I monitoraggi confermano la forte diffusione dell’insetto endemico soprattutto nei boschi del Trentino orientale. Ecco come divora le piante. Emergenza anche nel vicino Bellunese
Trento – Servizio foreste in campo per contrastare la diffusione del bostrico nei boschi del Trentino. La presenza dell’insetto endemico, che appare in crescita in tutta Europa, prosegue a 3 anni di distanza dalla tempesta Vaia anche sul territorio provinciale ed in particolare nella zona orientale, dove la popolazione di abete rosso sopravvissuta alla forza distruttrice del maltempo sta mostrando sempre più frequentemente i tipici segni di ingiallimento e arrossamento della chioma.
I più colpiti sono i distretti di Pergine Valsugana, Borgo Valsugana, Cavalese e Primiero. Ad oggi sono dunque già 135mila i metri cubi di legname assegnati dalla Provincia autonoma di Trento alle aziende boschive e destinati al taglio nel corso del 2021, nell’ambito dell’attività condotta dai distretti forestali. I numeri relativi agli alberi colpiti quest’anno dal bostrico sono comunque molto più elevati: il conto finale del materiale danneggiato sarà disponibile solo a fine anno.
Fondamentale è l’attività di monitoraggio di questo insetto endemico condotta anche nel corso del 2021 con il prezioso supporto scientifico della Fondazione Edmund Mach. I dati delle “trappole” stanno confermando la forte diffusione del bostrico, che non è stata rallentata nemmeno dallo sfavorevole andamento stagionale caratterizzato da basse temperature e frequenti eventi piovosi. Prosegue inoltre l’attività di formazione del personale forestale, attraverso sopralluoghi in campo per riconoscere i segni iniziali di un attacco.
Le esperienze dei paesi mitteleuropei hanno dimostrato che è necessario aspettare circa 5-6 anni dagli schianti per iniziare a vedere una graduale diminuzione delle pullulazioni. Un dato indicativo, che dipende strettamente dalle azioni preventive messe in atto e, non secondariamente, dagli andamenti stagionali.
Accanto alla rimozione del materiale danneggiato attraverso le consuete attività gestionali del bosco, fondamentale è agire preventivamente, in particolare nelle zone dove la pullulazione non è ancora diffusa, con la rimozione delle piante colonizzate entro la prossima primavera. Di fatto l’individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento ed esbosco costituiscono la forma più efficace di lotta contro il bostrico.
Nelle zone in cui gli effetti del bostrico risulteranno più estesi e laddove le funzioni del bosco siano state compromesse, il Servizio foreste procederà al rimboschimento dopo la rimozione degli alberi colpiti, come già avvenuto dopo il passaggio di Vaia. Unico aspetto positivo è che questo fenomeno si inserisce in un momento particolarmente favorevole per il mercato del legname, con prezzi alti e forte richiesta, secondo quanto riportato dal portale del legno Trentino (Cciaa).