Nel 2023 18.000 donne trentine vivono da sole con i propri figli. È uno dei dati dal report “(Dis)parità tra donne e uomini in Trentino”. Presentato dalla Commissione provinciale Pari Opportunità, il report sulla situazione in provincia

Trento – Rappresentano l’81,8% dei nuclei monogenitoriali, una quota analoga a quella registrata a livello nazionale. È uno dei dati con cui si apre il report (Dis)parità tra donne e uomini in Trentino. Indicatori e analisi”, redatto da Anna Res e Letizia Caporusso, ricercatrici del Centro studi interdisciplinari di genere dell’Università di Trento. Un dato che, ha spiegato Ress, “sicuramente avrà un impatto sull’economia della cura, sempre più importante”.
Sul tema della segregazione formativa, invece, il Trentino “non si muove in dieci anni”, ha aggiunto Ress. Nel 2023/2024 i ragazzi si concentrano maggiormente negli istituti tecnici (42,6% dei maschi rispetto al 21,2% delle femmine) e nella formazione professionale (24,5% e 16,6%), mentre le ragazze preferiscono i licei (59,3% contro il 30,8% dei loro coetanei). I licei infatti presentano un tasso di femminilizzazione dell’82,6% (linguistico) e del 79,8% (scienze umane), mentre al tecnologico il tasso di femminilizzazione è del 15,8%.
La segregazione si nota anche nella scelta universitaria: nel 2022 le studentesse trentine scelgono gli indirizzi umanistici (33,6% rispetto all’11,9% dei coetanei) e verso l’area medica (17,4% contro il 10,3%). Di contro, gli studenti trentini preferiscono i corsi di ingegneria e architettonica (26,4% rispetto al 10,3% delle ragazze), di scienze-informatica (13,8% rispetto al 7,3% delle ragazze) e di economia e statistica (17,5% contro l’11,9% delle ragazze).
Tra i dati salienti si evidenzia un miglioramento molto lento della rappresentanza delle donne nei luoghi decisionali, “con accelerazioni – ha spiegato Ress – dovute a misure correttive come quote rosa, doppia preferenza, meccanismi che consentono di riequilibrare la partecipazione”. Per le ricercatrici, nel mondo del lavoro e dell’istruzione la parità di genere è apparente più che sostanziale. “In Trentino abbiamo il 40% di donne che lavorano part time con tutti i limiti di questo inquadramento. In dieci anni nella scuola la segregazione formativa non si è mossa.
Le donne continuano a fare scelte che le penalizzano nell’acquisizione delle competenze STEM, sempre più importanti nell’evoluzione digitale e maggiormente remunerative”. Ancora, l’elemento peggiore riscontrato dai diversi indicatori dello studio è la crescita della difficoltà delle madri lavoratrici, “la maternità – ha rilevato ancora Ress – è un ostacolo preoccupante”. Sotto la lente anche l’ambito della salute. “ Le donne tendenzialmente hanno aspettative per una migliore e più elevata salute. Nei due anni di Covid però, c’è stato un crollo della loro salute psicologica e più spesso hanno rinunciato a curarsi”.