Con l’indicazione del numero verde antitratta 800 290 290. Iniziative in simultanea in molte città italiane all’insegna dello slogan #liberailtuosogno
Vicenza – Si è aperta con il lancio di un centinaio di palloncini nel luogo simbolo della città, piazza dei Signori, la decima giornata europea contro la tratta di esseri umani in programma questa mattina, martedì18 ottobre, alle 12 alla presenza dell’assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala.
Hanno partecipato all’iniziativa anche la presidente del consiglio delle cittadine e dei cittadini stranieri Marina Grulovic insieme ad alcuni rappresentanti, la presidente dell’associazione Mimosa e della cooperativa Equality Barbara Maculan, la coordinatrice del Progetto Donna per Caritas Vicenza, suor Celina Pozzan, e alcuni rappresentanti dell’Unione Immigrati di Vicenza.
“Lanciamo oggi questi palloncini nel mondo con indicato il numero verde nazionale antitratta per sensibilizzare i nostri concittadini sul fenomeno dello sfruttamento di esseri umani, diffuso anche nel nostro territorio – ha dichiarato l’assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala –. Si tratta di un numero che, nato oltre dieci anni fa, quando conosciuto e pubblicizzato ha permesso di aiutare numerose persone ad uscire dal circuito dello sfruttamento sessuale, in passato soprattutto giovani ragazze provenienti dall’est Europa e oggi provenienti in numero sempre maggiore dalla Nigeria, contrastando anche altre forme di sfruttamento come quello lavorativo. Quest’anno, inoltre,siamo orgogliosi di essere partner del progetto N.A.Ve (Network Antitratta per il Veneto), finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità per 1 milione e 300 mila euro, a cui si aggiungono 140 mila euro stanziati dalla Regione del Veneto e le risorse dei Comuni veneti. Il progetto, in sinergia con le autorità giudiziaria e di polizia, le Direzioni del Lavoro e l’azione sociale, ha l’obiettivo di consolidare un sistema unico e integrato di emersione e assistenza di vittime di tratta o grave sfruttamento, ed è la dimostrazione che la rete che è cresciuta negli anni ha certificato l’efficacia di un approccio sistemico a un problema così complesso, problema che rimane una delle grandi vergogne del nostro tempo, con esseri umani che sfruttano e privano della libertà altre donne e altri uomini approfittando della loro situazione di fragilità”.
“Ci auguriamo che la Task Force contro la tratta ufficializzata attraverso il Progetto N.A.Ve favorisca ancora di più l’emersione dello sfruttamento. È solo con il concorso di tutti gli attori pubblici, privati e del privato sociale che si può contrastare maggiormente il fenomeno dello sfruttamento e restituire alla sue vittime il sogno che a volte è solo quello di una vita migliore – questo il commento della presidente Barbara Maculan”.
L’iniziativa di sensibilizzazione contro lo sfruttamento e il traffico di esseri umani, che ambisce a diventare virale con lo slogan #liberailtuosogno, si è tenuta, infatti, contemporaneamente in luoghi significativi di molte città italiane (piazze, stazioni ferroviarie, scuole , centri di aggregazione,…) tra cui, in Veneto, Verona, Padova, Venezia, Rovigo, Treviso e Vicenza per l’appunto.
Obiettivo della giornata è richiamare l’attenzione sulla questione della tratta di esseri umani, ma più in generale sulle necessità che tutti contribuiscano al contrasto del fenomeno dello sfruttamento per “liberare” il sogno di tante donne, uomini e bambini che si trovano in simili condizioni.
È possibile aderire all’iniziativa e darne diffusione mettendo un “mi piace” sia sulla pagina facebook “Decima Giornata Europea contro la tratta” https://www.facebook.com/Decima-Giornata-Europea-Contro-la-Tratta-1186172398110766/ che sull’evento ad essa collegato https://www.facebook.com/events/656317167878536, pubblicando immagini e video corredati dagli hashtag #Vicenza #nontratta #liberailtuosogno al fine di rendere il più possibile condivisa l’iniziativa.
Per ogni altra informazione è possibile contattare il numero verde antitratta 800290290, gratuito e attivo 24 ore su 24.
Segnalazioni pervenute al numero verde antitratta nel 2015
Nel 2015 sono state 219 le attivazioni dell’Unità di Crisi e Valutazione per segnalazioni pervenute al numero verde antitratta.
Di queste 19 per sfruttamento legato alle economie illegali, 37 per sfruttamento lavorativo, 64 per sfruttamento sessuale (prostituzione in strada e prostituzione indoor), mentre 99 non hanno ancora dichiarato sfruttamento o non c’è sfruttamento.
Nel territorio di Vicenza sono emerse 7 situazioni di vittime di sfruttamento.
Persone contattate dall’Unità di strada nel 2015
Nel 2015 l’Unità di strada (Equality Cooperativa Sociale Onlus), che viene inviata in orario serale-notturno nelle vie colpite dal fenomeno della prostituzione per comprendere se vi sono casi di sfruttamento offrendo l’opportunità di facilitare l’accesso alle strutture sanitarie e svolgendo attività di informazione, ha incontrato 251 persone in strada a Vicenza, soprattutto ragazze molto giovani (tra i 20 e i 25 anni di età), per la maggior parte (140) provenienti dall’Europa dell’est (125 dalla Romania, 6 dall’Ungheria, 4 dall’Albania, 3 dalla Bulgaria , 1 dalla Russia e 1 dall’Ucraina).
53 erano di origine africana, soprattutto provenienti dalla Nigeria (51, con 1 persona dal Gambia e 1 dal Marocco) mentre 3 provenivano dall’America Latina (Brasile, Paraguay e Perù).
Sono state 55 le transessuali incontrate, per la maggior parte tra i 25 e i 30 anni d’età (33), 24 dei quali di origine Brasiliana, 20 provenienti dal Perù, 3 dall’Argentima, 3 italiani, 2 venezuelani, 1 dal Paraguay, 1 dalla Colombia e 1 dalla Romania.
Persone contattate dall’Unità di strada nel 2016 (da gennaio a settembre)
Da gennaio a settembre 2016 sono stati 219 le persone incontrate dall’Unità di strada (Equality Cooperativa Sociale Onlus), per un totale in Veneto, considerando le province di Venezia, Padova, Treviso, Vicenza e Verona, di 1500 contatti.
Adesione al progetto ministeriale N.A.Ve (Network Antitratta per il Veneto)
Il Comune di Vicenza aderisce al progetto N.A.Ve (Network Antitratta per il Veneto), presentato dal Comune di Venezia, da una rete di partner pubblici (tutti i capoluoghi di provincia del Veneto) e del privato sociale della Regione Veneto e approvato dal Governo nel febbraio scorso.
In partenariato progettuale e operativo tra le autorità giudiziaria e di polizia, le direzioni del lavoro e l’azione sociale, il progetto, che ha preso ufficialmente il via l’1 settembre 2016, intende implementare il consolidamento di un sistema unico e integrato di emersione e assistenza di vittime di tratta e/o grave sfruttamento, attivo 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, al fine di garantire, da settembre 2016 a dicembre 2017, l’accesso ai diritti ad almeno 300 persone vittime di tratta e/o di grave sfruttamento, indipendentemente dal loro status giuridico, dalla loro età, nazionalità, genere, e tipo di sfruttamento.
Il progetto è finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità per 1 milione e 300 mila euro, a cui si aggiungono le risorse stanziate dalla Regione del Veneto (140 mila euro).
L’unità di coordinamento è in capo al Comune di Venezia e opera attraverso la cabina di regia istituita presso la Regione Veneto; è composta da un referente per ogni ente locale e un rappresentante per ogni ente attuatore. Si riunisce periodicamente per valutare il raggiungimento degli obiettivi del progetto e strutturare un osservatorio sui fenomeni della tratta e grave sfruttamento.
A differenza di quanto accadeva in passato, vi è un integrale finanziamento delle spese sostenute dal capofila e dai partner (negli anni passati era obbligatorio un cofinanziamento dell’ente per almeno il 30% dell’importo complessivo). Oltre alla partnership della Regione Veneto, il progetto vede anche un fattivo contributo da parte di tutti gli enti locali capoluoghi di Provincia con la creazione di micro equipe dedicate in ogni territorio provinciale e la co-progettazione della rete del privato sociale.
La partecipazione di Procura della Repubblica di Venezia, Prefettura di Venezia, Legione Carabinieri Veneto, tutte le Questure del Veneto, Direzione interregionale del lavoro, sindacati, ULSS, le Università di Padova e Verona e organizzazioni del mondo del lavoro ha fatto assumere al progetto il carattere di lavoro multi-agenzia.