Vittorio Cerqueni, del Club Super Marathon Italia, ha corrso nei mesi scorsi a Forte dei Marmi, durante le 4 maratone in 4 giorni consecutivi, la sua 250^ maratona agonistica certificata e festeggiata con cena di pesce e festa di “Giubileo”, come lo chiama il Club

NordEst – Nelle ultime venti maratone disputate, nella categoria M65 è arrivato sei volte primo, sette volte secondo, tre volte terzo. “Di ogni maratona corsa – spiega Vittorio Cerqueni – dalla prima all’ultima, ho tenuto conto in un libro (con foto, resoconti ed aneddoti) che pubblicherò “prima o poi” e questa – anticipata di seguito – dovrebbe essere l’introduzione.
250 volte 42,195 km
“Si vince una medaglia che è più di una medaglia – racconta Cerqueni – ho corso …sopra i ghiacciai perenni del Circolo Polare Artico, sulle pietre millenarie della Grande Muraglia Cinese, sulla rovente sabbia del deserto del Sahara, nel luogo più arido e caldo del Nord America, il deserto della Death Valley in California, ho corso in cima al mondo, giù dai 5354 m del campo base dell’Everest, in Nepal, radente alle acque impetuose delle Cascate del Niagara, nel vento dell’Ontario, sulla cresta di vulcani dormienti come in Islanda, sull’asfalto di metropoli e città: ad Est … Zagabria, Belgrado, Skopje, Budapest, Praga, Sofia, Tirana,Tokyo… come ad Ovest … New York, Boston, Lisbona, Barcellona, Valencia, Siviglia, ….
a Nord … Stoccolma,Helsinki, Berlino, Londra, Monaco, Vienna, Varsavia… come a Sud … Atene, Malta… circumnavigando un’isola delle Lofoten in Norvegia; sotto cime innevate …a Davos in Svizzera; sull’erba di alti pascoli … a Sonthofen nell’ Allgau in Germania; sulla ghiaia e sui sassi come a Vaduz-Malburn in Liechtestein; sull’asfalto del circuito motociclistico di Misano Adriatico.
Ma anche – ci ricorda Vittorio – totalmente immerso nella natura, come nel Parco Nazionale di Plitvice in Croazia; sotto autentici nubifragi, come a St. Michael im Lungau in Austria; nell’afa estiva e cocente, come a Porec in Croazia; nella brezza frizzante tra Nizza e Cannes in Francia d’inverno e di notte sotto il gelido nevischio come a Zurich in Svizzera; d’inverno ed al caldo come a Gran Canaria sulle strade blindate della Città Santa: Gerusalemme in Israele; con un menisco da operare come a Saragozza in Spagna; con l’influenza come a Lubiana in Slovenia; con una gamba e mezza, sicuro di partire ma non di arrivare, come a Tokyo in Giappone; pregando ininterrottamente per una persona ammalata, per 42 Km come a Trieste; in discesa, come ad Imst in Austria, o in salita per i 50 Km della Pistoia-Abetone; in mezzo alle vigne e tra i castelli, come a Beaujulais in Francia attraverso tartufaie, come ad Alba in Piemonte ho attraversato torrenti pieni d’acqua gelida fino al ginocchio, come in Islanda”.
Altri ricordi indelebili
“Ho festeggiato – aggiunge Cerqueni – la 100^ maratona nelle viscere della terra, sotto 500 metri nella miniera di Merkers (ex Germania dell’Est) e la 200^ a Bad Fussing in Germania immerso nella neve. Ho corso 10 maratone in 10 giorni consecutivi al Lago d’Orta (Novara) nel 2015, 2016 e 2017 e 2 maratone nello stesso giorno ( il 15 agosto 2016 una al mattino e l’altra nel pomeriggio). Ho corso in 32 stati e 4 continenti …ed ho corso con la fantasia in mille altre parti del mondo… Ho corso con il corpo e con la mente, ricordandomi che la maratona è un percorso personale, intimo, quasi mistico dove la sfida è con se stessi e con i propri limiti. Ho conosciuto tante persone, modi di vita, usi e costumi diversi, ho apprezzato ogni cosa, dalla più grande alla più piccola, sempre come umile viaggiatore, come rispettoso ospite desideroso di vedere, imparare, conoscere”.
I rischi e le emozioni
“Nel mio peregrinare – continua l’architetto – ho evitato due bombe: una dell’ ETA alle 9,05 del 30 gennaio 2007 all’aeroporto Baracas di Madrid (2 cingalesi morti) e l’altra a Gerusalemme nel marzo 2011, sotto l’albergo, alla stazione degli autobus (1 morto e 31 feriti). Ho assaggiato l’asfalto di Joannesbourg in Sud Africa e la finissima sabbia di Bajaibe nei Carabi, il freddo pungente di Mosca, la vastità di San Pietroburgo quando ancora si chiamava Leningrado, la brezza marina di Minorca (Isole Baleari), il caldo torrido di Creta, e quello afoso dell’isola di Jerba e le dune di Dous e Tozeur (Tunisia) e quelle dei campi sahariani in Algeria,la bruma irlandese, il “fumo di Londra” lungo il il Regent’s Canal Towpath vicino alla stazione King’s Cross a Londra (e vicino al famoso binario “ platform 9 ¾ di Harry Potter”),l’aria frizzante del Capo di Buona Speranza in Sudafrica…
Ho corso su asfalto, su cemento, sulla gomma delle piste di atletica, su sentieri, su scalinate e su strade sterrate, sull’erba dei prati, sulla terra battuta, nella torba, nel fango, sulla ghiaia e sui sassi, su rocce, sui sampietrini, sulla sabbia del mare, su nere rocce vulcaniche, sulla neve e sopra il ghiaccio vivo, su viadotti urbani e sopra ponti “tibetani” sospesi nel vuoto, sui tronchi di legno di passerelle malferme. Ho sempre avuto la fortuna di avere degli eccellenti compagni di viaggio. Ho sempre tenuto a mente che la corsa è un mezzo, non il fine”.
Quale sarà la prossima?
E ad ogni sfida rimane il motto, caro a Giulia: “Da ogni viaggio…si torna … per ripartire”. La più bella maratona? Inutile chiederlo, Vittorio Cerqueni ne è certo: “E’ sempre quella che devi ancora correre. Ed allora … “passo dopo passo” si continua a correre… fin che dura”.