Coldiretti: “Con questo atto si dice finalmente basta agli inganni e si conclude positivamente una lunga battaglia della Coldiretti che risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani”
Nordest – “L’etichetta d’origine del latte salva le stalle, riconosce il lavoro dei produttori e tutela i consumatori. Un triplice effetto destinato a valorizzare il prodotto italiano perché lo distingue da quello straniero”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù intervengono alla vigilia dell’importante data del 19 aprile 2017, che decreterà una svolta storica per il comparto lattiero caseario.
L’importanza dell’atto legislativo è stato riconosciuto dall’intera filiera – spiegano Cerantola e Palù – tanto che da un’indagine di Coldiretti si rileva che due confezioni a lunga conservazione su tre sono già in regola con le nuove disposizioni che consenteno di smascherare il latte straniero spacciato per “Made in Italy”. I segugi di Coldiretti hanno raccolto in questi giorni i campioni in vendita nei principali supermercati e negozi italiani, in occasione dell’entrata in vigore dell’obbligo di indicare obbligatoriamente in etichetta l’origine del latte e dei prodotti lattiero-caseari prevista dal decreto “Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011” firmato dai ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo economico Carlo Calenda, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.15 del 19 gennaio 2017.
“La situazione – concludono Cerantola e Palù – è più complessa per yogurt e formaggi, in quanto il provvedimento prevede che sarà possibile, per un periodo non superiore a 180 giorni, smaltire le scorte con il sistema di etichettatura precedente anche per tenere conto della stagionatura. Con questo atto si dice finalmente basta agli inganni e si conclude positivamente una lunga battaglia della Coldiretti che risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani che secondo la consultazione pubblica online del Ministero delle politiche agricole, in più di 9 casi su 10, considerano molto importante che l’etichetta riporti il Paese d’origine del latte fresco (95%) e dei prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi (90,84%), mentre per oltre il 76% lo è per il latte a lunga conservazione”.
L’etichetta di origine sulla spesa degli italiani | |
Cibi con l’indicazione origine | E quelli senza |
Carne di pollo e derivati | Salumi |
Carne bovina | Carne di coniglio |
Frutta e verdura fresche | Carne trasformata |
Uova | Frutta e verdura trasformata |
Miele | Derivati del pomodoro diversi da passata |
Passata di pomodoro | Sughi pronti |
Pesce | Pane |
Extravergine di oliva | |
Latte/Formaggi | |
Pasta in itinere | |
Riso in itinere | |
Fonte: Elaborazioni Coldiretti |