Flavio Taufer sollecita gli amministratori: “Svasiamo il Còrlo e poi lo riempiamo di materiale contaminato per pomodori e verze”?
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Primiero/Vanoi (Trento) – Ad un mese dalle prossime elezioni amministrative, dopo l’incontro dei giorni scorsi in Comune a Canal San Bovo – senza alcuna nota di risveglio dal territorio, tranne le api “sentinella” (ci salveranno loro?) -, con comitati ed associazioni No Tav in campo, è Flavio Taufer a lanciare il suo ennesimo appello accorato contro l’immobilismo degli amministratori. Lo stesso Taufer lanciò le prime proteste a fine anni ’90 contro la diga del Vanoi ma fu anche tra i primi a mobilitarsi contro i vari ‘ecomostri locali’. Ma oggi i temi sono molto più complessi e preoccupanti. Due pesi e due misure rispetto alla discarica di Imèr? Spazio aperto anche alle ragioni dei gestori della discarica Ponte Ronco, che per il momento hanno scelto un silenzio assordante con la comunità del Vanoi.
L’accorata segnalazione di Flavio Taufer
“Altro che Cuore Verde del Trentino! La valle del Vanòi d’ora in poi un bidone della peggior spazzatura. Con somma arguzia e spietato spirito criminale, nella martoriata e nel contempo incantata valle si è pianificato nel tempo lo stoccaggio di materiale catalogato secondo varie etichette ma che non può nascondere la propria origine contaminata. Una cloaca che, senza dubbi si prefigura come una bomba ad orologeria di proporzioni inimmaginabili. Sfuggita alla regia delle Amministrazioni del territorio, ogni particolare studiato a tavolino per spianare la strada e, in prospettiva, per talune compagini private, guadagnare milioni di euro. Mentre si punta disperatamente al ripopolamento, si configura ora il destino di una valle che, nel susseguirsi di giochi di potere, mala gestione, abusi e licenze, vedrà svanire speranza e futuro con la prospettiva d’un ambiente insano causa un ammasso di materiale che nulla ha a che vedere con le origini di quei luoghi.
‘Un cuore verde a rischio collasso’
“In arrivo 260.000 metri cubi di materiale (sicuramente non terra da orto!) in arrivo dall’ex scalo Filzi di Trento (area dichiarata contaminata). Una montagna di materiale che andrà, se non si trova una soluzione, a colmare la sponda destra dell’alveo del torrente Vanòi, in zona esondazione. Non sarà un classico BUM a radere al suolo le infrastrutture della valle, ma un nemico silente, gli idrocarburi policiclici aromatici che circoleranno nell’aria per qualche generazione dopo la nostra, che inquineranno i territori limitrofi e le acque di un torrente sano e fiero d’esistere. Forse un addio alla trota marmorata, ai delicati equilibri di un sistema fluviale tra i rari sopravvissuti nell’arco alpino, forse un addio ai bagni nel Parco fluviale del torrente Vanòi, addio alla cultura e all’istinto di preservare la natura dei nostri avi, addio a qualsiasi idea di integrità territoriale, addio alla politica e al governo del territorio, alla tanto decantata etica della Provincia di Trento, addio a qualsiasi ambizione di tutela dei rari territori sul pianeta con qualche parvenza di salubrità, addio alle nostre radici, addio alla sensazione di respirare aria pura di montagna. Uno stupro deliberato”!
‘È tempo di dire basta agli scempi’
“E’ ora di dire basta ad una politica malsana della nostra provincia – continua Flavio Taufer (nella foto ndr) – e soprattutto agli interessi di imprenditori senza scrupoli, basta a chi minimizza su quanto sta accadendo, basta nascondimenti da parte di chi potrebbe agire e si fida… basta attendere disastri palesemente annunciati. Non è un problema del Trentino ma riguarda tutta l’asta del Brenta, il Veneto fino al mare, le fonti idriche bevibili, l’agricoltura, la fauna e le specie viventi che vivono grazie a quell’acqua. Non per malaugurio ma, quelle migliaia di metri cubi di materiale, alla prima alluvione finiranno a valle e spargeranno malefici ovunque. Svasiamo il Còrlo e poi lo riempiamo di materiale contaminato che andrà a nutrire pomodori e verze?! Se gli amministratori locali (sebbene eredi di scelte dissennate precedenti) non hanno ancora avuto l’ardire e si trovano con le mani legate per contrastare un simile evento a scapito dei cittadini, possono a questo punto ritirarsi mestamente dalla scena. Non servono calcoli con il regolo per comprendere l’assurdità nel porre tale mole di materiale alieno nell’alveo di un torrente impetuoso e imprevedibile come i Vanòi. Uno schiaffo ad una valle verde, a tutti i sacri principi di tutela del paesaggio, dell’ambiente e della salute dei cittadini, di chi vive territori di confine, ‘un calcio tra le palle’ all’ambiente e una ghigliottina per il futuro. Basta – conclude Taufer – fermateli… rischio catastrofe”!