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Jetman, l’ultimo drammatico volo sul deserto: aveva dato spettacolo anche tra le Dolomiti

Le tv di tutto il mondo hanno passato in queste ore la notizia della scomparsa di jetman, l’uomo che  a giugno 2019 volava tra le Dolomiti in Val Gardena

NordEst – Il francese Vince Reffet, parte del team “Jetman” che ha compiuto esibizioni spettacolari sopra i cieli di Dubai, è morto durante un’esercitazione nella città del Golfo. Il francese di 36 anni è morto per un incidente in allenamento nel deserto vicino Dubai. Nel 2015 affiancò un Airbus A380 in volo assieme a un compagno.

Cinque anni dopo quell’avventura che l’ha reso uno dei jetman (uomini-razzo) più famosi del mondo Vincent Reffet, 36enne originario di Annecy, Francia, ha perso la vita mentre si addestrava nel deserto degli Emirati Arabi Uniti. A confermare il decesso, avvenuto martedì scorso forse di fianco alla strada E66 a 51 chilometri dalla città emiratina, è la società «Jetman Dubai» che l’aveva ingaggiato.

«Vince era un atleta di talento e un membro molto amato e rispettato del team», spiega in una nota. «Ci mancherai», ha scritto su Instagram lo sceicco Hamdan bin Mohammed bin Rashid Al Maktoum, 37enne erede al trono di Dubai e presidente del Consiglio esecutivo.

Fin da piccolo «Vince» cresce in una famiglia che prova un certo interesse per le attività estreme. «Sogno di volare da quando avevo 15 anni — ha ricordato alla stampa internazionale qualche tempo fa —. Mio padre era un paracadutista e non ho mai avuto passione per questo sport fino a quando non ho provato. Mi sono subito innamorato e l’ho fatto per metà della mia vita». «Far volare il mio corpo è ciò che amo», continuava a ripetere. E infatti dopo aver fatto il paracadutista e dopo aver gareggiato come atleta estremo, si è cimentato nello skydive combinato sul Monte Bianco e poi si è lanciato dal Burj Khalifa di Dubai, il grattacielo più alto del mondo (828 metri) con le insegne di XDubai, associato proprio al principe ereditario.

The Jetman’ takes to the skies above the Dolomites

L’evento a Dubai

La fama mondiale arriva nel 2015 quando con «Jetman Dubai» si lancia nel volo acrobatico attorno all’Airbus A380 di Emirates.

Dietro di lui un’ala agganciata alla schiena, dotata di quattro propulsori, in grado di volare per 50 chilometri, fino a 6.100 metri di quota e a 400 chilometri orari. Strumento utile anche a evitare a lui e al compagno Yves Rossy di venire risucchiati dai quattro motori del velivolo.

«Amo la sensazione di libertà»

Il jetman non è un pilota, ha precisato diverse volte Reffet. «Nel mio caso si vola con un’ala — ha spiegato sul sito della Red Bull, suo vecchio sponsor —, non si afferra un joystick nella cabina di pilotaggio dove si danno gli input alla macchina e la macchina diventa il tuo corpo. Con l’ala sposti il corpo e quella si sposta con te. Questo è volare con un jetpack».

E quando l’Associated Press gli ha chiesto cinque anni fa perché ha voluto volare di fianco a un Airbus A380 lui ha risposto che «è per la sensazione di libertà che mi dà. Quando faccio paracadutismo mi piace praticamente andare dove voglio, ma andando sempre giù. Con quest’ala adesso posso volare come un uccello».

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