A Palazzo Ducale è visitabile fino al 29 settembre 2025 la mostra dedicata alla stagione pittorica fiorita nell’isola Creta

Nelle sale dell’Appartamento del Doge a Palazzo Ducale è visitabile fino al 29 settembre 2025 una interessante mostra dal titolo evocativo dedicata alla stagione pittorica fiorita nell’isola Creta nel periodo di conquista veneziana. L’oro dipinto, che fa risplendere di luce spirituale le icone, è il protagonista della mostra assieme al celebre artista cretese “El Greco”

[ Banner della mostra “L’Oro Dipinto” – © courtesy of Fondazione Giancarlo Ligabue / Muve ]

di GianAngelo Pistoia

NordEst – «Fondazione Musei Civici di Venezia (MUVE) è l’istituzione che custodisce e valorizza il più rilevante patrimonio storico, artistico e culturale della città di Venezia. Una responsabilità e un impegno di inestimabile valore che con visione ha intrapreso, già da alcuni anni, un cambio di passo decisivo. Un percorso che parte dalla sua missione primaria di tutela, conservazione e promozione, ma che si configura anche per una nuova funzione di impresa culturale e creativa: MUVE è diventata una realtà capace di valorizzare le produzioni d’eccellenza, le bellezze storico artistiche, le radici culturali nazionali, del territorio e della città di Venezia, finalizzati alla crescita di ogni individuo ma anche allo sviluppo sociale ed economico. In termini concreti, è capace di sostenersi autonomamente, di attrarre risorse terze da privati, di generare un valore economico aggiunto per il territorio, di reinvestire risorse proprie in interventi infrastrutturali di grande impatto in città, tanto nel centro storico e nelle isole quanto a Mestre e in terraferma. Un esempio virtuoso, unico nel nostro Paese di cui poter essere orgogliosi» chiosa Mariacristina Gribaudi, presidente di Fondazione Musei Civici di Venezia.

[ Mariacristina Gribaudi, presidente di “MUVE” – © MUVE Press Office ]

Fra i tanti eventi culturali proposti dalla MUVE per il 2025 spicca una mostra curata da Chiara Squarcina, Katerina Dellaporta e Andrea Bellieni dal titolo “L’oro dipinto. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia” allestita nelle sale dell’Appartamento del Doge a Palazzo Ducale. Visitabile fino al 29 settembre 2025 la mostra è dedicata alla stagione pittorica fiorita nell’isola Creta nel periodo di conquista veneziana. Spiegano i curatori: «Un filo dorato unisce le vicende storiche, artistiche, gli equilibri diplomatici e la devozione nel Mediterraneo lungo la rotta tra Venezia e Creta, la Candia dal XIII secolo, perla dello Stato da Mar della Serenissima. L’oro dipinto, che fa risplendere di luce spirituale le icone, è il protagonista della mostra e fa da sfondo ad una lunga storia di intense relazioni pittoriche tra due isole.

[ “Adorazione dei Magi” e “Cristo Benedicente” di M. Damaskinos e E. Tzanes – © Museo Correr ]

Dopo la caduta di Costantinopoli (1453) Candia diventa il più importante polo artistico per l’antica tradizione bizantina, alla quale si richiamano fedelmente oltre cento botteghe di “madoneri”, soprattutto autori di immagini devozionali popolari. Parallelamente Venezia, come una nuova Bisanzio, vede l’arrivo di un numero sempre maggiore di opere e di artisti dall’isola dell’Egeo: “pittori iconografi” in viaggio o immigrati tra Creta, le isole dello Ionio e la capitale. Il risultato fu l’incontro e l’originale sintesi tra la nativa impronta aulica bizantina – già una delle anime essenziali della stessa tradizione veneziana – e il linguaggio figurativo occidentale, prima tardogotico, poi rinascimentale, umano-centrico, naturalistico e vivace.

[ “Nozze di Cana” di Michele Damaskinos – © Museo Correr ]

Una relazione fortunata si intreccia senza mai esaurirsi, dall’aureo rinascimento veneto fra Quattro e Cinquecento fino alle soglie dell’Ottocento, con momenti di particolare e felice unione. Molte opere di scuola veneto-cretese sono ancora in possesso di famiglie allora legate alla città di Venezia, spesso committenti originarie. Numerosi i dipinti conservati in città dal Museo Correr e dal Museo delle Icone presso l’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini, nonché in collezioni private italiane e straniere. Risulta di particolare interesse anche il confronto tra le differenti visioni, fra Oriente e Occidente, della realizzazione delle opere d’arte: in Occidente il pittore innalza a Dio la sua arte, in Oriente è Dio che guida la mano del pittore.

[ “San Giorgio e il drago” e “R. dell’inno in Te Gioisce” – © Collezione Ligabue // I. Ellenico di Venezia ]

Le sette sezioni della mostra scandiscono e illustrano cronologicamente tale singolare percorso pittorico; al centro dell’avvincente racconto di storia e di pittura si colloca il suo rappresentante più celebre e stravagante: Dominikos Theotokopoulos, detto “El Greco” (1541-1614), che nella natia Creta muove i primi passi nell’educazione alla tradizione postbizantina per giungere a Venezia intorno al 1567.

[ “La fuga in Egitto” di El Greco – © Museo Nacional del Prado di Madrid ]

Completa l’esposizione un focus dedicato all’icona, indagata nei suoi aspetti materiali e tecnico-esecutivi: un essenziale contributo conoscitivo per il visitatore realizzato in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare tramite il CHNet Cultural Heritage Network. La mostra rappresenta l’impegno di cooperazione internazionale tra Fondazione MUVE, Repubblica di Grecia e altri importanti Musei e collezioni, anche private, di Grecia, Italia ed Europa. Essenziale è stato l’apporto del Ministero della Cultura della Repubblica di Grecia, assieme ad istituti come il Museo Bizantino e Cristiano di Atene, maggiore prestatore di opere, la National Gallery di Atene e l’Istituto Ellenico di studi Bizantini e Postbizantini di Venezia. Speciale contributo è giunto dalla Città di Heraklion e dall’Arcidiocesi di Creta. L’evento è progettato in modo da poter essere replicato in Grecia, ad Atene o a Heraklion, come ulteriore punto di unione fra i due Paesi europei».

Palazzo Ducale
Capolavoro dell’arte gotica, il Palazzo Ducale di Venezia si struttura in una grandiosa stratificazione di elementi costruttivi e ornamentali: dalle antiche fondazioni all’assetto tre-quattrocentesco dell’insieme, ai cospicui inserti rinascimentali, ai fastosi segni manieristici. Esso è formato da tre grandi corpi di fabbrica che hanno inglobato e unificato precedenti costruzioni: l’ala verso il Bacino di San Marco (che contiene la Sala del Maggior Consiglio) e che è la più antica, ricostruita a partire dal 1340; l’ala verso la Piazza (già Palazzo di Giustizia) con la Sala dello Scrutinio, la cui realizzazione nelle forme attuali inizia a partire dal 1424; sul lato opposto, l’ala rinascimentale, con la residenza del Doge e molti uffici del governo, ricostruita tra il 1483 e il 1565. L’ingresso per il pubblico di Palazzo Ducale è la Porta del Frumento (così chiamato perché vi si trovava accanto l’”Ufficio delle Biade”), che si apre sotto il porticato della facciata trecentesca prospiciente il Bacino San Marco.

[ Palazzo Ducale a Venezia – © Blickfang / Adobe Stock Photo ]

Le funzioni del Palazzo Ducale, simbolo e cuore della vita politica e amministrativa lungo tutto l’arco della millenaria storia della Repubblica di Venezia, non possono che cambiare a partire dal 1797, anno in cui la Serenissima cade. Da allora si succedono in città la dominazione francese e quella austriaca, fino all’annessione all’Italia, nel 1866. In questo periodo il palazzo diviene sede di diversi uffici, oltre a ospitare per quasi un secolo (dal 1811 al 1904) la Biblioteca Nazionale Marciana e altre importanti istituzioni culturali della città. A fine Ottocento, l’edificio presenta evidenti segni di degrado: il governo italiano decreta allora un ingente finanziamento per provvedere a un radicale restauro. In quell’occasione si procede alla rimozione e sostituzione di molti capitelli del porticato trecentesco, che, restaurati, costituiscono oggi il corpus del Museo dell’Opera. Vengono inoltre trasferiti tutti gli istituti, ad eccezione dell’Ufficio statale per la tutela dei monumenti, che ancor oggi vi risiede, come Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Venezia e Laguna. Nel dicembre del 1923 lo Stato, proprietario dell’edificio, affida al Comune di Venezia la gestione del palazzo, aperto al pubblico come museo. Dal 1996 Palazzo Ducale è a tutti gli effetti parte del sistema dei Musei Civici di Venezia.