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Dagli ospedali alle emergenze, in Italia mancano infermieri

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La carenza minaccia l’assistenza: giornata Internazionale

NordEst –  Incontri con i cittadini in tutta Italia e una carrellata di 130 immagini per mostrare i mille volti di una professione in continuo cambiamento. Si celebra così, la Giornata Internazionale dell’Infermiere, all’insegna dello slogan “La sanità non funziona senza infermieri”. Ma, a fronte di sempre maggiori compiti e necessità, non si rileva una crescita del personale assunto dalle aziende sanitarie.

I ‘nuovi’ infermieri esercitano oggi la loro professione in tantissime situazioni diverse, ben oltre gli ospedali e le case di cura: si trovano nelle scuole accanto agli studenti e nei centri antiviolenza; coordinano il processo di donazione di organi e assistono i disabili gravi a domicilio; utilizzano strumenti tecnologici all’avanguardia; gestiscono interi reparti, spingendosi fino a situazioni di emergenza, anche su navi militari o in missioni all’estero.

Per far fronte alle sfide di una società sempre più anziana, dichiara Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), “servono modelli di assistenza basati su una nuova figura dell’infermiere specializzato, presente h24 sul territorio e tutelato per il lavoro che svolge”.

Ma, soprattutto, è necessario superare le carenze di organico, oggi allarmanti, dopo anni di blocco del turn over. “Senza contare chi uscirà con ‘Quota 100′”, spiega Tonino Aceti, portavoce Fnopi, “ci sono circa 30.000 infermieri in meno rispetto alle reali necessità. E diventeranno 58.000 in meno nel 2023; circa 71.000 in meno nel 2028 e quasi 90.000 in meno nel 2033”

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