Primo Piano Trentino Alto Adige Valsugana Tesino

Aggiornamento Piano rifiuti in Trentino: via libera dalla Giunta provinciale, urge impianto

Share Button

In Terza commissione l’assessore all’ambiente ha presentato il Quinto aggiornamento del Piano rifiuti, approvato dalla Giunta provinciale. In ottobre si chiude il confronto con Fbk, Università, Comune Trento e il Consiglio delle autonomie

 

  • Trento – In Terza commissione, si è parlato del quinto aggiornamento del Piano per la gestione dei rifiuti che è stato presentato dall’assessore competente. Un tema, ha detto, che deve essere condiviso (così come lo è stato dal 2021 quando è stato adottato in via preliminare) e per questo è stato presentato alla Commissione prima dell’approvazione in Giunta.

Un lavoro, questo del quinto aggiornamento, approfondito, per nulla scontato, che è stato discusso e condiviso con le comunità locali e supportato da Fbk e Università. L’aggiornamento ha messo in evidenza i successi della raccolta differenziata che dal 22,3% del 2002 e arrivata a quasi

il 78%. Una cifra che però non è uguale in tutti i territori e l’aggiornamento permette di capire quali e dove sono gli spazi di miglioramento. Anche nelle zone più critiche, come l’Alto Garda, ha detto ancora il responsabile dell’ambiente, si sono avviate iniziative che stanno producendo risultati che si vedono. Ma vengono prodotte 283 mila tonnellate di rifiuti, 63 mila tonnellate smaltite in discarica. Una possibilità, ha detto, che non c’è più dopo l’esaurimento di Ischia Podetti, la chiusura di Imer a giugno e di Monclassico di fatto già chiusa. Col Comune di Trento si è concluso un accordo per realizzare, entro primavera 2023, un catino da 230 mila tonnellate a Ischia Podetti, ma ciò non significa puntare ancora sulla discarica. Il Piano punta sul calo del 2% della produzione di rifiuti pro capite; per la differenziata si punta ad aumentare la percentuale fino ad arrivare all’80% nel 2028 puntando a migliorare anche la qualità.

I risultati ci sono e sono stati raggiunti anche perché si è lavorato bene in passato, ma ora si devo affrontare il tema di come individuare il sistema più idoneo al nostro territorio. Su questo, ha continuato, sì è trovata una condivisione sul territorio e in Cal, le Comunità di valle e i gestori. Quindi, ha affermato l’assessore, o con il sistema trentino si riesce a condividere la necessità di trovare un’altra strada, tenuto conto del miglioramento delle tecnologie, altrimenti l’unica alternativa è quella di esportare le 63 mila tonnellate con costi sempre più pesanti.

Il Quinto aggiornamento, che comprende anche una strategia di comunicazione per coinvolgere tutti i settori della società trentina, in particolare i giovani, mira a trovare una soluzione all’interno del nostro territorio. Anche col supporto della ricerca e proprio per questo, ha ricordato, si è avviata la collaborazione con Fbk e Unitrento. Ricerca che permette anche di rassicurare i cittadini. Il Quinto aggiornamento introduce anche innovazioni fiscali per ciò che riguarda i trasferimenti in discarica e non si scarta la possibilità di interventi sul Pnrr.
Insomma, l’assessore ha ribadito che, anche ci fosse ancora spazio in discarica, è giunto il momento di trovare un’altra via. Anche perché oggi ci oggi ci sono possibilità tecnologiche completamente diverse rispetto al 2009.

Il Consiglio delle autonomie, ha ricordato, ha chiesto al governo provinciale di prendere una decisione entro l’anno e ha chiesto di localizzare la sede dell’impianto. Su questo l’assessore ha confermato che si pensa a Rovereto, a Trento Tre e a Ischia Podetti. Verranno fatte verifiche su tutte e tre le aree e si valuteranno tutte le componenti dei costi e benefici e le dimensioni dell’impianto. Nel 2009, ha ricordato ancora, si parlava di un impianto che sarebbe stato il secondo in Italia, ma le quantità di rifiuti, grazie allo sforzo di tutti di realizzare la differenziata, non sono più quelle di allora e quindi le dimensioni sarebbero comunque ridotte. L’alternativa, ha aggiunto, di un accordo con Bolzano non è è percorribile, la convenzione è stata rivista e da 15 – 20 mila si è passati a 10 a 20 mila. Più di 16 mila tonnellate in questi anni non sono mai state conferite, ma anche se arrivassimo a 20 mila non basterebbero a risolvere il problema.

La minoranza: sì all’impianto ma solo dopo aver esplorato tutte le strade

La consigliera di Europa Verde ha affermato che si spera nelle valutazioni dei ricercatori perché l’impianto, se si dovrà fare, abbia il minore impatto possibile sulla situazione, già drammatica, dell’atmosfera e su un territorio delicatissimo qual è il nostro. Sulla differenziata ha aggiunto che questa è fin troppo differenziata sul territorio perché ogni territorio ha modalità di raccolta diverse. Infine, ha affermato che va affrontato, con i portatori di interesse, il tema della riduzione degli imballaggi, incrementando lo sfuso e il riuso. Questione, quest’ultima, importantissima per la quale si dovrebbero sfruttare i Crm.

L’esponente di Futura ha detto di aver chiesto l’audizione con l’assessore perché i consiglieri provinciali devono poter dire la loro su un tema complesso e che va affrontato in modo “laico”. Entro l’anno la Giunta dovrà decidere, ma per il consigliere il ragionamento con Bolzano va continuato perché dove serve, come ad esempio la sanità, si devono sfruttare le possibili economie di scala. In Alto Adige, ha ricordato, la differenziata è al 65% e quindi si dovrebbe chiedere a Bolzano di impegnarsi di più su questo fronte.

In Trentino si deve investire sull’educazione puntuale anche per evitare che nella differenziata finiscano ogni anno 20 mila tonnellate di contaminanti che abbassano la qualità del rifiuto. Andrebbe fatta anche un’educazione alla spesa per ridurre i consumi. Da potenziare (e su questo ha chiesto a che punto è il regolamento) anche i centri del riuso nei Crm, sul modello dei paesi del Nord Europa. Quindi, si deve valutare se c’è ancora spazio per evitare di fare l’impianto. Se si arriverà alla conclusione che questi spazi proprio non ci sono, ha aggiunto, allora si può decidere laicamente per l’inceneritore. La consigliera di FdI ha sottolineato le difficoltà dei cittadini per conferire i rifiuti nel Crm. Difficoltà che finiscono per alimentare le discariche abusive. Sull’impianto ha chiesto che vengano scelte le migliori tecnologie perché l’impatto sull’ambiente, come si vede a Bolzano, c’è.

L’esponente Pd ha chiesto che cosa succederà nei prossimi mesi e con che tipo di impianto si pensa di chiudere il ciclo. Infine, se il Pnrr si intreccia con il Quinto aggiornamento del Piano rifiuti. Il presidente della Commissione ha chiesto, invece, perché c’è stato un ritardo per la realizzazione del nuovo catino di Ischia Podetti. Bene invece la decisione di anticipare la chiusura delle discariche di Imer e di Monclassico. Infine, se è stata fatta una valutazione dei costi.

Una sinergia con Bolzano non è possibile perché hanno scelto una strada diversa

Sui costi l’assessore ha detto che le valutazioni precise saranno fatte nei prossimi mesi. Al consigliere di Futura ha risposo che gran pare delle osservazioni del Cal sono state prese in considerazione e all’esponente Pd ha ribadito che la decisione verrà presa entro l’anno anche perché la realtà preme. Malgrado la necessità di prendere una decisione in tempi brevi, l’assessore ha detto che serve condivisione perché è indispensabile la consapevolezza del problema. Sul tema della collaborazione con l’Alto Adige, ha aggiunto che la strada, almeno in questo momento, è purtroppo impraticabile perché a nord di Salorno hanno adottato un’impostazione diversa.

Si sta lavorando a un ddl per definire i profili tecnici dell’impianto

I dirigenti del dipartimento hanno ricordato che si sta lavorando a un ddl per definire quali potranno essere i profili tecnici e quindi di sicurezza di un eventuale impianto e per garantire il coinvolgimento delle amministrazioni sulla sua localizzazione e sugli standard. Non solo, la proposta legislativa, cambierà anche l’impostazione normativa che è ormai antiquata. Le dimensioni dell’impianto terranno conto di tutte le politiche di riduzione dei rifiuti che stanno al centro della revisione del Piano. Sul miglioramento della differenziata, il “porta a porta” ha confermato la sua efficacia, basti pensare che a Dro la raccolta è passata, in un mese, dal 62% all’83%.

Il 40% delle plastiche non vengono riciclate a causa degli errori degli utenti

Sul piano dei costi di smaltimento questi sono determinati da eventi esterni, dal volume della domanda come quella di Roma che produce 5000 tonnellate al giorno di rifiuti da che vengono smaltiti negli impianti del nord a 300 euro a tonnellata. Un prezzo che, di fatto, viene “imposto” a tutti. Per ciò che riguarda il progetto di bonifica della discarica della Maza, questo prevede che vengano scavati un milione e mezzo di metri cubi, che i rifiuti veri e propri vengano separati dalla terra, imballati e posti un un’area impermeabilizzata. I lavori sono in corso da due anni e ne serviranno altrettanti per finirli.

Sul tema degli accordi con i gruppi commerciali la strada non è facile, perché, è stato ricordato, una delibera che aveva l’obiettivo di limitare l’impiego delle bioplastiche è stata impugnata dai proprietari e cancellata dal Tar. Sempre sulle plastiche gli esperti hanno affermato che ben il 40% non viene riciclata perché non conforme a causa degli errori degli utenti. Situazione grave, che secondo i consiglieri di opposizione, sta a dimostrare la necessità di incrementare l’informazione.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *