally di San Martino!
Questa è la vera vocazione del nostro territorio, ed è l’unica che può conciliare sostenibilità ambientale e socio-economica. E non è molto diversa da quella delle località oggi più ricercate dai turisti in Italia ed all’estero, in particolare in paesi come Austria e Svizzera noti proprio per l’attenzione all’ambiente. Concordiamo sul fatto che non possiamo più essere “carne & pesce & soia”. Se vogliamo offrire ai nostri clienti il prodotto bici non possiamo più accettare l’imposizione di assurdi divieti secondo i quali le bici non possono percorrere alcuni sentieri “a causa del danno ambientale che producono” (sono bici, non moto da cross!).
Se vogliamo proporre ai nostri ospiti la pratica del freeride (che l’APT promuove da qualche anno come prodotto invernale di punta) non possiamo più accettare che per l’Ente Parco la parola freeride non esista, sia impronunciabile come lo era la parola “magia” nel periodo della Santa Inquisizione. Se vogliamo internazionalizzare e ringiovanire il nostro prodotto turistico non possiamo accettare che nei “Grandi Eventi Primiero” non rientrino manifestazioni internazionali che danno in assoluto la maggiore visibilità alla nostra località, quali il “Rally di San Martino” e il “King of Dolomites”. Di quest’ultimo si parla ogni anno su portali e magazine internazionali, provate a dare un’occhiata al sito web per capire la portata mediatica della manifestazione.
Se vogliamo garantire un futuro alle nostre attività economiche ed evitare che i nostri figli siano costretti ad emigrare da Primiero per trovare un lavoro dobbiamo smetterla di vietare, limitare e ostacolare ogni iniziativa in nome di una catastrofistica tesi ambientalista secondo la quale ogni volta che facciamo un passo fuori da un sentiero creiamo un disastro ambientale! E’ giunto il momento di capire che turismo e sostenibilità ambientale devono poter coesistere come accade in moltissime altre realtà turistiche montane.
L’alternativa è la decadenza economica che non ci porterà verso un paradisiaco ritorno alla natura incontaminata ma verso desolati paesaggi degradati tipici dei periodi post industriali: edifici dismessi dalle facciate degradate, tetti crollati, cantieri aperti e mai ultimati. Ma forse già ci siamo, il Passo Rolle oggi non è proprio così? Siamo comunque fiduciosi sulla possibilità che la maggior parte dei circa 90 candidati alle prossime elezioni comunali condivida almeno in parte le nostre idee. Saremmo davvero felici se ce lo facessero anche sapere”.
Lettera aperta firmata da:
Marin Cristian Albergatore, Presidente Imprese e Territorio srl
Gobber Andrea Libero professionista
Rimondi Maurizio Albergatore
Taufer Mauro Commerciante
Tagliapietra Rolando Maestro di sci e Guida Alpina
Boninsegna Paolo Impiantista Passo Rolle
Boninsegna Duilio Guida Alpina, rifugista
Jagher Mario Artigiano
Gubert Maurizio Ristoratore
Ghezzi Valeria Impiantista San Martino di Castrozza