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Adam Ondra, “the Climber”: quando l’arrampicata diventa arte tra le Dolomiti

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«Quando mi chiedono se sono il miglior arrampicatore al mondo – afferma Adam – rispondo di no, non lo sono. Credo di essere quello più efficiente. Quest’efficacia deriva solo in parte dalla preparazione fisica. Ciò che conta davvero è la condizione mentale, sono i traguardi che mi pongo, i limiti che riesco a superare e la mia capacità di rialzarmi dopo una sconfitta»

[ Adam Onda impegnato sulla via “Vicious Circle” a Mišja Peč in Slovenia – © Luka Fonda ]

di GianAngelo Pistoia

NordEst – Grazie alle sue innate qualità atletiche e alla sua sorprendente capacità di superare i limiti sportivi è considerato il più forte “climber” di tutti i tempi. Soprannominato “l’alieno”, unisce magnetismo, rigorosa etica sportiva e curiosità nei confronti delle falesie del mondo. Arrampicatore eclettico, è capace di eccellere nei monotiri più duri della Terra, nelle vie lunghe più impegnative, nel bouldering e nei circuiti agonistici su “plastica”.

[ Adam Ondra da ragazzo arrampica sulle falesie – © Jitka Mazlova // Adam Ondra Family Archieves ]
Certamente lo avete riconosciuto, l’atleta di cui sto parlando è Adam Ondra. Di nazionalità ceca, classe 1993, Adam Ondra inizia a scalare in tenera età spronato dai suoi genitori, anche loro climbers, e fin da subito il talento del bambino non passa inosservato. A 8 anni sale a vista il suo primo “7b+” e a 13 chiude il suo primo “9a”. L’enfant prodige inizia a distinguersi oltre che su roccia anche su plastica, entrando nel circuito di coppa del mondo a soli 16 anni. Campione nella vita oltre che nello sport, con una decina di “9a+” e una ripetizione del “9b” alle spalle, a 18 anni diventa ambasciatore del progetto “Climb for Life”, diventando donatore di midollo osseo.

Nel 2014 passa alla storia per essere il primo climber ad aver vinto il titolo di campione del mondo sia nella specialità “boulder” che “lead”. A Flatanger, in Norvegia, segna due dei più grandi traguardi nella storia dell’arrampicata sportiva, aprendo nel 2012 il primo “9b+” (Change) e nel 2017 il primo “9c” (Silence). Nel 2016 ha ripetuto The Dawn Wall (El Capitan, Yosemite), ritenuta la via multipitch più dura al mondo, in soli sette giorni quando per essere liberata da i suoi creatori ne aveva richiesti diciannove. Da allora ha collezionato record su record sia sulle falesie che nelle competizioni indoor. Adam Ondra è un’entità a sé stante, una certezza del presente e un sogno per il futuro.

[ Adam Ondra impegnato sulla via “Silence” a Flatanger in Norvegia – © Pavel Blazek / La Sportiva ]
Dell’atleta ceco si conosce quasi tutto. Adam Ondra è assurto a star dei media internazionali sebbene appaia di rado in televisione e rilasci poche ma ben mirate interviste. Su di lui sono stati pubblicati innumerevoli articoli e servizi fotografici. Le televisioni di tutto il mondo fanno a gara per riprendere le competizioni a cui partecipa e per documentare i suoi exploit sportivi. È quindi mia intenzione in questo articolo non soffermarmi sulle sue imprese agonistiche. Desidero invece parlare delle amicizie e dei rapporti professionali che Adam Ondra ha instaurato in questi anni con colleghi trentini e veneti e con aziende del Nord-Est.

Adam Ondra e Pietro Dal Pra
Nell’ambiente dell’arrampicata il legame di amicizia più duraturo e proficuo è quello con Pietro Dal Pra, climber e guida alpina vicentina, che lo stesso Adam Ondra definisce “suo padre putativo alpinistico”. Lo si evince anche leggendo il libro a firma di entrambi dal titolo “Adam the Climber” (ed. Versante Sud – 2023).

[ Trailer del libro “Adam the Climber” – © courtesy of the “Versante Sud Edizioni” ]
Così si esprime l’atleta ceco nell’introduzione del medesimo: «l’arrampicata è cambiata moltissimo dai tempi in cui ho iniziato a scalare io. Con il boom delle palestre indoor, oggi è diventata una disciplina quasi “mainstream”, enfatizzando gli aspetti di performance e sicurezza. Da attività di nicchia è passata a sport di massa, fino ad approdare così alle Olimpiadi. Eppure, negli anni che mi hanno visto crescere, arrampicare era qualcosa di ben differente. A scuola i miei compagni neppure sapevano cosa fosse, quando gli raccontavo che questo facevo. Che arrampicavo. I climber avevano un altro stile di vita, valori diversi, una mentalità diversa. Sia io che Pietro abbiamo la sensazione che vi siano molti aspetti dell’arrampicata, a noi cari e preziosi, che potrebbero ben presto andare perduti. Irrimediabilmente. Fa parte delle cose. La scalata cambia, i tempi cambiano. Noi stessi, pur essendo ancora (entrambi!) molto giovani, non abbiamo più la stessa età anagrafica. Ma la speranza è che, con questo libro tra le mani e attraverso le mie vicende verticali, ancora molte persone possano condividere questi nostri valori e questa visione dell’arrampicata. Pietro è uno straordinario compagno di scalata, amico e persona incredibile. La differenza di età tra noi non ha mai contato realmente.

[ Adam Ondra e Pietro Dal Pra sulla cima del Tsaranoro in Madagascar – © Pietro Dal Pra ]
Conosco Pietro da quando avevo quattordici anni e sin dal primo istante in cui ci siamo legati assieme per scalare mi sono sentito in piena e reciproca sintonia. Sapevo che una volta cresciuto io sarei stato come lui, avrei pensato come lui. O almeno, questo speravo. E se non sono poi certo che la parola “idolo” sia la parola giusta in questo caso, sono però sempre stato felice di considerare Pietro mio amico, e fiero che anche lui potesse considerarmi tale. Oggi trascorsi pressoché vent’anni, la mia somiglianza con Pietro è pressoché reale. Bevo caffè come lui, non mi porto via unicamente barrette energetiche quando so di trascorrere un’intera giornata su una “big wall”; le mie mani sono grandi quanto le sue, o quasi. A Pietro è spuntato qualche capello grigio.

E a me non manca poi tanto. Ma, prima di tutto, sento che davvero i nostri pensieri coincidono. E non avrei potuto immaginare persona più adatta di lui per scrivere un libro sulla mia vita, sull’arrampicata, e su quell’approccio e visione della scalata molto prossimi, forse, allo scomparire. Un compito per nulla facile questo per Pietro, al quale mi sono affidato con piena fiducia sull’esito. La stessa fiducia che avevo risposto in lui nelle mie prime salite su “big wall”, quando non sapevo nulla di sicurezza in quell’ambiente (non che oggi sia esperto. Amo arrampicare più di quanto ami le manovre di corda).

[ Adam Ondra e Pietro Dal Pra parlano del loro libro – © “La Sportiva SpA” Press Office ]
Mi piace poi che Pietro abbia scritto da autore e non da “ghost writer”. Ha firmato un libro sulla mia storia e la mia vita esattamente come le avrei formulate io; aggiungendo altresì in queste pagine un po’ di se stesso. E questo è bello, perché Pietro è parte della mia esistenza, indirettamente e direttamente: ha avuto una notevole influenza su di me come climber, ed è stato mio compagno di cordata in alcune delle imprese verticali più determinanti della mia vita. Pietro inizia a scalare moto presto. Come me. Anche lui un “bambino prodigio”, con ascensioni molto dure a un’età senza precedenti.

La prima salita di “Mare Allucinante 8b+” è del 1987, a sedici anni. Approderà alle falesie con una formazione alpinistica ereditata dal padre e si dedicherà all’arrampicata sportiva in un periodo in cui questa attività è ancora agli esordi e le competizioni neppure esistono. Quando io inizierò a scalare, l’arrampicata sportiva è già cosa consolidata. Ma nonostante le mie origini verticali partano dalla falesia e dalle palestre indoor, l’influenza dei miei genitori, che erano alpinisti, sarà molto forte nella mia formazione. E se il termine “sport” già era presente nel nome del nostro sport, il suo significato allora ricopriva una valenza del tutto diversa da quella che noi oggi le attribuiamo».

Adam Ondra e “Manolo”
Anche “Manolo” (il “mago delle falesie”) è amico di Adam Ondra di lunga data. Hanno partecipato assieme più volte al “Trento Film Festival” e al “Festival dello Sport” di Trento. Seppur con ruoli diversi, hanno presenziato pure al “Rock Master” di Arco, unico evento internazionale che da oltre tre decenni vede confrontarsi i migliori climbers del mondo in un mix di grande sport e spettacolo.

[ Adam Ondra e Manolo sulle Dolomiti di Brenta – © Daniele Lira / Fototeca Trentino Sviluppo SpA ]
Diversi anni fa le Dolomiti di Brenta in Trentino hanno fatto da degna cornice a un ideale “passaggio di testimone generazionale” fra “Manolo” e Adam Ondra. L’atleta ceco conosce bene anche la Valle di Primiero, le Pale di San Martino e le Vette Feltrine. Nel luglio del 2020, Adam Ondra accompagnato dal presidente delle Guide Alpine “Aquile di San Martino”, aveva raggiunto la base della falesia “Franco Marta” – palestra naturale degli istruttori del soccorso alpino della Guardia di Finanza di Passo Rolle – e si era cimentato su “La Bomba TV” una via “8a+” classica e spettacolare aperta nel 1995 da “Manolo”. Alcuni anni prima, assieme a “Manolo” aveva provato a ripetere “Eternit”, la via aperta dal “mago” alla falesia del Baule sulle Vette Feltrine.

Brand Ambassador “La Sportiva”
Adam Ondra, Pietro Dal Pra e “Manolo” hanno un comune amico Lorenzo Delladio “patron” dell’azienda “La Sportiva”. Questa azienda trentina è leader mondiale nella produzione di scarpette d’arrampicata e di scarponi per l’alta montagna. Ha sede a Ziano di Fiemme ai piedi delle Dolomiti e opera nel settore delle calzature “outdoor” da oltre novant’anni con l’obiettivo di fornire il miglior prodotto possibile a chi va in montagna in qualsiasi modo e a ogni latitudine.

[ Lorenzo Delladio con Adam Ondra al Muse di Trento – © “La Sportiva SpA” Press Office ]

Il range di prodotti, comprende infatti scarponcini da trekking, scarponi d’alta quota e da spedizioni “himalayane”, scarpette d’arrampicata e calzature da “mountain running”. L’azienda è entrata anche nel settore degli scarponi da scialpinismo e nel mercato dell’abbigliamento tecnico invernale e estivo, grazie a prodotti innovativi realizzati con le migliori tecnologie e materiali disponibili sul mercato. “La Sportiva”, la cui sede principale produttiva si trova proprio a Ziano di Fiemme in Trentino, al di fuori dei grandi distretti industriali calzaturieri italiani, è distribuita quasi a livello globale. L’azienda della famiglia Delladio è oggi un “player” globale nel settore “outdoor”, presente in oltre 75 mercati al mondo e con una quota export che supera l’85%, pur mantenendo ben salde le proprie radici tra le montagne del Trentino con un forte attaccamento al territorio, alle persone che ne fanno parte e con grande responsabilità sociale e ambientale.

[ Adam Ondra calza le scarpette “La Sportiva” – © Petr Chodura / www.adamondra.com ]
Per promuovere i prodotti correlati all’arrampicata Lorenzo Delladio, fra l’altro, ha scelto quali “brand ambassador” anche i sui amici Pietro Dal Pra, “Manolo” e Adam Ondra. Con il supporto tecnico di quest’ultimo circa un anno fa “La Sportiva” ha sviluppato “Ondra Comp” una scarpetta d’arrampicata all’avanguardia in cui ogni dettaglio è stato meticolosamente testato e affinato dallo scalatore più forte al mondo per risultare estremamente performante nelle tre situazioni più comuni del bouldering moderno: lo spalmo in aderenza, gli agganci di punta e i tallonaggi più delicati. Il nuovo concetto costruttivo garantisce allo scalatore massima aderenza e sensibilità anche sui passaggi più dinamici. La struttura della scarpetta è concepita per consentire al piede di distendersi e portare a contatto con l’appoggio la maggior superficie di suola possibile.

[ Adam Ondra “brand ambassador” di “La Sportiva” – © “La Sportiva SpA” Press Office ]
La nuova tecnologia brevettata e ad uso esclusivo di “La Sportiva SenseGrip™”, rivoluziona il concetto di scarpetta da boulder. La mezza suola e il puntalino in gomma sono realizzati con questa innovativa tecnologia che favorisce la penetrazione dell’appoggio e garantisce la massima adattabilità della scarpetta su tutte le superfici. Questa sinergia fra “La Sportiva” e Adam Ondra fonda le sue radici su valori comuni all’azienda e allo sportivo: attenzione per lo sviluppo di prodotti innovativi, ricerca dell’eccellenza e garanzia di sicurezza. È da queste importanti premesse che è nata “Ondra Comp”, un prodotto pensato per le attività di bouldering moderno e che unisce il know-how dell’azienda trentina nello sviluppo di scarpette da arrampicata e la lunga esperienza dell’atleta sulle falesie e impianti indoor di tutto il mondo. Dallo scorso autunno “Ondra Comp” è disponibile nei flagship store “La Sportiva” e presso tutti i rivenditori autorizzati.

[ Adam Ondra “brand ambassador” di “La Sportiva” – © Pavel Klement / www.adamondra.com ]
Così Adam Ondra ha commentato questa inedita collaborazione: «Lavorare con il team di “La Sportiva” è stato un viaggio incredibile. La dedizione all’innovazione e la cura per ogni dettaglio mi hanno permesso di pensare a una scarpetta adatta a me e alle mie specifiche esigenze, ma non solo. Il mondo del bouldering moderno è in costante evoluzione, ed era necessario pensare a un attrezzo che potesse accompagnare non unicamente gli atleti, ma anche tutti gli appassionati». Ha apprezzato questa affermazione Lorenzo Delladio, il “patron” di “La Sportiva”,che ha poi precisato: «Questa collaborazione è molto più di una semplice partnership commerciale. È stato un lavoro che ha portato all’unione di due mondi, entrambi accomunati dall’amore per la disciplina e la costante ricerca della perfezione. Questo nuovo prodotto rappresenta per noi il simbolo tangibile di questa sinergia straordinaria che speriamo possa conquistare tutti, e siamo onorati di aver avuto l’occasione di lavorare così a stretto contatto con un atleta di alto calibro come Adam».

Docufilm “Adam Ondra: pushing the limits”
Ha avuto occasione di apprezzare le qualità sportive e umane di Adam Ondra anche Sebastiano Luca Insinga, regista di “Jump Cut” una casa di produzione cinematografica indipendente nata a Trento nel 2011, con l’obiettivo di produrre film d’autore e di sperimentazione nei temi, nello stile e nella forma. “Jump Cut” realizza contenuti multimediali adatti alle trasformazioni del mercato della distribuzione nell’epoca digitale che sappiano coniugare innovazione (tecnologica e artistica) e rapporto costante col territorio e le sue professionalità. Nel 2022 ha coprodotto con Cinepoint – avvalendosi anche del supporto di Czech Film Fund, Czech Television, Moravian Film Fund, Creative Europe Media, Trentino Film Commission e MiC – un documentario dal titolo evocativo “Adam Ondra: pushing the limits” dedicato all’icona ceca dell’arrampicata.

[ Poster e backstage del docufilm “Adam Ondra: Pushing The Limits” – © “Cinepoint” and “Jump Cut” ]
Il docufilm, diretto da Jan Šimánek e Petr Záruba e con produttori esecutivi Alice Tabery e Sebastiano Luca Insinga, è stato presentato in anteprima alla rassegna “Visions du Réel” in Svizzera e poi selezionato in più di 30 festival internazionali. Questa in sintesi la sinossi: “Adam Ondra è uno dei migliori climber, un vero virtuoso che ha affrontato le rocce e le pareti più difficili del mondo. Ma con la pressione dei media e del pubblico in aumento, il suo desiderio di scalare si è trasformato nell’obbligo di vincere. Uno sguardo intimo nella vita e nella carriera di un uomo che è un tutt’uno con la sua passione”. La troupe ha stabilito un conviviale rapporto di collaborazione con Adam Ondra durante le riprese che si sono svolte soprattutto nella Repubblica Ceca e in Trentino.

[ Backstage del docufilm “Adam Ondra: Pushing The Limits” ad Arco – © “Cinepoint” and “Jump Cut” ]
Le “location” prescelte nella nostra provincia sono quelle che abitualmente Adam Ondra frequenta per allenarsi e gareggiare: Arco e le località limitrofe del Garda Trentino. Uno spot promozionale locale recita: “L’arrampicata è un’attività presente ormai da lungo tempo nel territorio del Garda Trentino, che nel corso degli anni si è affermato come luogo-culto di questa disciplina sportiva. Grazie alla presenza di spettacolari falesie e vie multipitch il territorio altogardesano ha accolto un gran numero di climber italiani ed internazionali, spinti dalla voglia di rinnovare l’appuntamento ormai tradizionale con il “paradiso verticale” gardesano. Destinazione irrinunciabile per i cultori dell’arrampicata sportiva, il Garda Trentino offre una vastissima gamma di opportunità per mettersi alla prova salendo dal fondovalle a quote sempre più elevate, circondandosi di panorami mozzafiato sul Lago di Garda.Su queste rocce, Adam Ondra, il fortissimo scalatore ceco che fin dalla più tenera età frequenta la zona dell’Alto Garda, ha scritto pagine di storia del climbing”.

Ondra “ambassador” di Garda Trentino
Adam Ondra quando è in zona per allenamenti o competizioni non disdegna a fini promozionali di dare spettacolo con delle performance entusiasmanti sulla falesia Belvedere e sull’Eremo di San Paolo ad Arco e nel corso di “press trip” organizzati da Garda Trentino S.p.A. rispondere alle domande dei giornalisti.

[ Adam Ondra “ambassador” del Lago di Garda Trentino – © Giulio Porcai / www.gardapost.it ]
Questa raccolta da Alessandro Cristofoletti è un’esaustiva risposta a una domanda che spesso gli viene rivolta. «Quando mi chiedono se sono il miglior arrampicatore al mondo rispondo di no, non lo sono. Credo di essere quello più efficace, se così si può dire. Quest’efficacia deriva solo in parte dalla preparazione fisica. Ciò che conta davvero è la condizione mentale, sono i traguardi che mi pongo, i limiti che riesco a superare e la mia capacità di rialzarmi dopo una sconfitta. Questa è una cosa che ho imparato da solo, cadendo molte volte. I miei genitori sono stati importantissimi, mi hanno trasmesso la passione per l’arrampicata e fin dall’inizio ho sempre avuto il loro pieno appoggio, ma non si sono mai imposti con piani di allenamento o cose simili. Sono sempre stato io l’allenatore di me stesso, o al massimo ho condiviso gli esercizi con i miei amici. Forse è poco usuale come metodo e sicuramente sono stato un bambino diverso dagli altri, ma nel mio caso ha funzionato. In qualche modo, doverti prendere cura di questo aspetto ti responsabilizza, ti fa maturare e quando è il momento ti aiuta a scegliere gli obiettivi, che devono essere ambiziosi, certo, al limite delle tue possibilità, ma allo stesso tempo realistici. Il tuo compito è di crescere assieme alle tue sfide. Ora giro il mondo con le gare e con i miei progetti di arrampicata, ma mi piace tornare spesso qui, sul Garda, dove venivo a scalare da piccolo e dove ho vissuto tante soddisfazioni per la mia carriera.

[ Ondra libera “Wonderland 9b/b+” alla Terra Promessa di Arco – © Petr Chodura / www.adamondra.com ]
In vent’anni le cose sono cambiate parecchio. Ricordo che alla fine degli anni Novanta “Massone” era incredibile, una delle poche falesie davvero strapiombanti che offriva movimenti estremamente duri e atletici. Le vie però erano poche e, con l’aumentare dei climbers, nel giro di poco tempo diventarono unte e ci fu un declino. Alcuni amici miei della Repubblica Ceca smisero addirittura di venire. Ora le cose sono cambiate: la valle del Sarca sta attraversando una seconda primavera. Sono state liberate molte palestre nuove, come a Padaro, in cui si possono trovare gradi facili adatti ai principianti che vogliono cominciare assieme a giri veramente duri e di alto livello come “9a” o più.

[ Adam Ondra arrampica ad Arco – © Petr Chodura / www.adamondra.com ]
Anche lo stile è diverso, ora si cercano linee più moderne, più fisiche, preferendo alla progressione classica passaggi spettacolari su canne o stalattiti. Oggi, quando metto le mani sulla roccia, anche se i gradi sono diversi, riesco a emozionarmi allo stesso modo di quando ero bambino. Credo che il segreto sia semplice: mi piace fare quello che faccio, e a dire la verità mi diverto anche a salire gradi facili, perché amo muovermi sulla roccia, a prescindere da tutto. So di aver bisogno continuamente di nuovi stimoli e l’arrampicata in questo mi aiuta perché ogni via, perfino ogni singola presa, è qualcosa di unico e di mai provato prima. É sempre molto emozionante ritornare nel Garda Trentino. Le rocce sono perfette per un allenamento qualitativo: mi portano a dare il massimo, mantenendo allo stesso tempo la serenità mentale».

[ Matrimonio di Iva Vejmolová e Adam Ondra – © Giampaolo Calzà / Adam Ondra Facebook ]
Lo spettacolo di una cornice montana che si riflette nel blu del lago di Garda Trentino trasmette una profonda sensazione di libertà a cielo aperto. Qui il brivido dell’avventura si alterna al piacere del relax. Perché se la mattina è degli appassionati di sport, la sera è di chi ama brindare alla vita e assaporare la cultura di questa terra così straordinariamente poliedrica. Motivazioni che forse hanno convinto Adam Ondra a organizzare in questa incantevole “location” nel 2021 il suo matrimonio con Iva Vejmolová, attorniato da amici vecchi e nuovi.

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