Cgil, ‘serve ordinanza per fermare attività nelle ore più calde’

Cgil e Fillea: “Altre regioni si muovono in questa direzione”. Rischio calore, Spinelli: “Tutelare i lavoratori a partire da quelli più esposti”. Cisl Trentino: “gestione responsabile”

Trento – Fermare le attività lavorative nelle ore più calde della giornata, almeno nei settori dove più alto è il rischio per la salute. Cgil e Fillea chiedono alla Provincia di Trento di emanare un’ordinanza per tutelare in modo più efficace lavoratrici e lavoratori. L’estate è partita con temperature record in Trentino ed è facile immaginare che i giorni di caldo estremo saranno ancora tanti nelle prossime settimane. “Non chiediamo niente di più di quanto non sia già previsto nelle linee guida nazionali per il rischio calore – sottolineano Manuela Faggioni Sella responsabile per la salute e sicurezza della Cgil del Trentino con Giampaolo Mastrogiuseppe segretario generale della Fillea, la categoria che segue il comparto edile tra i più critici.

Già diverse regioni si sono mosse in questa direzione, di fatto rafforzando ulteriormente le misure già previste con un’ordinanza che impone lo stop nelle ore più calde per i settori più a rischio. Da Piazza Dante intanto nessun provvedimento aggiuntivo rispetto alle misure già previste negli anni scorsi, che restano valide, dalla cassa integrazione straordinaria alla messa a disposizione di bevande e sali minerali, modifica degli orari di lavoro etc..” Via Muredei, dunque, chiede alla Provincia di non temporeggiare e adottare misure strutturali per contrastare il rischio calore. “Parlare di emergenza caldo ormai è riduttivo, perché ogni anno le ondate di calore arrivano prima, con maggiore intensità e mettono a dura prova la salute delle lavoratrici e lavoratori sia in spazi al chiuso sia, soprattutto, quanti operano all’aperto. E’ grave in tal senso che il Tavolo provinciale per la salute e la sicurezza non abbia aggiornato le linee guida provinciali”.

Come è noto Inps e Inail prescrivono già una serie di azioni da mettere in campo per prevenire i colpi di calore nell’edilizia e nelle cave. A 35° l’attività può essere sospesa. Questa la soglia è considerata da Inps non solo per le temperature reali, ma anche percepite, nel caso di particolari lavorazioni tra le quali”i lavori di stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche tutte le fasi lavorative che, in generale, avvengono in luoghi che non possono essere protetti dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore”. “Auspichiamo che le nostre richieste al Tavolo provinciale trovino disponibilità anche da parte delle imprese visto che il tema emergenza calore riguarda tutti. In condizioni di caldo estremo aumenta, infatti, il rischio di infortunio. E’ interesse di tutti lavorare per rendere le condizioni più sostenibili possibili”, concludono i due sindacalisti.

Cisl: “gestione responsabile”

“Interventi conservativi – aggiunge la Fim Cisl Trentino in una nota – potrebbero non essere più sufficienti in futuro per garantire produttività e sicurezza nei contesti lavorativi, la Cassa integrazione non può più essere un tabù nelle fabbriche durante le ondate di calore. Qualora le misure tecniche e organizzative non siano sufficienti a garantire condizioni di lavoro sicure, la sospensione dell’attività lavorativa diventa l’ultima e necessaria misura di tutela. L’INPS, attraverso una serie consolidata di circolari e messaggi (tra cui la Circolare n. 139/2016 e i più recenti Messaggi n. 2735 e 2736 del 2024), riconosce le “temperature elevate” come “evento climatico” che dà diritto all’attivazione della Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO).  La soglia di riferimento è fissata a 35°C, ma lo stesso ente chiarisce che è consentita l’attivazione anche a temperature più basse in relazione al livello di umidità, della ventilazione, del vestiario e della tipologia di lavoro svolto. 

Ancora troppa sufficienza e sottovalutazione del problema rendono inutilizzato questo strumento anche nelle situazioni di maggior disagio. Non è accettabile che da un lato si rifiuti di investire in interventi tecnologici per il miglioramento delle condizioni microclimatiche e dall’altro si pretenda di mantenere gli stessi livelli di produttività, serve un patto sociale per gestione responsabile di un problema che in futuro non potrà che peggiorare. Parti sociali, Uopsal e provincia dovrebbero condividere criteri di monitoraggio e valutazione del rischio nei luoghi chiusi e relative misure di intervento, mettendo a disposizione sufficienti risorse ispettive per la verifica delle condizioni in caso di segnalazioni. Strumenti finanziari per agevolare investimenti su capannoni e strutture al fine di migliorare coibentazione o per l’introduzione di sistemi di condizionamento, dove possibile, potrebbero inoltre favorire un miglioramento della situazione in diversi contesti critici”. 

La posizione della Provincia

Caldo estivo e umidità dell’aria sono fattori di rischio per tutti i settori lavorativi. Un tema particolarmente sensibile, viste le temperature elevate di questi giorni, che impone l’adozione di tutte le misure di prevenzione necessarie per tutelare gli operatori a partire da quelli più esposti. Per questo il vicepresidente della Provincia e assessore allo sviluppo economico, lavoro, famiglia, università e ricerca Achille Spinelli ha inviato ieri un messaggio ad associazioni di categoria e sindacati del Trentino condividendo il documento sulle misure di prevenzione contenute nelle Linee di indirizzo sul tema approvate il 19 giugno 2025 dalla Conferenza Stato Regioni e Province autonome.

“L’esposizione al calore durante l’attività lavorativa – così il vicepresidente Achille Spinelli, che ai destinatari della lettera chiede la massima diffusione delle informazioni presso i datori di lavoro e i lavoratori – rappresenta un fattore di rischio per la persona che può essere elevato e che non va assolutamente trascurato. È quindi fondamentale che tutte le lavoratrici e i lavoratori trentini, partendo da quelli impegnati nelle attività più esposte, possano operare nelle condizioni di massima tutela. Ognuno infatti ha diritto ad un ambiente professionale in cui tutti i fattori di rischio siano opportunamente gestiti. È quindi essenziale fornire ai datori di lavoro e ai lavoratori un’informazione corretta e puntuale sull’argomento, con l’obiettivo di favorire l’adozione concreta delle misure necessarie. Questa la ragione della comunicazione del Dipartimento economico, ricerca e lavoro, che opera in collaborazione con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari. Il Trentino deve affrontare al meglio la sfida che coniuga la risposta alle criticità climatiche alla tutela del lavoro e della salute”.

Oltre alle misure generali di prevenzione e precauzione da adottare in caso di alte temperature sui luoghi di lavoro e attività fisiche gravose, che di seguito si riepilogano, si raccomanda di usare le schede contenute nelle Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare (il testo è scaricabile a questo link  ), che offrono schede di autovalutazione puntuale.

Le misure di prevenzione:

– informare circa i fattori predisponenti ad aumentare il rischio, quali età, genere, obesità, assunzione di alcool o caffeina, utilizzo di farmaci e condizioni personali di salute, come cardiopatie)
– disporre di acqua fresca nelle vicinanze del posto di lavoro
– bere in abbondanza (almeno mezzo litro ogni ora) e frequentemente (almeno ogni 15 minuti)
– programmare in funzione del clima e della pesantezza del lavoro svolto frequenti periodi di pausa per riposare e assumere bevande in luoghi adeguati (aree appositamente dedicate o ripari)
– variare l’orario di lavoro per sfruttare le ore meno calde, programmando i lavori più pesanti nelle ore più fresche
– prevedere per i nuovi addetti e per quelli che sono stati lontani per più di una settimana un periodo di acclimatamento tramite pause più frequenti e incrementi graduali del carico di lavoro
– prevedere un controllo periodico per i lavoratori esposti al rischio di stress da calore aggravato dall’uso di indumenti protettivi
– prevedere l’uso di indumenti leggeri e traspiranti (per i lavoratori esposti al sole adottare l’uso di indumenti di colore chiaro e del copricapo evitando di esporre la pelle direttamente ai raggi solari).

In breve

Maltempo in Trentino. In provincia di Trento, sono stati 400 gli interventi dei vigili del fuoco in poche ore. Ad Arco divelta dal vento la copertura dello stadio.

Bimba cade dal balcone, indagini dei carabinieri di Rovereto. L’incidente è avvenuto nella serata di martedì primo luglio, ha coinvolto una bambina di 4 anni, precipitata per 6/7 metri dal balcone della casa in cui vive con la famiglia in località Sottosengio a Sano di Mori, in Vallagarina. La bambina è ricoverata al Santa Chiara di Trento, dove è stata trasportata in elicottero ma non sarebbe in pericolo di vita.