L’assemblea dei soci della nuova Rurale dovrà eleggere i nuovi amministratori
Primiero/Fassa/Belluno – Si terranno venerdì primo dicembre, le prime elezioni per eleggere il nuovo Consiglio di amministrazione della Rurale nata dalla fusione tra Primiero e Fassa.
Tra i nomi in campo per il nuovo Consiglio, c’è anche quello di Graziano Molon, originario dell’Alto Adige ma residente a San Martino di Castrozza, è l’attuale direttore generale del Consorzio Vini del Trentino, con precedenti importanti incarichi nel campo del turismo, nel settore pubblico, oltre ad essere stato coordinatore di Trentino Sprint, l’organismo per l’internazionalizzazione delle imprese della Camera di Commercio.
Abbiamo chiesto a Graziano Molon (nella foto) come è maturata questa scelta, ma soprattutto che cosa rappresenta questa fusione nel panorama del Credito trentino.
Mi sembra che il momento storico sia particolarmente importante e delicato per la nostra comunità; la congiuntura economica non facile e le grandi sfide che attendono le nostre economie locali e nazionali impongono oggi professionalità e capacità di visione come mai in passato. Per questo vorrei poter mettere a disposizione della nuova cassa rurale e della nostra gente il mio personale impegno, ma soprattutto le competenze specifiche di banca e sviluppo locale che ho approfondito e maturato professionalmente.
La fusione tra Primiero Fassa e Agordino apre nuove sfide future, quali secondo lei?
La fusione, che definirei più un’incorporazione visti i differenti pesi in gioco, rende tangibilmente visibile il grande cambiamento che ha affrontato il mondo delle casse rurali e quello nazionale, anche con gli effetti drammatici che stiamo ancora vivendo, basti pensare ai miliardi di sofferenze nelle casse di pressoché ciascuna realtà bancaria italiana. Ora possiamo contare su una dimensione locale “dolomitica” della banca, che dovrà mantenere sia l’imprescindibile ruolo di banca del territorio, ma anche quello di fulcro dello sviluppo sostenibile e della crescita economica dell’intera area. La grande sfida sarà quella di adeguare le modalità decisionali, che dovranno – pena un calo di efficienza della banca – passare da una logica meramente locale o peggio localistica alla valutazione di progettualità e capacità imprenditoriali con coerenza e competenza.
L’economia di Primiero – che lei turisticamente conosce molto bene – ha certamente bisogno di nuovi stimoli. Da dove ripartire? Il rilancio ‘green’ di Delladio a Passo Rolle è stata un’occasione persa?
Si riparte sempre da noi stessi; chi non è consapevole delle proprie capacità e delle proprie origini, non sarà mai in grado di scegliere una strada nuova. Passo Rolle sarebbe stata l’occasione perfetta per gestire in prima persona una questione di vitale importanza per il nostro territorio. Rispetto alla proposta, personalmente ritengo l’area del passo Rolle lo spettacolo dolomitico più bello del mondo e vedo con favore l’adozione di soluzioni innovative, che possono talvolta sembrare fin troppo spinte, fermo restando l’importanza del collegamento con San Martino e la possibilità di fruire in maniera unica del nostro “Matterhorn der Dolomiten” (Cimon della Pala). Prima di tutto dobbiamo però smettere di aspettare sempre il soccorso da qualcuno che viene da fuori. La strada la dobbiamo cercare dentro di noi.
Quale futuro – a suo parere -, per il sistema cooperativo locale e Trentino, tra fragilità e punti di forza, in tempi di crisi?
Il sistema cooperativo è in tutta evidenza in una fase di trasformazione che è molto complessa e richiederà tempo. Le fragilità sono spesso legate ad una visione nostalgica del passato ed a logiche più assistenziali che cooperative. Il mondo è cambiato e noi con lui e dobbiamo finalmente prenderne atto ed agire di conseguenza. I punti di forza debbono trarre origine allo spirito cooperativo della prima ora, quello che con Don Guetti e gli straordinari cooperatori trentini – un modello ancora oggi portato ad esempio in tutto il mondo – ha trasformato una terra montana di emigrazione e miseria in una provincia autonoma che primeggia in tutte le classifiche europee. Certo per fare questo servono buona volontà, voglia di cambiare ma soprattutto menti giovani, preparate ed anche un po’visionarie.
La Rurale delle Dolomiti, secondo lei anticipa un processo aggregativo che potrebbe interessare anche altre realtà vicine?
Certamente. La Valle di Fiemme, dopo qualche passaggio tecnico, credo non tarderà a far parte della nostra banca dolomitica e le aggregazioni debbono essere viste come processi di razionalizzazione e come opportunità, non come vincolo. Del resto – allargando lo sguardo sul mondo della finanza nazionale – stiamo quotidianamente assistendo a questi fenomeni per realtà bancarie ben più grandi e strutturate. Le casse rurali dovranno comunque essere capaci di presidiare con la consueta prossimità il territorio, adeguando però servizi e modalità con standard qualitativamente elevati. In questo il coinvolgimento delle risorse umane sarà strategico e necessario per valorizzare le professionalità che ci sono tra noi.
Se eletto nel nuovo CdA quali le sue priorità e quali soprattutto i punti fermi per i servizi da garantire al territorio?
Mettere a disposizione prima di tutto ai soci e all’economia del territorio le mie specifiche competenze del settore, visti i miei trascorsi professionali in realtà bancarie nazionali ed internazionali. Naturalmente la conoscenza specifica del territorio e le esperienze manageriali nel turismo e nello sviluppo locale aiuteranno; poter valutare progetti di investimento con cognizione di causa non guasterà di certo. Come detto, se avrò il privilegio di poter collaborare nel CdA della cassa rurale, il mio sarà un approccio concreto e fattivo sul territorio, sempre con un lavoro di squadra e con un occhio che guardi al futuro delle nostre meravigliose Dolomiti. Tra le priorità certamente il comparto turistico, protagonista assoluto dell’economia delle nostre valli quale volano delle altre attività economiche ed un occhio di riguardo ai giovani ed al sociale.
Troppo competente e con parenti poco numerosi…non verrà eletto