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Governo, Mattarella frena: Svp scettica su governo Conte

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Il nome del premier c’è. A ottanta giorni dal voto e dopo lunghe trattative sul contratto di governo, M5S e Lega hanno finalmente indicato al presidente Mattarella il profilo frutto dell’intesa. Stampa straniera dura sul nuovo premier

Roma (Adnkronos) – Il nome c’è, ora l’ultima parola spetta al Colle. Lunedì, uscendo dallo studio alla Vetrata al Quirinale, Luigi Di Maio e Matteo Salvini si sono dichiarati pronti, quasi con toni trionfalistici, ad iniziare l’avventura di governo e a dare attuazione al contratto stipulato, dopo aver indicato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il nome del professor Giuseppe Conte come potenziale premier. Tuttavia il presidente del Consiglio non è un mero esecutore di contratti firmati dai partiti, ma il responsabile della politica del governo, di cui garantisce l’unità di indirizzo. Un’azione che in questa fase deve tener conto dei segnali di allarme sui conti pubblici e della salvaguardia dei risparmi degli italiani.

Svp scettica sul premier

La Svp si mostra scettica nei confronti di un possibile governo Conte. “Il curriculum è una cosa, l’altra il programma del governo che non ha nessuna copertura finanziaria”, commenta sul quotidiano Dolomiten il governatore Arno Kompatscher. Il segretario del partito di raccolta dei sudtirolesi di lingua tedesca Philipp Achammer dubita che “un tecnico possa agire con questi due partiti alle spalle”. Anche la capogruppo al Senato, Julia Unterberger, si chiede sul Corriere dell’Alto Adige “quale sarà la sua reale autonomia visto che sarà tirato per la giacchetta da Salvini da una parte e da Di Maio dall’altra”. L’ex senatore Svp Karl Zeller si mostra invece più possibilista: “Questo uomo ha una sua testa e resterà indipendente anche come premier”, dice al Dolomiten.

Strada in salita

La strada verso il conferimento dell’incarico perciò è tutt’altro che in discesa. Anzi. I tempi si allungano e per questa mattina il Capo dello Stato ha deciso di convocare i presidenti della Camera, Roberto Fico, e del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, rispettivamente alle 11 e alle 12. Un atto di riguardo nei loro confronti, visto che nelle settimane scorse hanno avuto due incarichi esplorativi, per aggiornarli sugli sviluppi della situazione e per ascoltare le loro valutazioni. Il segnale che il momento è delicato e la crisi lungi dall’essere risolta.

Mattarella alle delegazioni di M5S e Lega non ha nascosto tutta la sua preoccupazione per i segnali di allarme che arrivano sui conti pubblici italiani e sui risparmi dei cittadini. Poi, di fronte all’indicazione di Conte per la carica di premier, una piccola lezione di diritto costituzionale, con il richiamo all’articolo 95 della Costituzione, che al presidente del Consiglio assegna un ruolo cruciale, in quanto dirige la politica generale del governo e ne è responsabile. Inoltre mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri.

In altri termini, Conte potrà anche ottenere l’incarico di formare il governo, ma non sulla base di questioni e incarichi già predefiniti, ma nel rispetto delle prerogative del Capo dello Stato e delle norme costituzionali. Considerazioni che Di Maio e Salvini avrebbero condiviso, tanto che di futuri ministri non si sarebbe parlato durante i colloqui nello studio alla Vetrata. La situazione resta comunque fluida e, anche alla luce delle udienze di oggi con Fico e Casellati, un incarico non dovrebbe arrivare prima di mercoledì, visto che nel pomeriggio Mattarella è atteso a Civitavecchia per la partenza della nave della legalità.

Il Capo dello Stato vuole dunque prendersi un’ulteriore pausa di riflessione. Finora ha assecondato un percorso per poter arrivare alla nascita di un governo in linea con il responso delle urne e questa è la linea che continuerà a seguire. Ma senza poter prescindere dall’esercizio delle proprie prerogative, dal rispetto di norme e prassi costituzionali e dalla considerazione della situazione economica e sociale del Paese, sul piano interno e con riferimento agli impegni internazionali.

Stampa estera all’attacco

In un tweet del giornalista, in cui viene postato anche l’articolo completo del Nyt, si legge che «Giuseppe Conte, potenzialmente il prossimo leader italiano, ha scritto che “ha perfezionò e ha aggiornato i suoi studi” alla New York University, ma, quando abbiamo chiesto, ci è stato risposto: “Una persona con questo nome non compare nei nostri archivi come studente o membro di facoltà”.

L’Europa preoccupata

“Ci sono alcune cose che sono preoccupanti”. Lo ha detto la commissaria europea al Commercio Cecilia Malmstroem, a margine di una riunione del Consiglio a Bruxelles, in merito algoverno 5 Stelle/Lega in via di formazione in Italia. “Non abbiamo visto tutte le questioni, naturalmente ascolteremo e parleremo con loro”, ha poi aggiunto. A chi le chiedeva quali siano le cose preoccupanti? Malmstroem si è limitata a ribadire: “Ci sono cose che preoccupano“. In ogni caso, ha concluso, “il governo non è ancora confermato, quindi non facciamo discussioni ipotetiche”. Parole che non sono piaciute alla Lega. Gian Marco Centinaio, capogruppo del Carroccio al Senato, ospite di Agorà su Rai 3, ha detto commentando le critiche arrivate dall’Unione europea: “Vada a lavorare la Malmstrom, vada a lavorare”.

Anche il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, in un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt è intervenuto sul governo in via di formazione in Italia: “In linea di principio, la Commissione europea non interferisce nelle politiche nazionali: tuttavia riteniamo molto importante che il nuovo governo italiano mantenga la sua strada e persegua una politica di bilancio responsabile“. “L’Italia – ha sottolineato – ha il secondo debito pubblico più alto della zona euro dopo la Grecia”.

Il nuovo premier scelto da Lega e 5 Stelle

Potrebbe essere Giuseppe Conte, professore ordinario di diritto privato a Firenze e avvocato cassazionista. “Oggi siamo di fronte a un momento storico”, al Presidente Mattarella “abbiamo indicato il nome che al meglio può portare avanti il contratto di governo che a breve firmeremo” con la Lega, “ovviamente obiettivo era ed è migliorare la vita degli italiani”, ha commentato Luigi Di Maio al termine del colloquio con il Capo dello Stato al Quirinale.

Quello di Conte, ha detto il pentastellato ai cronisti uscendo dal Quirinale, “sarà un presidente del Consiglio politico indicato da due forze politiche di un governo politico con figure politiche al proprio interno. E soprattutto con il sostegno di due forze politiche votate. No cambi di casacca, persone che vengono dal gruppo misto… non era questo lo spirito che volevamo dare al governo e ci siamo riusciti”.

“Sono molto orgoglioso di questo nome perché è la sintesi” di M5S e Lega, ha continuato. Cosa intende dire con la frase ‘sarà amico del popolo’? “Significa che è uno che non vesserà il popolo italiano“, ha risposto Di Maio ai cronisti.

Giuseppe Conte, spiega ancora, “oltre a essere una persona di grandissimo profilo, viene dalla periferia di questo Paese, da San Giovanni Rotondo, è uno tosto, si è fatto da solo. Si è battuto non solo per un rigore legale ma anche morale”.

“Il nostro, qualora il presidente della Repubblica valuterà il nostro nome, sarà – ha aggiunto il leader M5S – un governo politico che metterà al centro le questioni politiche“. Nel programma di governo “ci sono le nostre grandi battaglie storiche, ci sono le 5 stelle. Abbiamo tanto da fare e tanto da realizzare e come capo politico” del M5S “ho lavorato notte e giorno in questi 80 giorni” per questo. “Almeno fateci prima partire…”, commenta poi Di Maio a proposito delle critiche della stampa estera al governo Lega-M5S. Finora, continua “abbiamo imposto un metodo: prima i temi, poi i nomi. Ed è giusto che sia così anche in futuro perché le questioni degli italiani vengono prima di ogni cosa”.

“Nei prossimi giorni e settimane speriamo si possa iniziare un nuovo percorso”, sono passati “80 giorni ma ne è valsa la pena prendere tempo, perché finalmente adesso nasce la Terza Repubblica“, ha concluso.

SALVINI – “Conto che oggi sia l’ultimo passaggio, noi ci siamo – ha spiegato il leader leghista al termine delle consultazioni -, siamo pronti, abbiamo fatto il nome e abbiamo già una squadra chiara. Non vediamo l’ora di partire per far crescere l’economia del Paese”. “Siamo pronti a partire – ha aggiunto – nessuno ha niente da temere, anzi”.

Per Salvini sarà un governo “di speranza, di crescita e futuro, non sarà remissivo. Al centro metterà gli italiani, lo abbiamo detto prima del voto e lo faremo. Niente di campato per aria, radici solide per un governo che non guarda indietro ma avanti”. All’estero, ribadisce, “non hanno niente di cui preoccuparsi, il governo di cui faremo parte vuole far crescere e fa ripartire l’Italia”.

Vogliamo un governo che metta l’interesse nazionale italiano al centro, rispettando tutto e tutti ma mettendo l’Italia al centro, prima gli italiani. Rispettando nel limite del possibile tutte le normative e i vincoli, però facendo crescere il Paese“, ha poi sottolineato il leghista.

“Entrando in questo palazzo mi andavo a rileggere come il debito pubblico italiano 5 anni fa era inferiore di 300 miliardi di euro rispetto ad oggi. Nessuno – ripete – ha niente da temere dalle nostre politiche economiche. Puntiamo a far crescere l’economia italiana per ridurre il debito a fronte di politiche fallimentari”.

“Senza un lavoro stabile non c’è prospettiva, famiglia, figli. Non è possibile che il 20% degli italiani usi psicofarmaci, spesso per mancanza di speranza fiducia, prospettive. Contiamo – assicura – di lasciare ai nostri figli un Paese migliore, con un maggiore indice di sicurezza. Non vediamo l’ora di partire – ha concluso -, vogliamo passare dalle parole ai fatti”.

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