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Iss: “Epidemia peggiora, misure più severe in ogni regione”. Ecco le nuove aree arancioni

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Cinque regioni passano nella zona arancione in relazione al rischio legato all’emergenza coronavirus. Si tratta di Abruzzo, Umbria, Basilicata, Liguria e Toscana, come scrive su Twitter il governatore abruzzese Marco Marsilio. Il provvedimento adottato dal ministro Roberto Speranza entrerà in vigore mercoledì 11 novembre. Zona arancione, le regole

NordEst  (Adnkronos) – “Si conferma che l’epidemia in Italia è in rapido peggioramento. Nella maggior parte del territorio nazionale è compatibile con uno scenario di tipo 3 ma sono in aumento il numero di Regioni/PA in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4. Si conferma pertanto una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sull’intero territorio nazionale con criticità ormai evidenti in numerose Regioni/PA italiane”. E’ quanto si legge nel report dell’Iss relativo alla settimana 26 ottobre-1 novembre 2020 (dati aggiornati al 9 novembre 2020).

“La situazione descritta in questa relazione evidenzia forti criticità dei servizi territoriali e il raggiungimento attuale o imminente delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri in tutte le Regioni/PA”, si legge ancora nel report, che ritiene quindi “essenziale rafforzare le misure di mitigazione in tutte le Regioni” e “necessaria una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone”.

Tutte le Regioni/PA sono classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane. È essenziale rafforzare le misure di mitigazione in tutte le Regioni/PA come indicato nel documento ‘Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale’ trasmesso con Circolare del Ministero della Salute”.

“Si conferma – recita ancora il report – che è necessaria una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”.

E ancora: “L’aumento di casi è diffuso in tutto il Paese, con tutte le Regioni/PPAA che riportano un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente (flusso MdS)”.

Nella settimana 26 ottobre – 1 novembre 2020, continua il report Iss, “si osserva un ulteriore forte incremento dei casi che porta l’incidenza cumulativa (dati flusso ISS) negli ultimi 14 gg a 523,74 per 100,000 abitanti nel periodo 19/10/2020-01/11/2020 (vs 279,72 per 100,000 abitanti nel periodo 12/10-25/10). Nello stesso periodo, il numero di casi sintomatici è passato da 54.377 (periodo 12/10-25/10) a 129.238 (periodo 19/10-01/11)”. Secondo il report, inoltre, l’incidenza cumulativa negli ultimi 7 giorni si attestava a 304,16 per 100,000 abitanti.

“Nel periodo 15-28 ottobre 2020, l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,72 (95%CI: 1,45-1,83). Si riscontrano valori medi di Rt superiori a 1,5 nella maggior parte delle Regioni/PA italiane e superiori a uno in tutte Regioni/PA”. In particolare, dall’analisi dei dati, emerge che la Lombardia ha sforato il 2 (Rt a 2,08), mentre si avvicinano a quella soglia Basilicata (Rt a 1,99) e Piemonte (Rt a 1,97), seguite da Molise (1,88) e Provincia di Bolzano (1,87). Sotto l’1,5 si posizionano invece Liguria (1,48) Sicilia (1,4), Lazio (1,36), Marche (1,29) Sardegna (1,24).

Secondo il report, inoltre, “si osserva complessivamente una criticità nel mantenere elevata la qualità dei dati riportati al sistema di sorveglianza integrato sia per tempestività (ritardo di notifica dei casi rapportati al sistema di sorveglianza su dati aggregati coordinati dal Ministero della Salute) sia per completezza. Questo, ha comportato in questa settimana un ritardo nella ricezione dei dati consolidati dalle Regioni/PA per la settimana 26 ottobre – 1 novembre che al momento è il dato consolidato più recente disponibile. Di per sé, questo costituisce una ulteriore prova della generale criticità di resilienza diffusa su tutto il territorio nazionale e dovuta alla gravità della situazione epidemiologica. Come conseguenza questo può portare ad una sottostima della velocità di trasmissione e dell’incidenza”.

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