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Via libera al Federalismo tra Veleni e Veline, in corsa per l’Europa

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Polemiche in famiglia per Berlusconi – Nelle ore in cui tiene banco sui giornali nazionali la polemica famigliare tra il premier Silvio Berlusconi e la moglie Veronica Lario, sulle candidature per le prossime elezioni europee, in Senato viene approvato in via definitiva un disegno di legge di fondamentale importanza per il Paese.

L’attacco alle Veline in politica –
"Ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere". Con queste parole la moglie del premier Silvio Berlusconi, Veronica Lario, critica duramente le candidature di ‘veline’ e show-girl che si stanno preparando nel Pdl per le elezioni Europee. "Voglio che sia chiaro – aggiunge – che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire".

Di fronte poi alla notizia secondo cui Berlusconi avrebbe preso parte alla festa di compleanno d’una ragazza di 18 anni a Napoli, la moglie del premier confessa: "Che cosa ne penso? La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perche’ non e’ mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato".

Per Berlusconi, "Un attacco della stampa di sinistra" –
Le parole di Veronica Lario hanno infiammato il dibattito politico su tutti i principali quotidiani. E dopo poche ore è arrivata la replica di Berlusconi. "Mi sembra che la situazione sia molto chiara, c’e’ una manovra montata dalla stampa di sinistra e dell’opposizione sulle nostre liste con notizie assolutamente infondate" ha detto il premier da Varsavia. Quanto alle parole della moglie, Berlusconi si dice "dispiaciuto che la signora abbia creduto alla stampa".

Il Federalismo è legge – Il gruppo della Lega si è alzato in piedi in aula per applaudire il ministro Umberto Bossi "mente e regista", come lo definisce il capogruppo Federico Bricolo, del federalismo fiscale che il Senato si appresta ad approvare in via definitiva. Bricolo ha salutato il provvedimento come "una svolta epocale", il "provvedimento piu’ importante di questa legislatura" in base al quale "i soldi delle tasse resteranno sul territorio, nessuno piu’ decidera’ a Roma come saranno spesi: saremo padroni in casa nostra". Il capogruppo leghista ha commentato positivamente il clima "sereno, costruttivo, senza contrapposizioni muro contro muro" che ha caratterizzato l’iter della riforma nei rapporti con l’opposizione.

Piu’ autonomia per Regioni, Province e Comuni, un tetto alla pressione fiscale; ‘bicameralina’ per il parere sui decreti attuativi, maggiore trasparenza nei meccanismi finanziari; istituzione di 10 citta’ metropolitane. Questi i punti cardine del provvedimento.

Le nuove norme –
Secondo le nuove norme, le autonomie locali per finanziare i servizi erogati potranno avvalersi di un fondo perequativo e della compartecipazione a tributi erariali e a tributi propri. Per i Comuni e’ previsto un sistema misto di compartecipazione a Iva e Irpef. Con questa riforma si punta a dare autonomia tributaria agli enti territoriali evitando di aumentare la pressione fiscale.

Fissati criteri di quantificazione dei fondi perequativi nella fase transitoria che garantiscono agli enti locali di ricevere, nel complesso, lo stesso ammontare di risorse di cui dispongono attualmente. Attraverso i decreti attuativi, quindi, dovra’ essere garantita l’individuazione di un tetto limite massimo della pressione fiscale e del suo riparto tra i vari livelli di governo.

In arrivo norme specifiche per la Capitale: il Consiglio comunale di Roma infatti sara’ chiamato ‘assemblea capitolina’ e il suo status sara’ regolato da una apposita legge dello Stato. Per il via libera definitivo di Roma citta’ metropolitana, a differenza di quanto accade per le altre, servira’ l’accordo tra il Comune e la Provincia.

Oltre a quelle attualmente spettanti al comune di Roma, sono attribuite alla Capitale nuove funzioni amministrative: concorso alla valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali, previo accordo con il ministero per i Beni e le attivita’ culturali; sviluppo economico e sociale di Roma capitale con particolare riferimento al settore produttivo e turistico; sviluppo urbano e pianificazione territoriale; edilizia pubblica e privata; organizzazione e funzionamento dei servizi urbani, con particolare riferimento al trasporto pubblico e alla mobilita’; protezione civile, in collaborazione con la presidenza del Consiglio dei ministri e la regione Lazio.

Città metropolitane –
Con la riforma viene definito il percorso per l’istituzione di 10 citta’ metropolitane: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. L’iter, che prevede anche un referendum consultivo della popolazione, potrebbe anche portare alla cancellazione delle corrispondenti Province.

Con la riforma viene istituita una Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale. Sara’ composta da trenta membri tra deputati e senatori e sara’ affiancata da un Comitato delle autonomie locali. Il Comitato e’ composto da dodici membri dei quali sei in rappresentanza delle regioni, due in rappresentanza delle province e quattro in rappresentanza dei comuni.

L’attuazione del Federalismo  –
Al via anche una commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale, con il compito di acquisire ed elaborare elementi conoscitivi per consentire all’esecutivo di predisporre gli schemi dei decreti legislativi di attuazione. Ne fanno parte 30 componenti, dei quali 15 rappresentanti tecnici dello Stato e 15 rappresentanti tecnici degli enti territoriali. Partecipano inoltre alle riunioni un rappresentante tecnico della Camera e uno del Senato e un rappresentante tecnico delle Assemblee legislative regionali e delle Province autonome.

Con la nuova legge Viene cancellata la riserva di aliquota Irpef tra le fonti che le Regioni utilizzano per finanziare le spese essenziali, sostituita da compartecipazioni ai tributi erariali e, in via prioritaria, al gettito Iva. Si’ al Patto di stabilita’ in sostituzione del precedente Patto di convergenza e via libera all’ istituzione di un tavolo confronto nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni tra Governo e singole Regioni a Statuto speciale. Entro due anni saranno emanati i decreti legislativi attuativi. La fase transitoria durera’ 5 anni.

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