Inviate le vostre segnalazioni dai comuni del territorio. Riceviamo e pubblichiamo i vostri messaggi trasmessi anche a: redazione@lavocedelnordest.it – via whatsapp al 349/2406614 o su telegram @NordestNordest

Primiero (Trento) – “Come appassionato ciclista, ma non solo, come cittadino del Primiero, mi preme informare dell’ennesimo episodio “in negativo” della tanto decantata ciclabile dello Schener, opera transregionale su cui si discute/vocifera da quasi un ventennio, ma a tutt’oggi solo uno dei tanti slogan politico-turistici finiti nel dimenticatoio o meglio nel disinteresse. Come dicevo l’ultimo atto è avvenuto nei giorni scorsi, con la nuova chiusura del tratto che bypassa la lunga galleria di Pontet (unico tratto realizzato) e già chiuso dopo la tempesta Vaia nel 2018, per un movimento franoso in atto a valle della medesima.
Giova premettere per coloro (probabilmente tanti), che non conoscono la vicenda, che la sistemazione di quel tratto di ex statale 50, abbandonata dopo la realizzazione della galleria, fu inaugurato nel 2014 come primo stralcio di un progetto ben più consistente, finalizzato ad un auspicabile collegamento con il Feltrino e la Valsugana, spendendo una cifra considerevole (credo oltre i 2 milioni di euro), causa anche le non trascurabili opere paramassi e protezioni varie messe in atto. Vero anche che come spesso accade, la politica abbia allora scelto di fare una mera opera di “propaganda”, iniziando i lavori a cavallo delle due Regioni, tanto per decantare i cosiddetti fondi di confine, come se generalmente si inizi una strada a metà e non dove logica vorrebbe. Stà di fatto che da subito risultò una delle tante cattedrali nel deserto, priva di inizio e ancor più di fine, perchè ragionevolmente il primo stralcio probabilmente era naturale fosse il tratto che collega Imer a Pontet lungo il lago, percorso assai amato dai ciclisti Primierotti specialmente ad inizio stagione.
- Ciclabile lungo lo Schenèr, il Primiero si mobilita e lancia la raccolta firme
- Altri progetti per la ciclabile Primiero – Feltrino
Ciò detto per noi ciclisti fu comunque un inizio il poter bypassare la lunga galleria di Pontet, da sempre con poca visibilità, molto umida e pericolosissima in salita verso il Primiero. Quindi ricapitolando, pur sbagliando approccio (chiaramente a mio parere), vero è che un minimo di sicurezza e di servizio fu creato. Non va dimenticato altresì che quel tratto di strada carrozzabile seppur di dimensioni anguste, fu in fase di realizzazione dell’opera ristretto in più punti, come pure tutte le opere accessorie dedicate al mero passaggio di biciclette, dimenticandosi o ignorando che rappresenta l’unico passaggio attuabile nel malaugurato caso di chiusura della galleria, che di fatto significherebbe l’isolamento dell’unica strada che ci collega al resto del mondo in maniera veloce (Ospedale di Feltre compreso)”.
“A tal proposito giova ricordare, se ce ne fosse bisogno, che si parla di rifacimento della medesima galleria da moltissimi anni (vedasi infiltrazioni d’acqua ecc..) Ma tornando al nocciolo della questione, dopo la chiusura del 2018 (con due sbarramenti a monte e a valle), prima per le piante divelte che avevano invaso la carreggiata ( cosa risolta dopo più di un anno) e la successiva “frana” che ne sancì la chiusura definitiva con Ordinanza della Comunità di Valle, non vedendo la minima possibilità di risoluzione, pian piano si tornò a transitare (chiaramente a proprio rischio e pericolo, ma pur sempre minore del fare la galleria), anche perchè obiettivamente nulla nel frattempo era mutato e le condizioni a suo tempo menzionate per la chiusura sono rimaste pressoché invariate. Anche qui per i meno attenti o meglio per i non ciclisti/camminatori quel versante franoso era resente già prima della realizzazione della ciclabile e quindi o allora era stato sottovalutato, oppure le opere messe in atto furono quantomeno insufficienti a scongiurare il movimento della scarpata che a valle viene erosa continuamente dalle piene del torrente Cismon.

A complicare ulteriormente la questione vi è la competenza sull’opera, classico pasticcio all’italiana style, visto che ci troviamo in Regione Veneto, Provincia di Belluno, Comune di Sovramonte, ma costruita con fondi della PAT, in carico alla Comunità di Valle di Primiero, in quanto opera sovracomunale, manutentata nei primi anni dalla medesima e poi sembra passata al Comune di Sovramonte (dico sembra perchè le notizie in merito ahimè scarseggiano). Fatto stà che dopo il “passaggio”, la manutenzione era già una mera utopia! Ora è chiaro che stante le condizioni, un ipotetico intervento non è del tutto trascurabile sia economicamente che tecnicamente, ancor più se in carico ad un Comune come quello di Sovramonte.

Chiaro è anche che dopo sei anni l’unica cosa certa era ed è quel silenzio tombale quasi imbarazzante per qualcuno e che “l’arrangiarsi” dei ciclisti/pedoni non sia la migliore cosa nè la più corretta, se non forse per una forma di autodifesa o autotutela come meglio si voglia definire. Io la percepisco semplicemente come l’arte di arrangiarsi dei cittadini avverso la totale assenza degli Enti competenti, ben più impegnati in logiche burocratiche e di autotutela. Quindi se il Sindaco di Sovramonte o chi per esso ha voluto dare un segnale, come spesso accade, avrebbe fatto meglio a continuare nel silenzio e nel disinteresse, anche perchè affiggere la vecchia Ordinanza (anno 2018) della Comunità di Primiero sul suo territorio è quantomeno un gesto di totale mancanza di conoscenza degli aspetti giuridici e una forma poco velata di scaricare altrui le proprie responsabilità, anche se “ereditate” mal concepite o indigeste. Ai politici del Primiero dico solo … Signori svegliatevi anche oggi è una ‘bella giornata’, sarcasticamente parlando”.
Paolo Miola