“Daniele Tamagni Style Is Life” alla Galleria Civica di Trento

Fino al 6 luglio 2025 negli spazi della Galleria Civica di Trento il Mart dedica una mostra-omaggio al fotografo milanese Daniele Tamagni, i cui scatti celebrano il valore sovversivo e politico della moda. Nel percorso espositivo 80 immagini ripercorrono sette anni della produzione dell’artista, vincitore di prestigiosi riconoscimenti fotografici internazionali

[ Banner della mostra – © Galleria Civica e Mart Press Office ]

di GianAngelo Pistoia

NordEst – La mostra “Daniele Tamagni Style Is Life” raccoglie i lavori più importanti di un’artista capace di mescolare fotogiornalismo, fotografia di strada e di moda con uno stile unico e riconoscibile: Daniele Tamagni (Milano, 1975 – 2017). Già presentata con successo a Milano nel 2024, la mostra viene ora proposta nelle città del cuore dell’artista: Trento e Dakar. Se il Trentino ha accolto la famiglia di Tamagni per lunghi periodi diventando, di fatto, una seconda casa per il fotografo milanese, la capitale senegalese è stata uno dei suoi luoghi lavorativi. In entrambi i territori, dalle montagne del Bleggio alla metropoli internazionale, Tamagni ha instaurato profonde relazioni personali che hanno favorito l’organizzazione delle due attuali retrospettive da parte della Daniele Tamagni Foundation.

[ Allestimento della mostra – © Mart Press Office]

Alla Galleria Civica di Trento, l’esposizione è curata da Gabriele Lorenzoni sulla base del progetto originale sviluppato da Aïda Muluneh e Chiara Bardelli Nonino. Nello stesso periodo, nella capitale senegalese una mostra gemella si articola tra il prestigioso Museo Théodore Monod d’Art Africain – IFAN e la nuova sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Dakar, entrambi situati nel cuore di Plateau, quartiere centrale della città, grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Chi era Daniele Tamagni
Laureato in Beni Culturali con un Master in Storia dell’Arte all’Università Cattolica di Milano, Daniele Tamagni si dedica professionalmente alla fotografia solo in età adulta ottenendo fin da subito prestigiosi riconoscimenti, fra cui il “Canon Young Photographer Award” nel 2007, l’“ICP Infinity Award” nel 2010 e il “World Press Photo Award” nel 2011.

[ Ritratto di Daniele Tamagni ]

Tamagni celebra gli stili e le tendenze della moda di strada, testimoniandone il valore politico, talvolta sovversivo: l’abbigliamento è affermazione identitaria. Unendo una vasta conoscenza dell’arte e la passione per la moda all’amore per il continente africano e le sue diaspore, Tamagni utilizza la fotografia come strumento di indagine sociale. Senza alcuna retorica, scevro da pregiudizi, racconta l’autenticità e l’orgoglio delle comunità urbane delle megalopoli africane e latino-americane nelle quali la moda diventa un mezzo per posizionarsi in una società reinventata. Ponte tra mondi lontani, potente simbolo di emancipazione, la ricerca estetica risignifica la narrazione collettiva.

[ “Katy, Ono, Joe and Hellrider” photo by Daniele Tamagni – © Daniele Tamagni / courtesy of Giordano Tamagni ]

Secondo Chiara Bardelli Nonino, co-curatrice della mostra, Tamagni «voleva capire e fotografare lo stile, in particolare quel momento in cui il gusto da radicalmente personale si trasforma in un gesto, e volendo in un messaggio, destinato agli altri. La sua ricerca passava sempre, prima di tutto, dalle persone: voleva conoscere i suoi soggetti, intrecciare amicizie, scoprire perché si vestissero in un certo modo, cosa volevano comunicare e a chi».

[ “Vintage Dance Crew” photo by Daniele Tamagni – © Daniele Tamagni / courtesy of Giordano Tamagni ]

La co-curatrice Aïda Muluneh spiega: «Daniele Tamagni ha intrapreso una missione per dimostrare quanto ricco sia il continente africano in termini di diversità e storie non ancora narrate. Dal mio punto di vista, l’arte ruota attorno alla trasmissione delle nostre verità personali. Daniele si è deliberatamente concentrato su individui ai margini della società, su coloro che sfidano le norme, privilegiando l’affermazione di sé rispetto all’approvazione altrui, su coloro che aprono la strada ai loro viaggi unici. A mio parere, ha scelto narrazioni strettamente allineate al suo cuore e al suo percorso di vita».

[ “Tembisa Revolution” photo by Daniele Tamagni – © Daniele Tamagni / courtesy of Giordano Tamagni ]

Oggi le immagini di Tamagni sono pubblicate in libri, magazine e riviste accademiche di tutto il mondo; sono state presentate da istituzioni come il LACMA di Los Angeles, il MOMA di New York, il Vitra Museum in Germania, il Museum of Contemporary Photography di Chicago, il Brighton Royal Pavilion and Museums, il Museo de Ciudad Lisboa, il Carrousel du Louvre di Parigi, il Lentos Kunstmuseum in Austria e il Prins Claus di Amsterdam. Le sue opere sono presenti nelle collezioni di musei europei e statunitensi, tra cui i già citati LACMA, MOCP, Brighton Royal Pavilion, a cui si aggiungono lo Houston Fine Art Museum e lo Schwules Museum di Amburgo.


La mostra a Trento
Attraverso 80 fotografie ordinate in 6 sezioni tematiche, la mostra presenta i lavori più importanti dell’artista, la cui figura si inserisce nel panorama di voci contemporanee raccolte dal Mart attraverso i progetti della Galleria Civica di Trento.

[ Allestimento della mostra – © Mart Press Office ]

Protagonisti assoluti del lavoro di Tamagni sono i “sapeurs” congolesi della SAPE (Società degli Animatori e delle Persone Eleganti), meglio conosciuti come i dandy di Bacongo, quartiere di Brazzaville nella Repubblica del Congo. Sin dalle origini del movimento, all’inizio del Novecento, i “sapeurs” avevano reinterpretato lo stile dei colonizzatori francesi, esibendosi all’interno delle loro comunità in performance in cui ostentazione, lusso e raffinatezza diventavano strumenti di lotta politica. Dalle fotografie di Tamagni emergono colori, vitalità, piacere di vivere; i “sapeurs” risaltano come figure iconiche, a metà tra eroi urbani e poeti visivi, lo sguardo del fotografo è profondamente rispettoso e partecipe.

[ “The Playboys of Bacongo” photo by Daniele Tamagni – © Daniele Tamagni / courtesy of Giordano Tamagni ]

La serie è ben nota a livello internazionale grazie al volume “Gentlemen of Bacongo” pubblicato nel 2009 da Trolley Books e divenuto un best seller della fotografia. Il libro ha contribuito al riconoscimento ottenuto dall’artista dall’International Center of Photography di New York e ha ispirato la collezione “Primavera/Estate 2010” del celebre stilista inglese Paul Smith e i lavori di stiliste e artiste di fama mondiale come Stella Jean e Solange Knowles. Secondo un recente articolo pubblicato da Vogue Italia (30 aprile 2025) il lavoro di Tamagni risuona persino nel tema dell’ultimo MET Gala Super Fine: “Tailoring Black Style” che celebra il black dandyism.

[ “Gentlemen of Bacongo” photo by Daniele Tamagni – © Daniele Tamagni ]

A Trento i “sapeurs” convivono con i metallari del Botswana, fotografati da Tamagni nel 2012, periodo in cui il movimento “afrometal” era al suo culmine. Mentre è ospite di un gruppo heavy metal fondato dai nipoti di uno psicologo italiano artefice del principale ospedale per malattie mentali del paese, Tamagni immortala la vita quotidiana degli artisti. Documenta la scena metal del Botswana raccontando l’universo che vi ruota attorno: musicisti, fan, performer e una fiorente e originale sottocultura sartoriale, tra catene, giubbotti di pelle, borchie, cappelli e stivali da cowboy. Il fotografo in questo caso si sofferma su un immaginario “dark africano” che fa dimenticare momentaneamente i colori sgargianti dei “sapeurs”.

[ “Afrometals” photo by Daniele Tamagni – © Daniele Tamagni / courtesy of Giordano Tamagni ]

La sinfonia di tessuti variopinti ritorna però nei costumi tradizionali delle lottatrici boliviane, progetto premiato dal World Press Photo nel 2011. Le “cholitas” – riconoscibili dalla “pollera”, la particolare gonna che indossano – sfidano la prospettiva tradizionale della divisione dei ruoli di genere portando avanti, anche attraverso il wrestling, forme concrete e positive di emancipazione femminile a livello sociale e politico. Le donne “pollera” (“mujeres de pollera”), come loro stesse si definiscono, svolgono un ruolo essenziale nella lotta per i diritti delle donne in Bolivia: indossare la “pollera” significa lottare per il riconoscimento delle native, che vivono discriminazioni etnico-culturali e di genere.

[ “The Cholitas” photo by Daniele Tamagni – © Daniele Tamagni / courtesy of Giordano Tamagni ]

Alla fotografia di strada, Tamagni si dedica ancora nel 2015 ritraendo le giovani crew urbane di Johannesburg, nate in un contesto politico fortemente repressivo. Anche in questo caso la moda si delinea come una forma di riposizionamento identitario, di appartenenza a una società reimmaginata e libera. Una sezione della mostra è dedicata alla settimana della moda di Dakar del 2012. Qui Tamagni cattura l’intimità e la spontaneità dei backstage delle sfilate e dei laboratori del Senegal, documentando i dietro le quinte di quello che oggi è diventato un evento di punta della moda internazionale, un caposaldo della fashion industry del continente africano.

[ “Dakar Fashion Week” photo by Daniele Tamagni – © Daniele Tamagni / courtesy of Giordano Tamagni ]

Le immagini presenti nel percorso espositivo e molte altre fotografie inedite sono riprodotte nella monografia “Daniele Tamagni Style Is Life”, data alle stampe pochi mesi fa da Kehrer Verlag, Heidelberg. Il volume contiene, oltre ai testi delle due curatrici della mostra, i contributi di Alain Mabanckou, Angelo Ferracuti, Gerardo Mosquera, Emmanuelle Courreges, Lekgetho Makola; e le testimonianze di Alessia Glaviano, Duro Olowu, Michele Smargiassi, Deborah Willis che ripercorrono la storia professionale e umana dell’artista.