"PRIMO SCARRUCOLAMENTO SULLA ROTTA DELLA FUSIONE PER LE SOCIETA’ IMPIANTISTICHE DI SAN MARTINO

Potrebbe somigliare all’epilogo d’una vicenda ostinatamente contorta quello che contraddistingue l’ultimo clamoroso episodio che ha rigettato nell’oscurità e nel dubbio la resurrezione delle Società Impiantistiche di S. Martino di Castrozza (e Passo Rolle).

Dopo un recente passato che ha trasmesso in diretta o sulle cronache dei giornali rocambolesche avventure… ecco che si era profilato finalmente uno scenario “promettente”. Escluso il passaggio di qualsiasi tipo d’impianto attraverso la Riserva Integrale di Colbricon (per ovvi, sacrosanti motivi!), dimesso con scarsi applausi lo zoppicante Consiglio d’Amministrazione di “Rosalpina”, viene affidato ad uno stimato precettore nell’azione finanziaria (giustamente super partes) l’arduo, delicatissimo compito della Fusione e Rifondazione delle Società Rosalpina e Siati, da anni seriamente traballanti.

Dopo il tracollo nel tentativo di valicare i laghetti di Colbricon e la beffa dei contributi tra le Categorie di valle, dopo le efferate battaglie in alleanza con Tognola moribonda, altro, per il comparto sciistico, non rimaneva da fare. Per noi che, bene o male, in trincea in prima linea, o nelle sale riunioni, presso i Consigli Comunali o lungo le vie del paese ci siamo per anni ed anni preoccupati di evitare disastri avevamo finalmente cominciato a pensare in positivo.

Certe risoluzioni significavano ripartire, ripensare, riprendere quota gradualmente per iniziative nuove e condivise. Pensieri nuovi, nuove azioni. In effetti qualcosa stava accadendo. Stavamo procedendo a piccoli passi forse verso nuove forme di intesa. Qualche segnale è sicuramente stato avvertito. Ma se all’improvviso il susseguirsi degli episodi producono situazioni stonate… alt! C’è qualcosa di storto che non va!

Mi riferisco all’estradizione o meglio licenziamento, di Bortolo Zaetta e “Tom” Attilio Santomaso … membri storici e meritevoli di stima nella compagine operaia della Società Rosalpina. Messi all’uscio in ragione della “maggiore età”! 55 anni Bortolo, più o meno altrettanti Tom, in servizio a tempo indeterminato rispettivamente dal 1976 e 1990.  Se li conosci non li giudichi certo dei fannulloni né tantomeno persone impreparate a svolgere il loro compito a servizio della Società. Anzi, i requisiti, le competenze, l’esperienza, l’attaccamento al lavoro ne garantivano l’affidabilità.  Qualcosa a ridire?

Ed è per assurdo criterio che così sono stati sbalzati fuor di brutto dall’ovovia: capri espiatori per sanare le ferite della Società, i debiti milionari, riorganizzare il sistema riducendo l’organico con la pretesa magari di far così bella figura.  Ma quale azienda in difficoltà butterebbe così scioccamente fuori pista gli operai con più esperienza in tal maniera? Esistono forse remore, rancori? Bortolo si è mostrato troppo contrario e critico? Ha rotto i cannoni a qualcuno?

Onestamente disapprovo. Le risorse umane sono il baricentro d’una azienda. Una disastrosa scarrucolata liquidarle così! Molta gente è incredula, allibita, scandalizzata. Ma pochi tra gli addetti parlano ed esprimono la loro schietta opinione. Si adducono scuse, si tenta di addolcire il boccone della vergogna. Operai veterani trattati come vuoto a perdere, senza neanche pulirli… forse forse da riciclare… Purchè stiano zitti! Che non vadano a frignare al Sindacato!

Non manca che, gli operai – colleghi di lavoro, si siano barricati dietro il classico “no comment!”. Un esempio di solidarietà in una tale clamorosa vicenda che spero non dilaghi. “Chi vuol esser lieto sia… del doman non c’è certezza!” Uno strano clima in Val Bonetta e sui pendiii circostanti! Un meteo grigio, subdolo e poco rassicurante.
A S. Martino si pensa intanto ad alloccare le ricchezze del presente, giorno per giorno, non riuscendo a trovare serenità per accordi o alleanze costruttive, garantendo un’ipoteca futura sulla credibilità da far rabbrividire. Meglio sarebbe rifondare quel Monastero di ospitalità e convivenza che diede origine alla primitiva Comunità.
Certo siamo lontani da una vera rigenerazione – resurrezione d’un comparto turistico imprenditoriale che possa emergere come modello.

Sarò ormai sfiduciato di fronte alla spinta di certi esempi di sviluppo, alla scarsa lungimiranza, al veder prevalere gli interessi di pochi rispetto al beneficio collettivo, sconcertato di fronte all’ostinazione e alle prepotenze che altro non mirano che al profitto ed alla speculazione su tutto e tutti… per ciò non posso tacere!
A Bortolo e Tom auguro di non lasciarsi nè piegare nè travolgere da questa dissennata bufera che li ha coinvolti.

Assieme ad altri mi schiero solidale per la reintegrazione e tutela del loro ruolo sul lavoro.
E per non distogliere lo sguardo da questa neonata amministrazione: ”Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza”.

Flavio Taufer
PrimieroViva