Primo Piano NordEst Valsugana Tesino Primiero Vanoi Belluno

LA STORIA/Dalla Svezia alle Dolomiti: seguendo l’istinto, il cuore e la passione

Share Button

Il medico dentista svedese Lars Peter Andersson si racconta, ripercorrendo le tappe salienti della sua vita da emigrante che è riuscito a concretizzare negli affetti e nella professione le sue aspirazioni giovanili con l’apertura a Feltre (Belluno) e Fiera di Primiero (Trento) due studi odontoiatrici accoglienti, funzionali e all’avanguardia. Ecco la sua storia

[ Lars Peter Andersson sorride ma si emoziona raccontando la sua storia – © Bruno Campigotto / Bit & Nero – Sullo sfondo le Pale di San Martino ]

 

di GianAngelo Pistoia

NordEst – Nella rubrica “Storie di Vita” abbiamo spesso raccontato le vicende di persone che per i più disparati motivi hanno lasciato la nostra valle per trasferirsi, provvisoriamente o in via definitiva all’estero. In questo articolo ho intenzione di narrarvi la storia di uno stimato professionista di origini svedesi che ha scelto di partire dal suo Paese, all’avanguardia a livello mondiale in ambito sociale, economico, politico e culturale, per venire a vivere e lavorare nel nordest dell’Italia. In molti lo conosceranno poiché è contitolare a Fiera di Primiero ed a Feltre di due ben avviati studi dentistici. Stiamo parlando del medico odontoiatra svedese Lars Peter Andersson che si racconta al nostro giornale.

Iniziamo dagli anni giovanili e dagli studi in Svezia, dottor Andersson, quali sono i suoi ricordi? Sono nato e cresciuto in Svezia e lì ho fatto tutte le scuole dell’obbligo. All’epoca ho anche frequentato l’Accademia Militare per ben tre anni poiché pure in Svezia la naja era obbligatoria. Ho scelto di prolungare la “ferma militare” perché questo mi dava punti aggiuntivi per accedere alla facoltà universitaria di odontoiatria che era a numero chiuso. Mi sono quindi iscritto nel 1981 alla facoltà di odontoiatria dell’università di Göteborg che ho frequentato per cinque anni e mezzo. Fra i miei docenti universitari c’era pure il professore Ingvar Brånemark, considerato l’inventore dell’odontoiatria implantare moderna. Finito il percorso di studi universitari ho fatto uno stage di lavoro come odontoiatra per un anno in una struttura pubblica svedese.

Veniamo all’Italia, come ci è arrivato? Completato questo tirocinio ho deciso di trasferirmi in Italia. Questa scelta scaturì da circostanze fortuite. Un dentista italiano che frequentava un corso di aggiornamento presso la clinica Brånemark in Svezia chiese a Lars Sennerby, un mio amico che avevo conosciuto all’università, se voleva trasferirsi in Italia per avviare con lui uno studio odontoiatrico. In quel frangente Lars Sennerby – che stava effettuando degli importanti studi di ricerca assieme al professore Ingvar Brånemark sull’odontoiatria implantare – declinò l’offerta, ma gli disse che aveva un amico che forse avrebbe accettato questa proposta di lavoro. Ci mise in contatto ed io accolsi subito questa offerta. Iniziò così il mio rapporto professionale con l’Italia. Vissi e lavorai per quattro anni in Sicilia. Il primo anno in uno studio dentistico nella Valle dei Templi ad Agrigento e gli anni successivi in una struttura odontoiatrica ubicata vicino a Palermo nella frazione di Sant’Elia del comune di Santa Flavia.Questo polo odontoiatrico era retto da un primario istriano che aveva studiato in Svezia e quindi parlava bene lo svedese e si era attorniato di colleghi scandinavi. Anch’io fui ben accolto in questa “enclave svedese” in Sicilia. Ed è nella magnifica isola mediterranea che ho conosciuto la madre dei miei figli. Era siciliana, ma la sua famiglia abitava già da molti anni a Padova. Lei lavorava anche nella città patavina e dunque, dopo un anno trascorso in Sicilia, di comune accordo decidemmo di trasferirci nel nordest dell’Italia. Quando arrivai a Padova non avevo un lavoro fisso. Iniziai con le consulenze in piccoli studi odontoiatrici sparsi nel Veneto: a Torre di Mosto, a Monastier e a Nogara.

[ L’odontoiatra svedese Lars Peter Andersson al lavoro – © Pierluigi Altea / Clinica Feltre ]

A questo punto anche i nostri lettori sono molto curiosi. Dalla Sicilia al Veneto e poi a Primiero in Trentino, il passo è stato così breve? Per diletto con la mia famiglia avevo già visitato la Valle di Primiero. Come turista ero affascinato dalla bellezza di questa località. Quando lo Schenèr finisce e si scorge la valle è un panorama unico quello che appare alla nostra vista e che ti apre il cuore. Quando ho avuto l’opportunità di diventare contitolare con il dottor Damiano Verrocchi di uno studio odontoiatrico a Fiera di Primiero non ho avuto esitazioni a gettarmi in questa nuova avventura professionale nonostante lo studio all’epoca consistesse in un solo locale con un’unica poltrona dentistica acquistata di seconda mano, nell’ex Jugoslavia e abbinata con un semplice apparecchio radiografico. Avevamo pazienti fidelizzati per solo una mezza giornata alla settimana ma ero comunque felice di poter lavorare a Primiero. In quegli anni ho fatto davvero la “gavetta”.

Quindi, un inizio non così facile ai piedi delle Dolomiti trentine? Il primo anno abbiamo guadagnato poco e con i scarsi ricavi abbiamo pagato le spese di avviamento e lo stipendio per la nostra prima assistente: era Micaela Simion. Ora nel nostro nuovo studio associato di Fiera di Primiero, la poltrona usata e il vecchio apparecchio radiografico non ci sono più, ma possiamo ancora avvalerci della preziosa collaborazione di Micaela Simion che è anche la mia attuale compagna. Pian piano i nostri utenti sono aumentati e quindi nel 2000 il mio collega ed io abbiamo trasferito lo studio associato “Andersson e Verrocchi” al primo piano del Condominio Genzianella sempre a Fiera di Primiero. L’attuale studio – di 150 metri quadrati, progettato dall’architetto feltrino Andrea Zulian – consta di diversi vani. Abbiano voluto installare ben cinque poltrone odontoiatriche in modo che possano operare contemporaneamente due odontoiatri, un igienista ed anche due nostri ‘colleghi tirocinanti’.

[ Lars Peter Andersson e Damiano Verrocchi con le loro assistenti a Primiero – © Studio Andersson e Verrocchi ]

Ha un rapporto molto stretto con i suoi pazienti? I miei pazienti di riferimento a Primiero sono non solo i valligiani ma anche i turisti che numerosi nelle stagioni turistiche invernali ed estive soggiornano nella splendida vallata dolomitica, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Io credo però che i nostri pazienti più importanti e che hanno bisogno di essere seguiti con più riguardo siano i bambini perché loro sono il nostro futuro. È una clientela difficile poiché bisogna ottenere la loro confidenza affinché ci diano la loro fiducia. I bambini crescono e quindi in prospettiva si consolida pure una clientela adulta. All’inizio però, quando il nostro studio associato non era ancora conosciuto in valle, i clienti erano prevalentemente adulti. Con il passare degli anni abbiamo coinvolto anche i bambini e gli adolescenti ed abbiamo implementato l’attività pedodontica e ortodontica. Adesso lo studio ha tante specialità – quali l’igiene conservativa, l’endodonzia, l’implantologia, la gnatologia, la radiologia, la chirurgia orale e la protesica – rivolte ad una clientela di tutte l’età. Ci avvaliamo della consulenza di diversi professionisti esterni. Ad esempio un medico ortodontista, specializzato nell’installazione di apparecchi correttivi dentali, viene appositamente nel nostro studio una volta al mese da l’Aquila dove è docente universitario.

Passiamo al vicino Bellunese, ma soprattutto all’apertura della “Clinica di  Feltre”. Nel 1996 sono diventato contitolare di un secondo studio dentistico nel Bellunese. A Feltre in via Marco d’Anello ho aperto un nuovo studio associato odontoiatrico con un collega svedese conosciuto in Sicilia, il dottor Rauno Viinamaki. Ho lavorato con lui per alcuni anni finché il nostro rapporto professionale si è interrotto a causa di suoi problemi di salute. Il dottor Viinamaki, colpito da alcuni ictus, attualmente è degente in una casa di cura in Finlandia. Noi siamo stati soci finché ho deciso di trasferirmi in un nuovo immobile più spazioso sito in Viale XIV Agosto 1866 al numero 31 sempre a Feltre. Per affrontare questa nuova sfida professionale mi sono avvalso della collaborazione del mio sodale universitario, il dottor Lars Sennerby, che ho incontrato per caso durante una delle innumerevoli conferenze a cui partecipa in giro per il mondo.

[ Insegna esterna della Clinica Feltre – © Pierluigi Altea / Clinica Feltre ]

Proprio a Feltre però, ha cercato di migliorarsi ancora, in che modo?  Mentre io lavoravo in Italia, Lars Sennerby in Svezia aveva infatti intrapreso la carriera universitaria divenendo prima professore associato nel 1993 e poi professore ordinario di odontoiatria nel 2000 presso l’università di Göteborg, dove aveva studiato e dove ancora oggi insegna. Per il nostro studio associato, volevo un nome che non fosse, com’è usuale fare nel mondo odontoiatrico, quello dei titolari e che al tempo stesso richiamasse anche il territorio in cui sorge. Così ho pensato che “Clinica Feltre” fosse il nome giusto. L’idea di inserire nel logo il profilo stilizzato di “Feltre Vecchia” poi, luogo che ancora oggi mi affascina molto, è stato naturale e una diretta conseguenza. La “Clinica Feltre”, centro odontoiatrico tra i più moderni e avanzati anche dal punto di vista tecnologico, è divenuta un punto di riferimento per la comunità locale ma non solo. Ha sin da subito acquisito notorietà a livello nazionale ed internazionale: non sono rari, infatti, i pazienti provenienti dall’estero che si sottopongono alle cure specialistiche presso la nostra struttura odontoiatrica. Merito forse di un’equipe, coordinata da Lars Sennerby – uno dei professori universitari più conosciuti a livello internazionale nel suo campo, l’odontoiatria implantare, con al suo attivo oltre 300 pubblicazioni scientifiche – e dal sottoscritto che può avvalersi di molti professionisti del settore dentale capaci di attrarre pazienti da ogni luogo, ma anche odontoiatri provenienti da tutta Italia che periodicamente vengono alla “Clinica Feltre” per seguire i corsi di implantologia condotti da Lars Sennerby.

[ Corsisti con Peter Andresson e Lars Sennerby in visita alla Clinica Feltre – © Pierluigi Altea / Clinica Feltre ]

A questo punto, è interessante capire come avete suddiviso i vari compiti e le mansioni nelle due strutture, puntando sempre sulla qualità. Quanti appuntamenti riuscite a gestire? All’interno della nostra clinica Lars ed io ci siamo divisi le mansioni. Anzitutto il dottor Sennerby insegna e lavora in Svezia. Viene a Feltre ed anche a Primiero una volta al mese. Trascorre in Italia spesso le sue ferie “mettendo impianti”. Lui si occupa solo di implantologia odontoiatrica. La mia mansione invece è quella di fare le “prime visite”, sono infatti specializzato in diagnostica ed in odontoiatria protesica. Programmo gli interventi sui pazienti e colloco inoltre protesi fisse e mobili sugli impianti predisposti da Lars e dagli altri specialisti implantologhi del nostro staff. Coordino inoltre la corretta gestione della “Clinica Feltre” e dello studio associato di Primiero. In queste due strutture vengono trattati circa 22.000 appuntamenti all’anno. Per fare ciò, mi sono reso conto che bisogna utilizzare un sistema informatico performante. Ma questo non basta. Da solo non riesco a sovraintendere a questa mole di lavoro per cui ho deciso di avvalermi, oltre all’utilizzo del software gestionale “GSO” prodotto dalla ditta “Micromatica Srl” – che permette di personalizzare i trattamenti e quindi di gestire al meglio le esigenze di ciascun paziente – anche della consulenza esterna di un esperto del settore. Questo professionista in diverse occasioni ha organizzato e condotto dei corsi in loco coinvolgendo tutto il nostro personale sia di Feltre che di Primiero. Scelte queste fondamentali per poter gestire in un modo funzionale e non caotico i molti appuntamenti annui delle nostre strutture odontoiatriche. Strutture che si avvalgono quindi di uno staff motivato, altamente qualificato e all’avanguardia, in costante aggiornamento professionale composto da di circa venti tra medici e di operatori sanitari. Ogni persona vanta uno specifico titolo professionale tale da poter gestire al meglio le esigenze di ogni nostro utente. Il nostro gruppo ha da sempre a cuore la salute, ma anche il benessere del paziente, ed è per questo che siamo quotidianamente alla ricerca di innovazioni tecnologiche, senza mai trascurare però il rapporto interpersonale con il nostro paziente, basato sull’empatia e il rispetto reciproco. L’introduzione di moderne strumentazioni, come l’impronta digitale e la sedazione con protossido di azoto sono gli altri due punti di forza che caratterizzano la nostra attività clinica quotidiana.

[ Lars Peter Andersson e Lars Sennerby con le loro assistenti a Feltre – © Bruno Campigotto / Bit & Nero ]

Dopo un percorso così intenso, quali sono le sue aspirazioni professionali? La mia aspirazione da sempre è quella di far sentire i pazienti, non numeri, perché per me ogni persona è importante, indipendentemente da quel che deve fare, sia una periodica e semplice seduta di igiene orale o un trattamento di riabilitazione costoso: per me e per noi tutti, ha lo stesso valore. Un approccio che riesco ad assicurare grazie appunto ad uno staff che funziona molto bene, che mi aiuta ed a una squadra di validissimi collaboratori, costituita da diversi specialisti nelle principali branche dell’odontoiatria. Mi reputo una persona fortunata! La prima volta che un paziente entra nei nostri ambulatori ha il diritto di sapere e di acquisire delle informazioni corrette per poter scegliere dove curarsi. Questo presuppone che devo fare una buona diagnosi. Informazioni che poi devo trasmettere con parole semplici alla persona che ho davanti. Il mio primo obiettivo è dare all’interlocutore delle risposte comprensibili sulle cure che dovrà affrontare e fornirgli un preventivo completo di quanto dovrà spendere. Poi esprimo ovviamente un mio parere cercando però di motivarlo. Anche se talvolta non è propedeutico ad una cura è proprio di quello che il paziente ha bisogno.

E le prospettive future, ‘dove pulsa il cuore’? Nello studio associato di Primiero e nella “Clinica Feltre” lavorano anche dei miei giovani familiari. È questa la “nuova generazione” che ci subentrerà quando Lars ed io andremo in pensione. È mia intenzione stabilirmi definitivamente in Italia. Io vado volentieri a trovare i miei in Svezia. Però dopo voglio tornare a casa. E casa mia – come diceva il grande chitarrista Frank Zappa “è dove pulsa il cuore” – per me dunque è vivere nel Bel Paese. Mi sento a tutti gli effetti a casa qui in Trentino e in Veneto. E soprattutto anche perché quando mi muovo sia a Feltre che a Primiero incontro tante persone che mi salutano con un bel sorriso e questo per me è una importante gratifica poiché vuol dire che qualcosa di buono ho anche fatto.

Possiamo dire che Primiero e Feltre, sono e saranno molto più di uno studio profesionale? La “Clinica Feltre” e lo studio associato di Fiera di Primiero per me sono stati più di un investimento lavorativo, sono stati un progetto di vita. In loro ho messo gli anni migliori della mia maturità professionale, coinvolgendo in primis un architetto feltrino già conosciuto nel campo della progettazione architettonica e sanitaria a livello internazionale, al quale ho affidato il compito di progettare e di adeguare le due strutture odontoiatriche. Ho avuto poi la fortuna di poter avvalermi di soci molto motivati e di validi collaboratori provenienti da tutta Europa – che hanno portato esperienza e “know how” nell’ambito di nuove tecniche chirurgiche e ortodontiche – ma anche di molti giovani odontoiatri, tra cui mio figlio Axel che da poco è entrato nel nostro team. È bello sapere che il futuro dei nostri ambulatori non dipende solo da noi e che la prossima generazione di odontoiatri che pian piano ci subentrerà porterà avanti il lavoro che Lars ed io abbiamo incominciato.

[ Gli odontoiatri Lars Peter Andersson e Lars Sennerby al lavoro – © Pierluigi Altea / Clinica Feltre ]

Non possiamo però dimenticare i riconoscimenti, nel 2021 il premio “Feltre e Lavoro”, una grande soddisfazione di squadra? È stato un grande onore per Lars Sennerby e per me – essendo stranieri in una terra non ignota ma comunque che non ci ha visto nascere – essere premiati dalla “Famiglia Feltrina” per il lavoro che abbiamo svolto in oltre un decennio a Feltre. È una bella “corona” quella che ci è stata conferita e il merito va soprattutto a Lars che quando gira il mondo per conferenze e convegni mette come “slides” di sottofondo alle sue presentazioni in “powerpoint” le Pale di San Martino, le Vette Feltrine e Feltre Vecchia. Questa è stata probabilmente una delle motivazioni per l’assegnazione alla nostra clinica del premio “Feltre e Lavoro 2021”.

[ Cerimonia di assegnazione del premio “Feltre e Lavoro 2021” – © Pierluigi Altea / Clinica Feltre ]

Anche i colleghi odontoiatri che partecipano ai corsi di aggiornamento organizzati e gestiti dalla nostra struttura hanno modo di visitare Feltre e le valli dolomitiche limitrofe e portano a casa immagini suggestive del territorio e ricordi che spesso vengono divulgati ad amici e conoscenti, divenendo così anch’essi “testimonial indiretti” del territorio feltrino e primierotto. Forse questo premio ci è stato conferito anche per l’attività filantropica che da anni sosteniamo. Questo è un progetto benefico scaturito in seno all’associazioni degli odontoiatri bellunesi. Però con il passare del tempo l’iniziativa si è inaridita. Nonostante ciò io ho continuato a proporre ai nostri pazienti l’acquisto di una tessera di enti impegnati sul territorio a favore di disabili; tessera che ha un costo annuo irrisorio rispetto ai benefici che la nostra clientela può ottenere: uno sconto del 10% su tutte le prestazioni odontoiatriche sostenute. In questo modo le nostre strutture raccolgono ogni anno circa 10.000 euro che vengono poi devoluti a Feltre alle associazioni “Palloncino Rosso” e “Porte Aperte” ed a Primiero all’associazione “La Formica”.

Infine, Svezia e Italia, politica e welfare si possono confrontare?  Io sono un migrante per lavoro ed affetti. Anche in Svezia la Destra, contraria all’immigrazione, ha vinto le recenti elezioni. Questa è la mia personale disamina della situazione politica svedese. Io sono nato e cresciuto in un sistema sociale democratico. Durante tutta la mia infanzia, adolescenza e giovinezza la Sinistra in Svezia era molto forte, si può dire fino all’uccisione del premier Olof Palme avvenuta a Stoccolma il 28 febbraio 1986. Credo che la situazione politica svedese sia per certi versi analoga a quella italiana. Quando sono arrivato in Italia c’era una netta differenza fra Destra e Sinistra ed esisteva un forte partito comunista. Anche in Svezia i partiti socialdemocratico e comunista erano vivaci e si battevano per dare alla società svedese, fra l’altro, una sanità e una scuola di eccellenza e pubblica. Ad esempio in Svezia fino a vent’anni, le cure odontoiatriche sono gratuite, poiché c’è una struttura statale che le sovvenziona. Solo vivendo all’estero ho potuto apprezzare il sistema di welfare svedese in ambito scolastico. Gli studenti universitari possono accedere a dei prestiti statali, in parte a fondo perduto ed un’altra soggetta a restituzione, in un lungo arco temporale. Questo fa sì che in Svezia tutti possono frequentare l’università indipendente dal reddito del loro nucleo familiare e questa è una grande cosa. Per i miei studi universitari io ho ripagato lo Stato fino al compimento del mio cinquantesimo compleanno. In relazione invece all’immigrazione è notorio che in Italia arrivano tutti i clandestini via mare e terra.

[ I ministri del nuovo governo svedese Kristersson – © Frankie Fouganthin (Wikimedia CC BY-SA 4.0) ]

Però è più un Paese di transito perché le destinazioni finali degli immigrati sono principalmente la Germania, la Francia e i Paesi Scandinavi. In Svezia, non mi ricordo bene se nel 2019 o 2020, sono arrivati oltre sessantamila profughi. Se li collochi in un solo posto, formano la quarta città svedese. Gli abitanti della Svezia sono circa dieci milioni. È chiaro che la Destra ha vinto e vince perché gli abitanti autoctoni hanno paura di perdere lo stato di welfare di cui hanno sempre beneficiato. Io credo che oggi la Destra e la Sinistra, in Svezia come in Italia, promuovano una politica, seppur da posizioni opposte, abbastanza simile ed omologante.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *