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Difesa del suolo, inaccettabile per il Veneto riduzione risorse nella manovra finanziaria

Genova, Trieste, Parma ed il nostro Veneto: nemmeno le vittime causate dal maltempo negli ultimi giorni sono servite al Governo per cambiare rotta sulla sicurezza idraulica ed idrogeologica

Venezia – “Genova, Trieste, Parma ed il nostro Veneto: nemmeno le vittime causate dal maltempo negli ultimi giorni sono servite al Governo per cambiare rotta sulla sicurezza idraulica ed idrogeologica. L’obiettivo rimane lo stesso: mantenere vecchi sprechi per penalizzare gli enti pubblici virtuosi, specie quelli del nord”. L’assessore regionale alla difesa del suolo del Veneto, Maurizio Conte, è critico nei confronti della manovra finanziaria individuata dal Governo.

“Le proposte inserite nella bozza dell’ennesima legge finanziaria – aggiunge – sono il coerente risultato di una visione propagandistica e parziale del Paese. Dichiarare che per il recupero delle risorse non verranno aumentate le tasse e poi delegare ancora una volta a questo scopo le Regioni è cosa inaccettabile, soprattutto quando questi stratagemmi comporteranno inevitabilmente riduzioni di spesa ed investimento da parte degli enti territoriali: 36 miliardi da recuperare, 4 dei quali dovranno essere ricavati da risparmi delle Regioni, a cui vanno sommati i 750 milioni già chiesti con il DL Irpef”.

“Per il Veneto – dice Conte – è troppo, è ingiusto, è una sopraffazione. La strategia dei tagli lineari non può rallentare ed indebolire la pianificazione e l’esecuzione del piano generale di messa in sicurezza idrogeologica per continuare a favorire sprechi conclamati a cui non si vuole porre fine, nei Ministeri come nelle Regioni. Non è più accettabile riscontrare nella bozza di legge un finanziamento di 140 milioni di euro per i forestali della Calabria, un esercito di oltre diecimila lavoratori stagionali o part time, stipendiati per curare aree boschive e forestali di poco superiori a quelle venete, quando nella nostra Regione gli operatori forestali specializzati sono 624 ed il budget investito per esecuzione di lavori di sistemazioni idrauliche ed idrogeologiche forestali e per il miglioramento boschivo nonché per il pagamento degli operatori stessi si è fissato per l’ultimo quinquennio sui 20 milioni annui. Se il premier Renzi può dichiarare: «Il forestale della Calabria deve sapere che con me non verrà licenziato, ma dovrà lavorare moltissimo», la Regione del Veneto si sente in dovere di non abbassare il proprio plafond “forestale” per garantire la sicurezza del territorio”.

“Più in generale per la difesa del suolo – fa rilevare Conte – dei 3.207 milioni necessari per mettere in sicurezza il territorio regionale, 402 milioni corrispondono all’ammontare degli interventi realizzati ed in corso di esecuzione, 600 milioni è invece l’importo degli interventi urgenti già cantierabili ma da finanziare, 908 sono quelli indispensabili al completamento del piano a cui si devono aggiungere ulteriori 475 per i danni causati dagli eventi alluvionali nel triennio 2012-2014. Questi sono gli obiettivi che ci siamo posti e le necessità inderogabili di sicurezza che come amministrazione regionale, dopo decenni di incuria, abbiamo deciso di affrontare con grande sforzo, riuscendo a creare investimenti regionali molto importanti per il nostro bilancio, che si aggirano attorno ai 120 milioni per il 2014. Importo comunque insufficiente per arrivare in tempi rapidi al raggiungimento della messa in sicurezza complessiva del territorio regionale”.

“Le leggi di stabilità – conclude Conte – non dovranno perciò essere un ulteriore impedimento. Soprattutto perché il residuo fiscale di 21 miliardi del Veneto certifica una virtuosità, non può diventare un criterio di penalizzazione. Per i sacrifici a questo punto si guardino altre Regioni”.

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