Papa Leone a Santa Maria Maggiore sulla tomba di Francesco

Il Pontefice accolto dal sindaco di Genazzano e dalla banda musicale: “Ho tanto voluto venire qui per il nuovo Ministero che mi è stato affidato”. Poi la preghiera davanti alla tomba di Bergoglio. Il Pontefice che ha una grande devozione per la Madre del Buon Consiglio ha deciso di renderle omaggio visitando il santuario degli agostiniani. Ad accoglierlo in paese il vescovo, il sindaco e la banda musicale

Papa Leone XIV durante la prima messa (Vatican media)

NordEst (Adnkronos) – Dopo un’accoglienza festosa da parte di alcune centinaia di persone raccolte sulla piazza davanti al Santuario, il Papa – fa sapere il Vaticano – è entrato in chiesa, dove ha salutato i religiosi e si è fermato in preghiera, prima davanti all’altare e poi di fronte all’immagine della Vergine, dove con i presenti ha recitato la preghiera di Giovanni Paolo II alla Madre del Buon Consiglio. Al termine, dopo la recita dell’Ave Maria e il canto del Salve Regina, il Papa si è rivolto a quanti erano in chiesa, salutando loro e il popolo di Genazzano riunito all’esterno. Insieme alla comunità, il Papa ha poi raggiunto una sala interna per un incontro privato.

Le parole del Papa

“Ho voluto tanto venire qui in questi primi giorni del nuovo Ministero che la Chiesa mi ha consegnato, per portare avanti questa missione come Successore di Pietro”, ha sottolineato Papa Prevost nel corso della visita a sorpresa al santuario di Genazzano. E, ricordando la visita fatta dopo l’elezione a Priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino e la scelta di “offrire la vita alla Chiesa”, il Papa ha ribadito la sua “fiducia nella Madre del Buon Consiglio”, compagna di “luce, saggezza” con le parole rivolte da Maria ai servitori nel giorno delle Nozze di Cana, riferite nel Vangelo di Giovanni: ‘Qualsiasi cosa vi dica, fatela’”.

Sulla tomba di Francesco (ph Vatican media)

La prima omelia da Papa

“Anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere”. Queste le parole di Papa Prevost, Leone XIV, nella sua prima omelia nel corso della messa coi cardinali presieduta in Sistina.

“Si tratta – ha osservato – di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito. Eppure, proprio per questo, sono luoghi in cui urge la missione, perché la mancanza di fede porta spesso con sé drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco”.

“Anche oggi non mancano i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto“, ha poi denunciato Papa Leone. “Questo è il mondo che ci è affidato, nel quale, come tante volte ci ha insegnato Papa Francesco, siamo chiamati a testimoniare la fede gioiosa in Gesù Salvatore. Perciò, anche per noi, è essenziale ripetere: ‘Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente’. È essenziale farlo prima di tutto nel nostro rapporto personale con Lui, nell’impegno di un quotidiano cammino di conversione. Ma poi anche, come Chiesa, vivendo insieme la nostra appartenenza al Signore e portandone a tutti la Buona Notizia”, ha osservato.

“Dico questo – ha evidenziato – prima di tutto per me, come Successore di Pietro, mentre inizio la mia missione di Vescovo della Chiesa che è in Roma, chiamata a presiedere nella carità la Chiesa universale, secondo la celebre espressione di Sant’Ignazio di Antiochia. Egli, condotto in catene verso questa città, luogo del suo imminente sacrificio, scriveva ai cristiani che vi si trovavano: ‘Allora sarò veramente discepolo di Gesù Cristo, quando il mondo non vedrà il mio corpo’. Si riferiva all’essere divorato dalle belve nel circo – e così avvenne –, ma le sue parole richiamano in senso più generale un impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità: sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato, spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo. Dio mi dia questa grazia, oggi e sempre, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria Madre della Chiesa”.

Chiesa sia faro che illumina le notti del mondo“, l’ammonimento di Papa Prevost nella sua prima omelia. “In particolare Dio, chiamandomi attraverso il vostro voto a succedere al Primo degli Apostoli, questo tesoro lo affida a me perché, col suo aiuto, ne sia fedele amministratore a favore di tutto il Corpo mistico della Chiesa; così che Essa sia sempre più città posta sul monte, arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo”, ha osservato. “E ciò non tanto grazie alla magnificenza delle sue strutture o per la grandiosità delle sue costruzioni – come i monumenti in cui ci troviamo –, quanto attraverso la santità dei suoi membri, di quel «popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa’”.

Introduzione a braccio in inglese

Papa Leone XIV ha iniziato la sua prima omelia con una introduzione in inglese a braccio. Ha poi proseguito leggendo il testo in italiano. Il Santo Padre è arrivato nella Cappella per la ‘Missa Pro Ecclesia a Romano Pontefice’ senza indossare le scarpe rosse, con scarpe nere e la croce pastorale realizzata per Benedetto XVI usata anche dal predecessore, Papa Francesco. E’ il Vangelo di Matteo quello scelto per la prima messa di papa Leone XIV in Sistina: ‘Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa’, uno dei passi.

Perchè Papa Leone XIV