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WikiLeaks oscurato passa su Wikileaks.ch

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?IL NUOVO SITO DI WIKILEAKS

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Julian Assange nel 2009

?Come nasce WikiLeaks
?Chi è il suo ideatore
Julian Assange

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WikiLeaks si trasferisce –  Il sito Wikileaks non è stato raggiungibile per circa sei ore: il provider EveryDNS, che fornisce l’accesso alla rete ad altri 500mila siti web, ha deciso di interrompere la fornitura del servizio al sito perche’ Wikileaks.org e’ stato bersaglio di massicci attacchi informatici che hanno messo a repentaglio la sua infrastruttura e a rischio l’accesso a migliaia di altri siti web. ‘La fiducia e’ della massima importanza: i nostri utenti e clienti sono il nostro bene piu’ importante’, ha scritto in un comunicato la Dynamic Network a cui fa capo il provider. Poco dopo è stato lo stesso sito fondato nel 2006 da Julian Assange a confermare su Twitter quanto accaduto.

Dopo diverse ore di blackout, Wikileaks è tornato online su http://wikileaks.ch, che rimanda all’indirizzo IP del sito che sta pubblicando decine di migliaia di cablogrammi riservati della diplomazia americani. L’indirizzo IP si troverebbe Francia e apparterrebbe a OVH, il maggior provider d’Oltralpe e il secondo in Europa.

Intanto, dai dispacci dei diplomatici Usa, rivelati dal WikiLeaks, emerge il ritratto del presidente afghano Hamid Karzai, considerato un leader indebolito, la cui fiducia nei suoi confronti risulta in calo sia all’interno del suo paese sia all’estero. A sollevare perplessita’ sulle capacita’ di Karzai anche gli Usa. "Resta da vedere se Karzai potra’ o si asterra’ dalla tattica del ‘dare la colpa agli Usa’ per deviare le critiche alla sua amministrazione" afferma Karl Eikenberry, ambasciatore americano in Afghanistan a partire dall’aprile 2009, in un messaggio a Washington. "La sua incapacita’ di afferrare i piu’ elementari principi di uno Stato, la sua profonda e radicata insicurezza come leader vanificano i nostri migliori sforzi di cercare in Karzai un partner responsabile" afferma infine Eikenberry, secondo quanto riferisce il ‘Times’. Secondo quanto riporta il New York Times, il ministro degli Esteri dell’Oman "sta perdendo fiducia" in Karzai, mentre un diplomatico britannico esprime "profoda frustrazione". Gli Emirati Arabi invece sostengono senza mezzi termini che senza di lui la situazione in Afghanistan sarebbe migliore.

Dai documenti resi pubblici da WikiLeaks emergono anche le forti critiche all’impegno militare britannico in Afghanistan, tra il 2007 ed il 2009, da parte americana e del presidente Karzai. Secondo quanto riporta il ‘Guardian’ funzionari statunitensi e il presidente Karzai non ritenevano le forze britanniche in grado di garantire da sole la sicurezza della provincia di Helmand, tanto che Karzai si sarebbe detto sollevato alla notizia dell’invio dei Marines nella provincia.

In un dispaccio si riporta il commento del generale americano Dan McNeill, che viene descritto come "particolarmentre sgomento di fronte allo sforzo britannico" per contrastare il traffico di droga in Afghanistan. Utilizzando tattiche definite "sbagliate", le forze britanniche avrebbero infatti "messo sottosopra" le operazioni contro il narcotraffico nella provincia dell’Helmand. Un dispaccio della fine del 2008 dell’ambasciata americana recita: "noi ed il presidente Karzai concordiamo sul fatto che le forze britanniche non sono all’altezza di garantire la sicurezza nell’Helmand" senza il sostegno americano. In un altro dispaccio, l’allora ministro degli Esteri afgano, Rangin Dadfar Spanta, esprimeva delusione di fronte alla decisione di inviare altre duemila unita’ britanniche nell’Helmand, commentando: "Non sono pronti a combattere attivamente quanto i soldati americani". Nel corso di un incontro con il senatore John McCain nel dicembre 2008, il presidente Karzai si diceva sollevato alla notizia dell’invio dei Marine a rinforzo della missione britannica nell’Helmand e "riportava un aneddoto in cui una donna della provincia gli avrebbe chiesto di portare via i britannici e ridare loro gli americani".

Dai documenti diffusi da Wikileaks si viene a sapere anche che la Germania ha interrogato gli Stati Uniti sull’uso fatto del denaro versato dagli alleati come contributo per finanziare equipaggiamento ed infrastrutture dell’esercito afgano. Il sito di Assange ha infatti pubblicato i dispacci di protesta dell’ambasciatore tedesco alla Nato in cui si chiede di conoscere la destinazione dei 50 milioni di euro versati lo scorso anno come contributo al ‘fondo fiduciario’ per l’esercito afgano. Proteste sono partite da Berlino, Bruxelles e Washington nel mese di febbraio scorso: il governo tedesco voleva sapere che fine avesse fatto il denaro, perche’ i progetti avviati non avanzassero, e perche’ i militari americani si fossero attribuiti una percentuale del 15 per cento sulla somma.

In un dispaccio a Washington della missione Usa alla Nato si chiedono istruzioni su come rispondere alle proteste di Ulrich Brandenburg, ambasciatore tedesco presso l’Alleanza Atlantica. "Dice che il denaro destinato ai progetti individuati non e’ stato versato, ritardando la realizzazione dei progetti. Dice anche che il corpo dei genieri dell’esercito americano ha imposto una tassa amministrativa del 15 per cento. Dice che i parlamentari tedeschi stanno comincciando a porre domande su come questo denaro sia stato getito, aggiungendo che questo potrebbe complicare in futuro il versamento di nuovi contributi da parte di Berlino". La Germania ha fornito il piu’ alto contributo al fondo istituito nel 2007, ricorda il ‘Guardian’ precisando che il denaro raccolto ammontava complessivamente a 123 milioni di Euro all’inizio dell’anno, con 151 milioni aggiuntivi che venti paesi si sono impegnati a versare.

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