A scoprire le irregolarità la Guardia di Finanza del capoluogo
NordEst – I datori di lavoro avevano regolarmente versato i contributi e inserito tutti i dati previsti come il periodo di assunzione, le ore di impiego giornaliere, le tariffe. Ma 152 collaboratori domestici tra colf e badanti, nella provincia di Belluno, non hanno presentato alcuna denuncia dei redditi o dichiarazioni non corrette, finendo nei guai. A scoprire le irregolarità che vanno dal 2017 al 2021, è stata la Guardia di Finanza del capoluogo bellunese sulla scorta di una serie di controlli effettuati incrociando dati ed elementi acquisiti dall’Inps.
Per tale tipologia di lavoratori, la normativa fiscale prevede che, al superamento di determinate soglie di reddito (8.000 euro fino al 2021, 8.176 euro dal 2022), il contribuente debba presentare la dichiarazione annuale, utilizzando il modello 730 o il modello Unico, potendola omettere solo al di sotto di tali soglie.
I controlli nel bellunese hanno riguardato circa 3700 posizioni; tra i 152 collaboratori domestici risultati irregolari, 128, vale a dire l’84% del totale, erano completamente sconosciuti al fisco, per una base imponibile complessiva sottratta a tassazione di oltre 5 milioni di euro. Si tratta di risultati parziali: l‘operazione delle Fiamme Gialle prosegue per completare l’azione di contrasto all’evasione in questo settore.