La mostra “Graffiti” al Museion di Bolzano

Il Museion di Bolzano ospita fino al 14 settembre 2025 una mostra dedicata al rapporto tra graffiti e arte contemporanea. L’esposizione si sviluppa su 1.500 metri quadrati e presenta opere chiave dalla seconda metà del XX secolo fino ai giorni nostri, oltre a nuove opere “site-specific”

[ “Untitled” di Keith Haring – © Keith Haring Foundation ]

di GianAngelo Pistoia

Bolzano – Al Museion di Bolzano è visitabile fino 14 settembre 2025 una mostra importante dedicata al rapporto tra graffiti e arte contemporanea. Prima esposizione istituzionale in Italia a esplorare l’evoluzione dell’uso della pittura spray nell’arte, “Graffiti” indaga come il linguaggio visivo proprio della città e della strada abbia influenzato la pratica artistica in studio. La mostra propone una lettura della pratica dei graffiti soprattutto come una prospettiva unica per osservare e vivere il paesaggio urbano.

[ Allestimento mostra “Graffiti” – © Luca Guadagnini / courtesy of Museion di Bolzano ]

Riunendo opere transdisciplinari realizzate nell’arco di 70 anni, la mostra si concentra su un approccio che supera la storicizzazione del graffiti writing come pratica “outsider”. A partire dalle pitture a spray degli anni Cinquanta e Sessanta, che anticipano i graffiti, l’esposizione si sviluppa attraverso le opere di celebri writer degli anni Ottanta fino ad arrivare ad artiste e artisti contemporanei che integrano i graffiti nelle loro pratiche eterogenee.

[ “Future Futurism” di Rammellzee – © courtesy of the Estate of Rammellzee ]

La bomboletta spray, lo strumento che caratterizza i graffiti contemporanei, fu brevettata negli Stati Uniti nel 1951. Dalla sua introduzione come prodotto di consumo negli anni Cinquanta, fino alla fine degli anni Sessanta – quando cominciò a diffondersi il graffiti writing, pratica oggi ampiamente riconosciuta – passarono quasi vent’anni, durante i quali anche artiste e artisti figurativi sperimentarono questo strumento. Una volta che la vernice spray divenne lo stile predominante per la realizzazione dei graffiti, il suo utilizzo in qualsiasi altro contesto venne inevitabilmente associato a questa pratica. Una semplice linea di vernice spray evoca infatti immediate associazioni con la ribellione e l’urbanità, che si tratti di un’intenzione consapevole o meno.

[ Allestimento mostra “Graffiti” – © Luca Guadagnini / courtesy of Museion di Bolzano ]

La mostra si sviluppa su 1.500 metri quadrati nei due piani più ampi di Museion, e presenta opere chiave dalla seconda metà del XX secolo fino ai giorni nostri, oltre a nuove opere “site-specific”. La mostra “Graffiti” prende come punto di partenza le opere degli anni Cinquanta e Sessanta di artisti e artiste come Hedda Sterne, David Smith, Martin Barré, Dan Christensen, Carol Rama e Charlotte Posenenske. In giustapposizione, si possono trovare opere di vernice spray su tela di graffiti writers fondamentali come Rammellzee, Futura 2000, Blade e Lee Quiñones. Una selezione di dipinti significativi degli anni Ottanta e Novanta di Lady Pink & Jenny Holzer, Martin Wong & LA2 e Keith Haring – in cui si combinano graffiti e arte contemporanea – è seguita da esempi più recenti di dipinti spray di Heike-Karin Föll, Michael Krebber e Christopher Wool. I graffiti digitali di Georgie Nettell dialogano con il fotogramma di una pensilina dell’autobus di Patricia L. Boyd e i Patina Paintings di Karin Sander, tra molte altre opere. Questa parte della mostra comprende inoltre pezzi di graffiti writers contemporanei come Kunle Martins e WANTO, insieme a una nuova opera di N.O. Madski in dialogo con le sculture di KAYA.

[ “KAYA” di Kerstin Brätsch & Debo Eilers – © courtesy of the artists, Meyer Kainer e Deborah Schamoni ]

La mostra prosegue sotto forma di paesaggio urbano, occupato da diverse opere che incorporano realtà tipiche degli spazi cittadini. Queste includono film e fotografie di Charles Atlas e Manuel DeLanda, nonché numerose installazioni e sculture di grandi dimensioni come i cestini della spazzatura e le centraline elettriche ready-made di Klara Lidén, o il New Media Express di Josephine Pryde, un trenino ricoperto di graffiti in miniatura. Altre tecniche di intervento sulle superfici urbane si ritrovano nella scultura di una serranda di R.I.P. Germain, in una nuova installazione a parete di Matias Faldbakken e in calchi di strada di Alix Vernet.

[ Allestimento mostra “Graffiti” – © Luca Guadagnini / courtesy of Museion di Bolzano ]

Questa mostra inaugura il nuovo progetto di ricerca a lungo termine di Museion, incentrato su forme di resistenza gentile e non violenta, e sull’arte come pratica sociale e urbana. La mostra è co-curata dall’artista e archivista newyorkese Ned Vena (nato nel 1982 a Boston, USA). La sua pratica artistica, che comprende dipinti, sculture, installazioni e film, è stata profondamente influenzata dalla sua esperienza attiva come graffiti writer e dalla sua profonda ricerca sulla storia dei graffiti; dall’altro lato, i suoi accurati studi sulla storia della pittura hanno plasmato la sua comprensione di questa pratica urbana. Nella mostra si manifestano sia la sua passione personale che la sua conoscenza archivistica interdisciplinare. Ned Vena afferma: «I graffiti mi hanno aperto la strada dell’arte e hanno al contempo definito il mio modo di vedere le cose, cose come l’arte, per esempio. “Graffiti” è una mostra che presenta opere che non sono necessariamente sui o provenienti dai graffiti, ma che, quando le guardo, mi ricordano la mia esperienza con i graffiti». La mostra, promossa da Museion, è il risultato di una partnership tra Museion e il Centraal Museum di Utrecht.


Museion di Bolzano
ll Museion (dal greco “μουσείον”, il tempio delle muse) è il museo di arte moderna e contemporanea con sede a Bolzano in Alto Adige. È stato fondato nel 1985 da un’associazione privata con il sostegno della Provincia autonoma di Bolzano. Nell’agosto del 2006 è stata istituita la Fondazione Museion, di cui fanno parte la Provincia autonoma di Bolzano e l’associazione Museion. Il 24 maggio 2008 Il Museion ha inaugurato nel centro di Bolzano la nuova sede realizzata dagli architetti berlinesi dello studio “KSV Krüger Schuberth Vandreike”.
Il progetto ha vinto il concorso al quale avevano partecipato altri 285 studi d’architettura di 14 paesi diversi. La forma cubica dell’edificio segnala un’apertura all’esterno. Si crea una sorta di dialogo simbolico, le facciate di testa realizzate in vetro, mettono in comunicazione il centro storico con la parte più nuova della città e i prati sul fiume Talvera.

[ Museion di Bolzano – © CristianNX (Wikimedia Commons – CC BY-SA 4.0) ]

Di sera le facciate fungono da superfici per la proiezione di opere d’arte. Quest’apertura degli spazi si trascina anche all’interno del museo: spazi espositivi, aula didattica, sala conferenza, café–Museion, book-shop e la biblioteca non sono divisi rigidamente, ma in stretta interrelazione. A piano terra, il Museion ha uno spazio chiamato “passage”, progettato dal designer altoatesino Martino Gamper. Liberamente accessibile al pubblico, viene utilizzato per ospitare festival ed eventi. Grazie a un programma mostre coraggioso e di respiro internazionale Museion si è affermato tra i maggiori musei d’arte contemporanea in Italia e nell’area alpina. La collezione permanente comprende più di 4.500 opere ed è presentata a rotazione in percorsi tematici, spesso in dialogo con altre raccolte pubbliche e private. Essa rispecchia la storia e le scelte espositive del museo nel tempo. I punti focali sono l’arte e il linguaggio, il linguaggio formale della scultura, la riflessione critica sulla contemporaneità e le posizioni di artisti extraeuropei. Il Museion si propone quindi come luogo d’incontro e come laboratorio artistico internazionale e interdisciplinare. Anche le giovani generazioni sono le benvenute!