Il caso è stato confermato dalla direzione regionale prevenzione del Veneto, che sta mettendo in atto tutte le necessarie azioni di sua competenza. “I sanitari – riferisce l’assessore alla sanità Luca Coletto nel darne notizia – valutano la patologia piuttosto importante, anche per il non secondario rischio di contagio che ne è connesso. Per questo motivo – prosegue Coletto – rivolgiamo a chi potrebbe aver avuto contatti a rischio nel mondo della prostituzione in quella zona un pressante appello a farsi controllare dai sanitari. A tutti, ovviamente, è garantita la più totale riservatezza. La Tbc è malattia fortunatamente curabile – aggiunge l’assessore – ma anche assai contagiosa. Se qualcuno l’avesse contratta non sarà perciò difficile curarla, ma bisogna rivolgersi ai medici, anche per evitare o restringere al massimo le possibilità di contagio verso terze persone. Mi rendo conto della delicatezza della situazione – aggiunge Coletto – ma mi auguro che le persone consapevoli di essere a rischio si rivolgano quanto prima ai sanitari, perché ne va della salvaguardia della salute pubblica ed in casi come questi reperire i cosiddetti contatti da parte dell’autorità sanitaria è particolarmente difficile”.
Nella gran parte dei casi i soggetti non sviluppano malattia ma solo una condizione definita infezione tubercolare latente che può perdurare per tutta la vita. Ma la malattia può comparire nel caso in cui vi sia un calo delle difese immunitarie. I dati epidemiologici indicano che circa il 10% dei soggetti infettati sviluppa la malattia. In un anno, i casi di Tbc che si registrano in Veneto sono circa 400.